NOTE SULLA
MEMORIA DEI GIORNI
-Robert Capa: Considerato il padre del fotogiornalismo, è stato il più grande fotoreporter di guerra di sempre e con le sue foto ha raccontato i vent'anni che più hanno segnato la storia dell'Europa e del mondo intero.
Ungherese di Budapest, Endre Ernő Friedmann (la sua vera identità) scelse lo pseudonimo Robert Capa (ispirato al noto regista americano Frank Capra) per sfondare nel campo della fotografia. Ci riuscì prestissimo.
Poco più che ventenne prese parte alla Guerra civile spagnola (1936-39), realizzando uno degli scatti più rappresentativi del Novecento: "Il miliziano colpito a morte". Di qui fu in prima linea in tutti i principali conflitti, dalla Seconda guerra mondiale (1941-1945) alla Prima guerra d'Indocina (1954).
Nel 1947, insieme con altri famosi colleghi, tra cui Henri Cartier-Bresson, fondò l'agenzia fotografica Magnum, ancora oggi una delle più rinomate al mondo.
Morì nel maggio del 1954, durante la Prima Guerra d'Indocina, posando il piede su una mina mentre stava per scattare una foto.
Fondazione del Club Alpino Italiano: Da oltre un secolo e mezzo al servizio della conoscenza e della salvaguardia dell'ambiente montano, il Club Alpino Italiano (CAI) è oggi la maggiore organizzazione che raggruppa professionisti e appassionati di alpinismo.
L'atto costitutivo dell'associazione venne formalizzato il 23 ottobre a Torino da Quintino Sella, ministro delle Finanze dell'allora Regno d'Italia, e da altri 183 soci, tutti appartenenti alle classi più agiate della società (nobiltà, alta borghesia, politica). L'idea era venuta a Sella nell'agosto dello stesso anno, a conclusione di una spedizione sulla vetta del Monviso.
Fu lo storico fondatore a dettare (in una lettera conservata tra i documenti fondativi del CAI) lo spirito identitario del nuovo organismo, assimilato in seguito nello statuto, dove si indica quale principale scopo quello «di far conoscere le montagne, più specialmente le italiane e di agevolarvi le salite e le esplorazioni scientifiche».
Organizzato in circa 500 sezioni, sparse in tutta la Penisola, e con oltre 300mila iscritti, il CAI oggi svolge un ruolo prezioso in tutti i vari aspetti che riguardano l'ambiente montano: dalla memoria storica, affidata al Museo della Montagna (istituito a Torino nel 1874), all'esplorazione con l'Associazione Guide Alpine Italiane (nata nel 1931 come costola del CAI), passando per le attività di prevenzione e soccorso di incidenti prestate dal "Corpo nazionale di soccorso alpino e speleologico" (CNSAS), in collaborazione con la Protezione Civile.
Presieduta dal 2016 da Vincenzo Torti, l'associazione collabora anche con l'Esercito Italiano per la fase di addestramento delle truppe alpine.
-Pablo Picasso: Un genio dell'arte in assoluto e tra i grandi maestri della pittura del Novecento. Nato a Málaga, nel sud della Spagna, e morto a Mougins nell'aprile del 1973, Pablo Picasso è una figura chiave nella storia dell'arte, per l'evoluzione delle forme che segnò con la sua produzione, influenzando profondamente le epoche successive.
Considerato il padre del cubismo, i suoi lavori artistici si dividono in diversi periodi, corrispondenti a diversi momenti della propria vita: "periodo blu", "periodo rosa", "periodo africano", "cubismo analitico" e "cubismo sintetico".
Alcuni ritengono che Picasso sia riuscito a realizzare i suoi quadri perché affetto da emicrania, ritenendo che i volti sproporzionati e tagliati in verticale siano effetto delle visioni spezzate che hanno coloro che soffrono di questa patologia.
L'opera con cui viene maggiormente identificato è Guernica, che ricorda il bombardamento subito dalla popolazione civile dell'omonima città basca, durante la Guerra civile spagnola. Il dipinto è conservato al Museo nacional centro de arte reina Sofia di Madrid.
-Nasce la RAI: Caduto il regime fascista, il governo provvisorio degli alleati decise, in diversi settori, di cancellare nomi e simboli che rimandassero al "Ventennio". Così si arrivò al decreto legislativo n.457 del 26 ottobre 1944, con il quale la vecchia denominazione dell’EIAR (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche) venne mutata in Radio Audizioni Italiane S.p.A.
Partecipata dal Governo e dalla SIP-Società idroelettrica Piemontese, la nuova azienda, grazie al contributo di numerosi intellettuali, cercò anche un rilancio dei contenuti liberandoli dall'ideologia fascista e rinnovando i linguaggi.
Nel 1945 se ne delineò la governance, nominando un nuovo Consiglio d’Amministrazione guidato dal giurista Carlo Arturo Jemolo, in assoluto il primo presidente della Rai. Due anni dopo nacque la Commissione parlamentare di vigilanza, organismo incaricato di vigilare sull'indipendenza politica e sull'obiettività informativa della programmazione radiofonica.
Il 1952 segnò contemporaneamente l'inizio dei primi esperimenti televisivi, con il primo telegiornale sperimentale, e il passaggio dell'azienda dal privato al pubblico, per mano dell'IRI. L'anno successivo si istituì un canone di abbonamento che tutti i cittadini erano tenuti a versare annualmente per finanziare il servizio pubblico televisivo.
L'avvio delle regolari trasmissioni TV, nel 1954, comportò il cambio di nome in RAI-Radio Televisione Italiana. In pochi anni l'offerta crebbe con i primi programmi culturali, i quiz e gli sceneggiati, annunciati dalle cosiddette "signorine buonasera", soprannome dato alle prime annunciatrici dello schermo.
-Trieste torna italiana: L'orologio segna le 12 quando, in seguito al definitivo ritiro delle truppe angloamericane e al passaggio dei poteri nella mani del generale Edmondo De Renzi, per le strade di Trieste si alza il grido "Italia, Italia" tra centinaia di tricolori che sventolano tra la folla e dalle finestre. Dopo undici anni di dominazione straniera il capoluogo giuliano torna sotto la giurisdizione italiana, per effetto del Memorandum d'Intesa, sottoscritto a Londra ventuno giorni prima.
Annessa al Regno d'Italia nel 1918 (ufficialmente con la ratifica del Trattato di Rapallo del 1920), Trieste era finita in mani straniere dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 e successivamente posta sotto occupazione militare attraverso l'istituzione del Territorio libero di Trieste, definito con il Trattato di Parigi del 1947. Con esso si suddivideva il territorio comunale in una zona A, controllata dall'esercito alleato, e in una zona B, affidata all'amministrazione jugoslava.
Ne era seguito un lungo braccio di ferro tra quest'ultima e il governo italiano, conclusosi con gli accordi di Londra del 5 ottobre 1954 che avevano sancito il passaggio della "zona A" all'Italia e l'assegnazione della parte restante alla Jugoslavia. Il 4 novembre dello stesso anno la città riceverà la medaglia d'oro al valor militare dal presidente della Repubblica Luigi Einaudi.
-Trilussa: Della natia Roma è stato per oltre mezzo secolo il principale cantore in versi. Registrato all'anagrafe come Carlo Alberto Salustri, si affermò come poeta utilizzando come nome d'arte l'anagramma del suo cognome: Trilussa.
Se Gioacchino Belli aveva elevato a dignità letteraria il romanesco popolare della prima metà dell'Ottocento, lui optò per il dialetto borghese, più vicino all'italiano ed espressione appunto della classe borghese. Politici, gerarchi fascisti, letterati e tutti gli altri protagonisti della cronaca di quei tempi finirono nel mirino della sua sferzante ironia, espressa sotto forma di favola moraleggiante alla maniera di Esopo.
Celebre la teoria dei due polli, contenuta nella poesia "La Statistica", con cui svela l'ingannevole utilizzo delle statistiche, per fini politici, e che tutt'oggi conserva la propria validità. In pratica: se una persona mangia due polli e un'altra nessuno, secondo la media risulta che entrambi ne hanno mangiato uno.
Scomparve nella sua amata città il 21 dicembre del 1950, venti giorni dopo aver ricevuto la nomina a senatore a vita dal presidente Einaudi. Molte delle sue poesie hanno ispirato artisti famosi, tra cui Baglioni e Jovanotti, e finanche un pontefice, Giovanni Paolo I, che lesse "La fede" nel corso di un'udienza.
-Enrico Mattei: Imprenditore, politico e dirigente pubblico nato ad Acqualagna, in provincia di Pesaro e Urbino. Puntò sull'energia per rilanciare lo sviluppo economico italiano e, nel 1953, fondò l’Eni partendo dalla riorganizzazione dell’Agip.
Dopo alcuni lavori umili e un'esperienza di direttore del laboratorio di una conceria, si trasferì a Milano, dove a trent'anni, insieme alla sorella e al fratello, aprì la sua prima fabbrica: un piccolo laboratorio di oli emulsionanti per l'industria conciaria e tessile, con la quale riuscì a diventare fornitore delle Forze Armate.
Nel 1934 fondò l'Industria Chimica Lombarda e, dopo la guerra, fu incaricato dallo Stato di liquidare le attività dell'Agip, creata nel 1926 dal regime fascista. Al contrario, preferì riorganizzare l'azienda che, con la nascita dell'ENI, ne divenne la struttura portante. Egli disattese le istruzioni del Governo perché profondamente convinto di dover garantire al Paese un'impresa energetica nazionale che fosse in grado di sostenere, a prezzi più contenuti, i bisogni delle famiglie e lo sviluppo della piccola e media impresa.
Nel 1953 diede vita all'Eni, dopo lunghe trattative tra chi sosteneva l'iniziativa privata e quanti volevano, invece, la presenza dello Stato per contrastare il monopolio di fornitura sull'Europa occidentale delle compagnie statunitensi. Dal 1957, Mattei aprì l'Eni all'energia nucleare e iniziarono i lavori per la costruzione della Centrale elettronucleare Latina, completata in soli quattro anni. Questa, che era la più grande d'Europa, pose l'Italia al terzo posto nel mondo, dietro agli USA e all'Inghilterra. Contemporaneamente lo stesso Mattei decise di creare, come costola dell'Eni, una società di ricerche minerarie al fine di garantirsi una fornitura diretta di uranio da giacimenti esistenti sul territorio italiano o estero.
Il 27 ottobre 1962 Mattei morì (insieme a tutti i passeggeri) nell'esplosione dell'aereo sul quale stava viaggiando, proveniente da Catania e diretto a Linate. Le indagini che seguirono, condotte dall'Aeronautica militare italiana e dalla Procura di Pavia sull'ipotesi di attentato, furono archiviate per insussistenza di fatti. Solo nel 1997, queste furono riaperte e alcuni reperti analizzati con nuove tecnologie. Esami che portarono alla conclusione che l'aereo era stato dolosamente abbattuto, senza però poterne scoprire i responsabili.
-Sean Connery: Nato ad Edimburgo, in Scozia, è stato uno dei più celebri e affascinanti attori di Hollywood, attivo anche come regista.
Dopo aver fatto diversi lavori, anche umili, partecipa a "Mister Universo" e si classifica al terzo posto. La vittoria gli dà la possibilità di farsi conoscere ed iniziare a lavorare nel campo televisivo e cinematografico.
Nel 1962 entra tra i divi del cinema, vestendo per la prima volta i panni dell'agente segreto James Bond; panni che tornerà a indossare in altri cinque film, faticando a liberarsi dal personaggio con cui il pubblico lo identifica.
Dopo Marnie (1964) di Alfred Hitchcock, si indirizza verso ruoli drammatici, senza disdegnare commedie e film d’avventura e mostrando in ciò grande versatilità. Tra i ruoli che ha ricoperto ricordiamo: il monaco investigatore nel film "Il nome della rosa" (1986); il padre dell'archeologo in "Indiana Jones e l'ultima crociata" (1989); l'incorruttibile poliziotto ne "Gli intoccabili" (1987) (che gli vale un premio Oscar ed un Golden Globe come "miglior attore non protagonista").
Nel 2003 si ritira dai set cinematografici, interpretando Allan Quatermain in La leggenda degli uomini straordinari. Scompare il 31/10/2020 a Nassau nelle Bahamas.
-Nasce l’Unione Europea: Con l'entrata in vigore del Trattato di Maastricht inizia un percorso politico cruciale per il Vecchio Continente, che ha come obiettivo il raggiungimento, avvenuto nel 1999, dell’unificazione economica-monetaria: è l'atto di nascita formale dell'Unione Europea.
È un passaggio storico che porta a maturazione quel processo unitario iniziato con il Trattato di Roma del 1957, che aveva dato vita alla Comunità Economica Europea. Il trattato prende nome dalla città olandese dov’è stato sottoscritto il 7 febbraio del 1992, dai dodici paesi membri della CEE (Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Olanda, Portogallo, Spagna).
Dopo la firma è stato ratificato dai vari parlamenti nazionali (in Italia nell'ottobre del 1992), il cui assenso ne ha consentito l'entrata in vigore. Tra i nove punti dell'accordo, oltre all'unione economica-monetaria, si stabiliscono i criteri di una Politica estera e di sicurezza comune, si definiscono i poteri dell'europarlamento e si stabiliscono regole comuni in materia di visti e permessi di soggiorno.
In questo e nei successivi trattati si parlerà di Ecu (dall'acronimo inglese European Currency Unit, o "Unità di conto europea") per indicare la futura moneta unica. A partire dal Consiglio europeo di Madrid del 1995 si opterà per il nome Euro, come forma abbreviata di Europa.
Una scelta motivata dal fatto che il termine “ecu” ha un significato preciso sia in inglese che in francese (in questo secondo caso traduce “scudo”). Al contempo si scoprirà che nella lingua tedesca l’espressione “ein ecu”, cioè un ecu, genera lo stesso suono di eine kuh, ossia “una mucca”.
Nel 2013, dopo l'adesione della Croazia, l'Unione Europea arriva a contare 28 stati membri. Altre sei nazioni sono candidate ad entrarvi, l'ultima in ordine cronologico è l'Albania (con domanda approvata nel giugno del 2014). Nel referendum del 23 giugno 2016 il 52% dei votanti decide l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea, da allora comincia il lungo percorso politico-istituzionale denominato Brexit, fino all'uscita del 31 gennaio 2020 quando inizia un periodo di transizione fino a fine anno.
-Delitto Pasolini: «Abbiamo perso un poeta, e di poeti non ce ne sono tanti nel mondo, ne nascono solo tre o quattro dentro un secolo. Quando sarà finito questo secolo Pasolini sarà tra i pochissimi che conteranno come poeta». Così lo scrittore Alberto Moravia commentò la tragica scomparsa di Pier Paolo Pasolini, il cui assassinio rimane uno dei grandi casi irrisolti della storia italiana.
Nelle prime ore della notte di domenica 2 novembre, una pattuglia dei carabinieri in servizio sul lungomare di Ostia, fermò un'auto che procedeva contromano, alla cui guida c'era Pino Pelosi. All'alba, nei pressi dell'idroscalo ostiense, fu ritrovato da alcuni residenti il corpo senza vita di Pasolini, martoriato e quasi irriconoscibile per i colpi subiti.
Un delitto efferato di cui si accusò immediatamente il Pelosi, indicando un movente a sfondo sessuale. La dinamica dell'omicidio insieme ad altri elementi, ignorati dagli investigatori, fecero emergere più tardi un'altra verità: ad ammazzarlo erano state più persone e il movente non era certo a sfondo sessuale. Lo stesso Pelosi nel 2005, intervenendo in TV, confessò di non esser stato lui e di aver taciuto per paura di ritorsioni nei confronti della sua famiglia.
Sulla base di queste dichiarazioni la Procura di Roma riaprì il caso ma per mancanza di ulteriori prove si vide costretta ad archiviarlo nuovamente. Resta il velo d’ombra sulla morte di un intellettuale considerato "scomodo" per i suoi tempi, che nelle sue opere e nelle interviste non mancava mai di denunciare il potere omologante della società dei consumi e dei mezzi di comunicazione di massa come la TV.
Il ricco patrimonio che ci ha lasciato conta tra gli altri oltre 20 film, testi teatrali, raccolte di poesie, traduzioni di classici greci e latini, saggi, etc. Al giallo della morte e al successivo processo è dedicato il film Pasolini, un delitto italiano di Marco Tullio Giordana, presentato alla 52ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.
Nel marzo 2014 il settimanale Oggi ha pubblicato documenti inediti che, evidenziando una certa approssimazione nelle indagini, farebbero emergere un tentativo di depistaggio.
-Gigi Proietti: Tra i migliori eredi del teatro comico di Ettore Petrolini, è stato uno degli attori romani più popolari, apprezzato anche come cantante e doppiatore.
Una lunga gavetta teatrale e il felice sodalizio artistico con lo scrittore Roberto Lerici lo lanciano nella seconda metà degli anni Settanta come One-Man-Show, raccogliendo consensi in tutta Italia. Di qui sbarca al cinema, trasferendo la sua verve comica in personaggi che gli danno la popolarità nel grande pubblico: su tutti il Mandrake di Febbre da cavallo (1976), diretto da Steno.
Negli anni a seguire il teatro resta sempre il suo campo prediletto, cui affianca ruoli da protagonista in numerose fiction di successo: Il maresciallo Rocca (1996-2008), Preferisco il Paradiso (2010), in cui interpreta San Filippo Neri, e Una pallottola nel cuore (tre stagioni trasmesse nel 2014, 2016 e 2018).
Dopo aver dato alle stampe nel 2013 la sua autobiografia Tutto sommato qualcosa mi ricordo, edita da Rizzoli, nello stesso anno recita nella commedia "Indovina chi viene a Natale?" del regista Fausto Brizzi. Nel 2019 interpreta Mangiafoco nel film Pinocchio di Matteo Garrone.
Nel giorno del suo 80° compleanno si spegne a Roma, in seguito a problemi cardiaci. Dal tre novembre 2021 arriva nelle sale cinematografiche la sua ultima interpretazione Io sono Babbo Natale.