Propositi e finzioni
Speranze
di Amanzio Possenti
Stretti fra i centomila migranti arrivati nei primi otto mesi di quest’anno sulle nostre coste - e l’interrogativo su come e cosa fare a livello governativo e umano in tema di accoglienza - e la povertà che incalza e aumenta – il Reddito di cittadinanza più ridotto numericamente e il Salario minimo sventolato come strumento-bandiera per lavoratori in necessità ma contrastato quale mezzo inadeguato e ricco di elementi negativi - si fa avanti il timore di una lotta fra poveri: fra quanti vanno alla ventura - i migranti irregolari e privi di lavoro - e i connazionali in cerca di un lavoro (quando c’è) retribuito in modo soddisfacente.
Da quando svolgo la professione giornalistica leggo ripetutamente, e ad ogni maggioranza parlamentare, dichiarazioni di fuoco o auspici solenni – di politici di ogni colore e rango e di sindacalistii - circa la necessità - giudicata imprescindibile, fondamentale - di: ’Giustizia sociale’, di urgenza di 'riforma delle Tasse’, di ‘perequazione’ che avvicini non allontani le categorie, di ‘economia che tenga conto primariamente degli ultimi, di salari e stipendi più ’europei’ ossia meno bassi di quanto sono, di leggi che aiutino le famiglie più deboli, del ‘chi più ha più paghi' in un principio di democrazia partecipata, dei diritti che vanno rispettati, delle pensioni future che potrebbero essere a rischio senza idonee riforme, del super-mega-maxi deficit-debito dello Stato che potrebbe rivoltarsi contro di noi, del bisogno di risparmiare, degli eccessi di spesa da controllare, della legislazione da semplificare data la fitta, contorta e impraticabile ragnatela di leggine in contrasto: poi....
Ecco le dichiarazioni frantumarsi nel cigolìo di questa o quella maggioranza transitoria e inabissarsi nei ricordi: restano parole e promesse (raramente mantenute). Tante (buone) speranze ma magri risultati...