Esperienza umana collettiva sul palco teatrale
Contadini coraggiosi
di Amanzio Possenti
Recuperare l’Ottocento tra miseria imperante e fame diffusa soprattutto nel mondo contadino è l’impegno studio che il dottor Beppe Facchetti, trevigliese, ex deputato Pli, ha rielaborato scrivendone una splendida e originale commedia teatrale rappresentata in occasione dei 135 anni di attività tuttora in atto, unica cooperativa contadina ancora presente in Italia.
Titolo della commedia? I contadini coraggiosi di Calvenzano, proposta con successo ad un folto pubblico, protagonisti l’autore Beppe Facchetti, il regista Luciano Moriggi, il cantastorie Luciano Ravasio, la voce narrante Paolo Taddeo, l’intera e affiatata compagnia di prosa, la Cassa Rurale-Bcc di Treviglio (per la disponibilità alla iniziativa).
La Storia si rifà presente nell’attualità, tra libertà, impegno, volontà di fare e testimoniare la forza dell’unione.
La commedia inserisce l’interno di un processo cultural-sociale-cooperativistico-comunitario che, calato a Calvenzano(Bg) dagli anni 1873 e 1887 fra grandi speranze di libertà economica e dignità umana da parte di contadini sfruttati, racconta un’esperienza vera, popolare, generosa che trova disponibilità all’ascolto e alla recettività. Quei ‘coraggiosi contadini’ rappresentano un esempio costruttivo e una fonte di solidarietà. Fra difficoltà, ostacoli e problemi, il testo affronta un delicato momento storico, ricco di lungimiranza: basilare ai fini dello sviluppo e del passaggio dalla miseria ad un futuro onorevole, tra prove e controprove, avversità e aspettative. Con risultati confortanti, poiché la Cooperativa Agricola di Calvenzano, come si è segnalato, è tuttora positivamente attiva, a 135 anni dalla fondazione.
Quei ’contadini di Calvenzano’ – interpretati da attori volontari di Calvenzano e di Treviglio - hanno saputo superare tutto, dalla mancanza di denaro all’impegno del prestito bancario, dalla quotidiana ‘lotta’ fra il padrone e il mezzadro ’ alle titubanze di alcuni e alle certezze di altri, dalla povertà trionfante al bisogno di non sentirsi abbandonati, al sogno di una libertà guadagnata sulla via della cooperazione. Il tutto inseguendo la speranza... all’interno di un una osteria di paese, fra un bicchiere di vino e le chiacchiere lamentose quanto infruttuose di contadini vittime di contrasti sociali evidenti a causa di una prepotente padronalità.
Sul palcoscenico, la penna dell’autore - nipote di Giuseppe Facchetti, che fu l’ideatore della cooperativa e l’estensore dello Statuto nonché fondatore dell’Istituto Facchetti - ripercorre momenti altamente drammatici: la emigrazione di molte famiglie in Argentina e in America alla ricerca di lavoro e di riscatto, la pellagra che uccideva, la scelta di buttarsi nella via vincente della cooperazione.
La presenza, costante e significativa di Treviglio nella narrazione commediale, oltre ad una vicinanza all’esperienza di Calvenzano, propone una gustosa aneddotica affidata alla visionarietà e futuribilità anche interpretativa (di Bruno Manenti nel curioso ruolo di ’Garibaldi’), offrendo spazi di memoria sulla nascita e il ruolo della Cassa Rurale, esempio di cooperazione fortemente efficace e di servizio alla comunità bisognosa.
Riflettendo e divertendo, l’autore Facchetti - da valido giornalista e scrittore - affronta la Storia dal lato umano, comunicativo, diversamente da quello agiografico, e grazie alla regia di Luciano Moriggi dona al testo qualità, stile e interesse: un racconto-commedia accattivante, premiato da applausi convinti, rivisitati grazie a presenti memorie familiari.
Così l’antica Cooperativa ritrova e rilancia il suo encomiabile appeal.