Il meliloto comune o giallo, conosciuto anche come vetturina gialla
è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle Fabaceae
Melilotus officinalis
di Guido Bissanti
-Sistematica
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Ordine Fabales, Famiglia Fabaceae, Sottofamiglia Faboideae, Tribù Trifolieae e quindi al Genere Melilotus ed alla Specie M. officinalis. È sinonimo il termine Trigonella officinalis (L.) Coulot & Rabaute.
-Etimologia
Il termine Melilotus proviene dal mél, mellis miele e da lotus una sorta di trifoglio: trifoglio dolce. L’epiteto specifico officinalis deriva da offícina, laboratorio medioevale: per le qualità della pianta di poter essere usata in farmaceutica, erboristeria, liquoristica, profumeria e simili.
-Distribuzione Geografica ed Habitat
Il Melilotus officinalis è una pianta con origini eurasiatiche in senso stretto, cioè dall’Europa al Giappone ed oggi diffusa in quasi tutte le zone del mondo, ma con alcune lacune importanti relative ad aree continentali o climatiche.
-Descrizione
Il meliloto comune è una specie, annuale o biennale, erbacea provvista di caule eretto con foglie alterne trifogliate e fiori gialli ed odorosi. Il frutto è una camara (legume indeiscente) delle dimensioni di 3-5 x 2-4 mm, pendula e apicolata, ovoide con apice acuto e becco, glabra e bruno-chiaro a maturità, con nervature trasversali reticolate, che contiene 1-2 semi di 1,3-1,6 x 1-1,3 mm, ovoidi, opachi, lisci, verdastri o bruno-giallastri.
-Coltivazione
Il meliloto viene coltivato non solo a scopo officinale, ma anche per la produzione di foraggio per gli animali, e per essere interrato allo scopo di migliorare la composizione del terreno. Viene inoltre usato per la produzione di un delicato e aromatico miele mono floreale. Il meliloto si semina all’inizio della primavera o anche a fine inverno. Si può seminare direttamente a dimora, con una distanza di impianto di almeno 20 cm, poiché le piante tenderanno a svilupparsi in forma di piccolo cespuglio durante la fioritura. Germina in genere dopo 10-15 giorni. Per la tecnica di coltivazione si può consultare la seguente scheda.
-Usi e Tradizioni
Il meliloto è una pianta foraggera; quando lo stoccaggio però non viene realizzato in condizioni ottimali, può dar luogo nel bestiame che se ne alimenta, per deterioramento della pianta, ad emorragie che possono essere anche fatali.
Questa pianta contiene nella porzione fiorita tossine ad azione anticoagulante come la melitotossina, la cumarigenina e la cumarina. Per ingestione di questa pianta in eccesso si possono avere dei danni, che consistono in un allungamento dei tempi di emocoagulazione.
La sua introduzione nella terapeutica come antispasmodico si deve a Galeno.
La storia dell’introduzione della cumarina in terapia è di notevole interesse: essa ebbe inizio dall’osservazione di una sindrome emorragica nel bestiame che aveva ingerito trifoglio e meliloto avariato. Tale sindrome era associata ad una diminuzione dei livelli plasmatici di protrombina. Nel 1941 Link, dell’Università di Wisconsin, dimostrò che questa malattia emorragica del bestiame era causata da un composto di tipo cumarinico. Link sintetizzò la diidrossi-cumarina (dicumarolo) che costituì il precursore degli anticoagulanti di tipo dicumarolico e indandionico.
Per usi terapeutici si utilizzano i suoi fiori e il collirio realizzato grazie al decotto o all’infuso è indicato per le infiammazioni congiuntivali e per l’orzaiolo.
L’acqua distillata di Meliloto è una lozione rinfrescante, addolcente e distensiva particolarmente indicata per pelli secche e stanche.
I costituenti principali sono: 0,4-1% di cumarina, flavonoidi (derivati del kaempferolo e della quercetina), sapogenine, tannini. Le attività principali sono : antispasmodiche, digestive; sedative, astringenti; antiedemigene. Impiego terapeutico: insufficienza venolinfatica; disturbi digestivi di origine nervosa; turbe minori del sonno.
Per queste sue peculiarità trova indicazione nel trattamento di edemi di natura infiammatoria o da stasi, nel trattamento sintomatico delle turbe funzionali della fragilità capillare cutanea.
Per l’azione antispasmodica (cumarina) è indicato nelle turbe digestive minori e nelle forme lievi di insonnia.
Le indicazioni terapeutiche principali sono, comunque, i disturbi della circolazione venosa, quali emorroidi, varici, e anche ulcere della gamba, tromboflebite, profilassi della trombosi, stasi linfatiche.
Il Melilotus officinalis è una pianta molto mellifera e si ricava un buon miele, anche uniflorale, anche se non molto frequente; è comunque una importante fonte di nettare per le api.
-Modalità di Preparazione
La medicina popolare utilizza l’infuso di meliloto, dal sapore estremamente gradevole ed aromatico, nelle cefalee, come digestivo (dopo i pasti) come antispasmodico e anche nell’insonnia dei bambini e degli anziani, attribuendo alla pianta, pertanto, attività simili a quelle della Camomilla. Inoltre il meliloto possiede anche proprietà diuretiche (infuso al 5%).
Compresse imbevute con un decotto di meliloto, o creme o pomate al 10-20%, possono essere applicate sulle articolazioni doloranti (reumatismo) ove manifestano azione antalgica.
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