Viaggio in Sardegna
Tra terra e cielo
di Amanzio Possenti
Visitando l’isola sarda si traggono alcune idee e osservazioni--base: la natura resta fortunatamente selvaggia ; il territorio è un ambiente di rara bellezza;i monti e le zone collinari rivelano una presenza costante di verde; il vento, soprattutto il maestrale(da nord ovest) è l’anima della regione e meno raramente cede spazio allo scirocco; chilometri e chilometri di pianura (soprattutto il Campidano) donano un’armonia costante di luminosità sotto un sole cocente che picchia implacabile; il colore giallo e giallo ocra è dominante sulle costiere come nell’entroterra; le zone a mare manifestano un tripudio di colore e di calore; le campagne con i vigneti e le lunghe file di ulivi attraggono per la uniformità gioiosa; i paesi sono ‘marchiati’ da rare presenze umane; la preparazione dei formaggi è come un rituale senza tempo; tutto ha un cuore che nasce da lontano e proviene da invasioni e da culture proprie; le località sono un cantico dal ‘suono’ eccellente fra una misura di silenzio permanente e uno stile di ‘chiacchiera’ semplice e moderata, appena percettibile; le strade corrono in mezzo a luoghi ricchi di poesia nascosta.
Si ha il sentore di queste esperienze visive e sonore già muovendosi per Cagliari, l’antico e storico centro capoluogo attorno al quale quasi per magìa si rincorrono i comuni dell’hinterland, ognuno mirabile per proprietà di aspetto e di vita; così l’area metropolitana - da Quartu Sant’Elena a Maracalagonis, da Selargius a Quartucciu ,dalla spiaggia del Poetto alla costiera di Capoterra fino a Castiadas e a Nora di Pula e giù ancora a Villasimius, passando per Dolianova e Settimo San Pietro - allargandosi a vista d’occhio propone un tutt’uno severo e delizioso ad un tempo, una serie di spazi sui quali si genera ricerca di pace sovrana, rotta solo dagli strombazzamenti dei clacson.
In un territorio siffatto abitato soltanto da un milione e mezzo di cittadini, e dove si scoprono costanti rivisitazioni antiche – dai nuraghi agli insediamenti fenici, cartaginesi, romani, aragonesi, spagnoli, pisani ed infine dei Savoia con il regno di Sardegna - spicca, a pochi chilometri dall’Osservatorio Astronomico con sede a Selargius (dove lavora con altri scienziati il concittadino dottor Andrea Possenti, primo ricercatore e già direttore dell’Ossevratorio) il segno della tecnologia e scienza contemporanea : parlo del grande e maestoso Radiotelescopio Srt dell’Inaf (Istituto Nazionale di Astrofisica) installato a 700 metri d’altitudine nel territorio comunale e collinare di San Basilio . Attualmente fermo per lavori di potenziamento, che lo renderanno ancor più scientificamente attraente a livello europeo, il radiotelescopio con la sua ‘coppa’ ruotante di 60 metri di diametro e l’altezza di 74 metri è ‘pilotato’, a livello di ricerche. come struttura capace di solcare buona parte del cielo, da una serie di strumenti d’alto profilo scientifico avvalendosi dei quali gli astronomi traggono risultati importanti e preziosi. Il vasto campo che ospita lo Srt è corredato anche da 64 piccole antenne a bassa tensione per lo svolgimento di altre specifiche ricerche, esercitate da scienziati italiani e stranieri, giusto orgoglio per l’impianto Inaf e per la Sardegna.
Un regno di scienza visivamente Terra di armonie e di ospitalità fin dall’età del ferro, la regione sarda, profondamente italiana e dove il lessico è un rincorrersi di esperienze linguistiche remote e contrastanti,originali e autoctone, che parlano italiano ma si esprimono anche con convinte verbalità antiche, racconta al passeggero il valore di una sensibilità antichissima verso l’uomo e la natura, fra bellezza, semplicità e fascino misterioso.