Israele, massacri e orrori
Pace
di Amanzio Possenti
Anziché cercare la pace, si cerca e si vuole la guerra, l’aggressione al massimo della violenza, ben sapendo che con le armi non si risolve nulla: si generano lutti, disperazione, sofferenze, ansietà, lacrime, orrori.
Il terrorismo esploso in questi giorni in Israele è un mostro che agisce con armi e spietatezza come se la pace... desse fastidio, pur essendo il bene supremo.
Purtroppo il peggio – massacri indescrivibili – si rialimenta invece di fermarsi, e non può esserci ambiguità nella condanna dei responsabili di nefandezze - hamas, formazione terroristica - dalla decapitazione di bambini assassinati nelle loro case, spesso con genitori e nonni, all’assassinio spietato di giovani israeliani partecipanti ad un rave.
L’attacco di hamas ha trasformato il Paese ebraico in terreno dove brutalità e inciviltà sono diventate storie di morte, addirittura festeggiate dai terroristi come trionfi, e rapimenti di civili inermi presi vilmente in ostaggio: barbarie indicibili.
Israele, Paese democratico, pur pesantemente stordito, reagisce nel suo diritto alla difesa e schiera la sua forza. Che cosa accadrà? Mentre si vanno moltiplicando le vite stroncate su ambedue i fronti, crescono i timori di una escalation dalle conseguenze imprevedibili. Il mondo segue con il fiato sospeso l‘evolversi dei fatti e prega che prevalga l’umanità mentre le prospettive lasciano intendere la presenza di ostacoli enormi sul cammino della pace: che tuttavia va esplorata in tutte le strade, con determinazione.
Il mondo cattolico ha dedicato una giornata alla preghiera e al digiuno. Anche il presidente Usa Biden se ne sta occupando direttamente (con visita in Israele). Le diplomazie sono impegnate.
La pace, appunto: è possibile, come, a quale prezzo? Francesco chiede «per favore», con esortazioni accorate e continue che si depongano le armi e la si cerchi, per liberare l’umanità dall’incubo di una spaventosa tragedia. La quale – riagitando pericolosamente il Medio Oriente, da anni terra di tensioni tragiche fra palestinesi e Stato ebraico (dal 1948) – si somma al conflitto in Ucraina; le armi, protagoniste di morte e distruzioni, mettono a repentaglio la vita di popolazioni inermi.
La follia dell’odio terrorista semina angoscia ed attizza episodi di sanguinosa brutalità (in Francia e a Bruxelles) Quando potrà finire questa storia agghiacciante alimentata da informazioni contradditorie e disinformazioni, da bombe, dal lancio di migliaia di missili, da atrocità, da terrore continuo, da fughe di popolazioni, da vittime?
Si profila una catastrofe umanitaria, occorre l’impegno di tutti per scongiurarla, ricorda Francesco che indice una nuova giornata di preghiera mentre il Vaticano si propone mediatore per la pace: nel frattempo le piazze arabe si infiammano in manifestazioni di protesta, anche dopo la tragedia all’ospedale di Gaza, centinaia di vittime e feriti. Di orrore in orrore: che non si placa.
Confidando che gli effetti perversi non si moltiplichino - la prigionia di 199 ostaggi israeliani nelle mani di hamas e della jihiad islamica è un terribile gesto di disumanità e ci si augura che possano tutti tornare alle loro famiglie - resta una sola la via percorribile: la volontà di pace, nel silenzio delle armi e l’ impegno a rendere viva la speranza contro l’odio che sovverte la convivenza. Speranza, umana e cristiana, vissuta nella preghiera e nel desiderio che prevalga il ritorno ai valori della pacificazione.