#334 - 8 luglio 2023
AAAAA ATTENZIONE - Amici lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di martedi 30 settembre quando lascerà  il posto al numero 368. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti (Papa Francesco) Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo (Alberto degli Entusiasti) Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Pagine Preziose

Se è vero che sono gli uomini a caratterizzare i luoghi, a dare loro riconoscibilità,
a renderli affascinanti, è poi vero che sono i luoghi a restituire ricordi, affetti, nostalgie,
a pretendere un costante richiamo, una sottile ragnatela che avvolge i nostri desideri.

Il mare di Sicilia

12 - Aci e Galatea

di Angelo Zito

Jaci, un giovane pastorello, portava il suo gregge lungo le spiagge del mare. Vide un giorno uscire dalle onde dello Ionio una ninfa bellissima, Galatea, e se ne innamorò. L’amore fu ricambiato.
Il gigante Polifemo, innamorato della stessa ninfa, ma da lei sempre rifiutato, scoperti i due giovani in atteggiamento amoroso, preso dalla gelosia scagliò dei massi che spezzarono la vita del pastorello. Gli Dei impietositi trasformarono il sangue in tanti piccoli fiumi alle falde dell’Etna che ricordano oggi quel nome Jaci.
Biancumanciari è un dolce tipico della tradizione siciliana, chiamarlo budino è quasi offensivo, è un composto cremoso di latte e cannella, guarnito da frutti di bosco o da cioccolato. Mangiarlo e pensare a Galatea è tutt’uno.

Il mare di Sicilia

Biancumanciari

Biancumanciari in riva allo Jonio
a ritrovare la ninfa del mare
che Aci perdutamente amò.
Bianco come il latte, colore della sua pelle,
bianco come quel nome,
come quell’amore
spezzato in mille rivi.
Perché, si chiede una fanciulla,
tanti paesi hanno quel nome?
Non sa che il suo biancumanciari
è il trionfo di un mito,
memoria saporita di un amore
che l’Etna conserva alle sue pendici.

Il mare di Sicilia

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