#333 - 24 giugno 2023
AAAATTENZIONE - Cari amici lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del 31 LUGLIO PER LASCIARE IL POSTO AL N° 354 GIOVEDI' 1° AGOSTO. BUONA LETTURA A TUTTI . Ora ecco per voi un po' di SATIRA: Il Paradiso lo preferisco per il clima, l'Inferno per la compagnia (M. Twain) - Quando le cose non funzionano in camera da letto, non funzionano neanche in soggiorno (W.H. Masters) - L'intelligente parla poco, l'ignorante parla a vanvera, il fesso parla sempre (A: De Curtis) - Il sesso senza amore è un'esperienza vuota, ma tra le esperienze vuote è la migliore (W. Allen) - Per alcune cose ci vuole tanta pazienza, per tutte le altre c'è la gastrite (L. Limbus) - Non avere un pensiero e saperlo esprimere: è questo che fa di un uomo, un giornalista (K. Kraus) - Le banche ti prestano denaro, se puoi dimostrare di non averne bisogno (B. Hope) -
Costume e Società

Narrazione

di Amanzio Possenti

Va molto di moda ascoltare nei dibattiti TV la parola narrazione. Finora la si conosceva e la si utilizzava perlopiù nelle critiche letterarie.
E’ stato però effettuato un salto.. strumentale, conferendole una onnivalenza, dall’uso politichese (soprattutto) a quello di ricorso in qualsiasi evenienza. Ne siamo invasi come gli assolutamente sì o no – dizione consueta che ha perduto il valore di eccezionalità e discrezione - oppure l’avverbio già ,entrato forzatamente in ogni conversazione.

Narrazione

Niente di grave in sé, salvo per linguisti e puristi; di fatto accompagna un po’ tutto sino a proporsi come modo di esprimersi valido per ogni frittata.
Pare che quanti ne fanno uso sistematico, principalmente i politici, vi si ritrovino volentieri, a loro agio. Una sorta di ’mantra’ che funziona pur non narrando niente come invece si pretenderebbe.
Ne ascoltiamo la facilità d’uso quasi fosse un termine onnicomprensivo, soprattutto quando – e accade spesso - si confrontano o si scontrano le opinioni dell’x verso lo y e si scatena la bagarre verbale con il proposito di.. trascinare l’ascoltatore, un po’ sordo o indifferente, alle chiacchiere di parte. La ’narrazione‘ - si fa sapere - è questa non l’altra o viceversa, lasciando intendere trattarsi di un fondamentale informativo: nella realtà è il codicillo di una polemica vetusta e ripristinata come nuova. Quanto suscitatrice di svolta dialettica?

Di narrazione in narrazione il tema e la connessa scelta si modificano e lo spettatore ne deve rincorrere lo sviluppo procedurale. La posizione ‘A’ viene rielaborata, riproposta e servita in altri aspetti, quella ‘B’ di conseguenza subisce aggiustamenti. Si rende necessaria un’altra ’narrazione’: che fa comodo, poichè, in sostanza, narrare non è necessariamente omologare, bensì soltanto parlare. Le mille parole si mischiano e sovente si dimenticano.
Così si va avanti senza più sorprendersi e la ’narrazione’ si trasforma in strumento verbale universale : ‘allora tanto meglio farsela propria...’ , si commenta. Essa sembra promuovere necessità (?) di dialogo: la forma si fa contenuto.
Uno dei possibili (e inaccettabili) risvolti.

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