#331 - 27 maggio 2023
AAAAA ATTENZIONE - Amici lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di venerdi 05 aprile, quando lascerà  il posto al numero 349. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti (Papa Francesco) Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo (Alberto degli Entusiasti) Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Storia

Note sulla Memoria dei Giorni

L'Inter alza la sua prima Coppa dei Campioni: Alla Coppa dei Campioni 1963-64, nona edizione del torneo, partecipano 31 squadre. L'Italia è rappresentata dall'Internazionale di Milano e, come detentore del trofeo, dal Milan, ammesso direttamente agli ottavi di finale.
I rossoneri escono nei quarti, non superando l'ostacolo Real Madrid. I nerazzurri, dopo aver eliminato in semifinale il Borussia Dortmund, incontrano proprio i "blancos" nella finale di Vienna. Grazie ad una doppietta di Sandro Mazzola (capocannoniere del torneo) ed una rete di Milani, l'Inter di capitan Picchi vince per 3 a 1 (di Felo il gol dei madridisti) e conquista la sua prima Coppa dei Campioni.

Strage di piazza della Loggia: Lancette dell'orologio alle 10, il cuore pulsante di Brescia radunato in un comizio antifascista è scosso da un sordo boato che, in un attimo, si porta via le vite di cinque giovani insegnanti (tra loro tre donne), due operai e un pensionato, ferendone 102. È il tragico bilancio della strage di piazza della Loggia, l'ennesimo atto della famigerata strategia della tensione che, tra gli anni Settanta e Ottanta, tentò di minare le fondamenta delle istituzioni democratiche italiane.
Le indagini sull'attentato, causato da un chilogrammo di tritolo nascosto in un cestino, fanno emergere il coinvolgimento di militanti del movimento politico Ordine Nuovo, gruppo neofascista fondato nel 1963, e di elementi deviati dell'esercito e dei servizi segreti. L'iter processuale si protrae per oltre trent'anni, fino alla sentenza della Cassazione, nel febbraio 2014, che conferma la colpevolezza di parte degli imputati. Nell'aprile dello stesso anno, una direttiva del governo Renzi, fa decadere il segreto di Stato sulla vicenda, che aspetta ancora una verità definitiva.

Nasce Amnesty International «Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti» recita il primo articolo della Dichiarazione universale dei diritti umani. Un assunto che da mezzo secolo anima le battaglie di Amnesty International, una "luce" perennemente accesa in difesa della vita, della libertà e della dignità di ogni individuo.
I valori espressi con la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948, in risposta agli orrori della Seconda guerra mondiale, vennero intercettati da un movimento d'opinione internazionale, formatosi attorno alle prime organizzazioni non governative impegnate contro la pena di morte e in generale contro fenomeni di violenza, tortura e persecuzione giudiziaria. Sebbene alcuni paesi, come il Regno Unito e l'Italia (dove venne vietata dalla Costituzione del '48 e abolita per legge nel 1994 dal codice penale militare di guerra), avessero già intrapreso la strada dell'abolizione, la pena capitale restava in vigore in gran parte dei paesi.
L'altra faccia della medaglia era rappresentata da sistemi carcerari disumani, adoperati come strumento di repressione dai regimi totalitari, come quello instaurato in Portogallo con un colpo di Stato da António de Oliveira Salazar. Il clima di censura imposto da quest'ultimo portò all'arresto di due studenti e alla conseguente condanna a sette anni di reclusione, colpevoli di aver brindato inneggiando all'indipendenza.
La notizia indignò l'avvocato inglese Peter Benenson, già noto per il suo impegno civile, che lo aveva portato nel 1956 a fondare, con altri avvocati, il gruppo Justice, allo scopo di offrire assistenza legale a persone i cui diritti non erano garantiti. Il legale prese carta e penna e scrisse una lettera dal titolo "I prigionieri dimenticati", indirizzata all'editore del giornale The Observer.
La lettera, pubblicata il 28 maggio 1961, divenne idealmente l'atto costitutivo di Amnesty International: «Aprite il vostro quotidiano un qualsiasi giorno della settimana e troverete la notizia di qualcuno, da qualche parte del mondo, che è stato imprigionato, torturato o ucciso poiché le sue opinioni e la sua religione sono inaccettabili per il suo governo. Ci sono milioni di persone in prigione in queste condizioni, sempre in aumento. Il lettore del quotidiano percepisce un fastidioso senso d'impotenza. Ma se questi sentimenti di disgusto ovunque nel mondo potessero essere uniti in un'azione comune qualcosa di efficace potrebbe essere fatto».
Una chiamata all'impegno civile che venne ripresa dalle testate di altre nazioni e alla quale risposero migliaia di lettori, emulando la sua iniziativa nel pubblicare lettere e diffondere appelli in favore dei due studenti. Il crescente consenso spinse Benenson, a luglio di quell'anno, a convocare in Lussemburgo la prima conferenza internazionale degli attivisti di Amnesty. Quello che inizialmente doveva essere un appello per l'amnistia si trasformò in un'organizzazione non governativa, dotata di una sua struttura e con volontari in tutti i paesi.
Altro passo fondamentale fu l'adozione del logo ufficiale, individuato in una «candela avvolta dal filo spinato», a simboleggiare l'impegno a far luce sui casi di violazione dei diritti umani e che venne ispirato a Benenson da un antico proverbio cinese, poi divenuto il motto dell'ONG: «Meglio accendere una candela che maledire l'oscurità». Il 10 dicembre 1961, nella chiesa londinese di Saint Martin in the Fields (in Trafalgar Square), venne accesa la prima candela; oggi in quella data si celebra la Giornata mondiale dei diritti umani.
Le campagne portate avanti negli anni, contro la tortura, la pena di morte e gli omicidi politici, vennero supportate da un'attività di indagine nelle diverse realtà, che permise la pubblicazione di un rapporto annuale sullo stato dei diritti umani nel mondo. Ciò contribuì a sensibilizzare maggiormente istituzioni e opinione pubblica, nel riconoscere il prezioso impegno di Amnesty che nel 1977 fu premiato con il Premio Nobel per la Pace.

Sostenuta da una rete di sette milioni di soci e sostenitori in oltre 150 paesi è oggi considerata la maggiore organizzazione che si occupa di diritti umani.

John Fitzgerald Kennedy: Trentacinquesimo presidente degli Stati Uniti e il primo di religione cattolica, fu un assoluto protagonista del Novecento. La sua parabola politica, conclusa dal tragico assassinio di Dallas (22 novembre del 1963), segnò un'epoca cruciale della storia americana e non solo.
Nato a Brookline, nello stato del Massachusetts, durante la Seconda guerra mondiale John Kennedy partecipò a diverse missioni nel Pacifico e conseguì il grado di tenente di vascello. Pluridecorato per le coraggiose azioni di guerra, si diede alla politica seguendo le orme del fratello Joseph Jr, rimasto ucciso durante il conflitto.
Eletto senatore nel 1952 per il Partito Democratico, alla fine del mandato si candidò per la Casa Bianca, dove entrò nel gennaio del 1961. Sotto la sua presidenza si verificarono eventi capitali della storia mondiale: la crisi dei missili di Cuba (fase più critica della guerra fredda tra USA e URSS), la costruzione del Muro di Berlino, la conquista dello spazio, gli antefatti della Guerra del Vietnam e l'affermarsi del movimento per i diritti civili degli afroamericani.
Nella vita privata, John Fitzgerald Kennedy sposò Jaqueline Bouvier, da cui ebbe quattro figli.

Marilyn Monroe: La prima icona della cultura pop e la prima vera sex symbol. Nata a Los Angeles e morta il 5 agosto del 1962 in circostanze sospette, ha avuto una fulgida quanto breve carriera di attrice e cantante. Intorno alla sua morte aleggiano numerose congetture, anche se è probabile che sia dovuta ad un'overdose di barbiturici.
Tra i film più importanti cui ha preso parte: A qualcuno piace caldo (1959), per il quale vinse il Golden Globe come migliore attrice.
Molti ricordano il suo intervento canoro alla festa per il compleanno del presidente Kennedy, dove cantò "Happy Birthday, Mr. President". Ancora oggi Marilyn è un’icona di sensualità ed eleganza.

Al cinema "C'era una volta in America": Di sodalizi riusciti il cinema ne ha vissuti tanti, ma quello tra il regista Sergio Leone e il compositore Ennio Morricone è qualcosa di sublime. L'ultimo capolavoro che consegnano alla storia della "settima arte" è C'era una volta in America, ritratto di struggente malinconia del genere gangster, che va dall'America degli anni Venti ai favolosi anni Sessanta, passando per la fine del Proibizionismo. La vicenda, costruita su continui flashback e flashforward (rispettivamente salti nel passato e nel futuro), ruota attorno alla figura del gangster David Aaronson, detto "Noodles" (impersonato da un magistrale Robert De Niro), e della sua amicizia con Max (alias James Woods), che s'intreccia con la relazione che lo lega a Deborah (Elizabeth McGovern). Il tono nostalgico, esaltato dall'indimenticabile colonna sonora morriconiana, si scontra con la dura realtà del mondo criminale di cui i protagonisti fanno parte.
Tratto dal romanzo "Mano armata" di Harry Gray, il film esce nelle sale statunitensi il 1° giugno del 1984 ma, per via della pessima versione distribuita dal produttore Milchan, non ottiene un grande riscontro al botteghino (appena 5.321.508 dollari incassati negli USA). Diversamente, in Europa va incontro al successo grazie a una migliore versione, rispondente alle intenzioni del regista; solo in Germania incassa 9 milioni di dollari.
Nel restauro della pellicola eseguito nel 2012 dalla Cineteca di Bologna, sono stati aggiunti 25 minuti di scene eliminate nel montaggio del 1984.

La Festa della Repubblica: La festa della Repubblica Italiana si celebra il 2 giugno, per commemorare la nascita della Repubblica. La data si riferisce al 2 e 3 giugno del 1946, quando si tenne il referendum a suffragio universale con cui gli italiani decisero quale forma di stato preferivano, dopo la caduta del fascismo. Così, nel 1946 l’Italia divenne una repubblica e i Savoia furono esiliati. In passato la festa veniva celebrata la prima domenica di giugno, poi nel 2000, con il governo Amato e Carlo Azeglio Ciampi come Presidente della Repubblica, fu riportata al 2 giugno.

Roberto Rossellini: Regista di opere che hanno scritto la storia del cinema italiano, con De Sica e Visconti completa la triade dei maestri del neorealismo cinematografico.
Nato a Roma e qui scomparso nel giugno del 1977, prese confidenza con il dietro le quinte della "settima arte", frequentando la sala cinematografica del padre, la prima aperta nella Capitale. Con il primo lavoro, un documentario dal titolo "Preludio al pomeriggio di un fauno", si guadagnò nel 1938 l'ingaggio tra gli sceneggiatori in "Luciano Serra pilota", uno dei film italiani più famosi della prima metà Novecento.

Debutta come regista nel 1941 con La nave bianca, primo capitolo della cosiddetta "Trilogia della guerra fascista", alla quale fece seguito la "Trilogia Neorealista o della guerra antifascista". Con essa sfornò tre capolavori assoluti: Roma città aperta, che trionfò alla prima edizione del Festival di Cannes (1946) e lanciò Anna Magnani tra le star internazionali, Paisà e Germania anno zero.
Legato per lungo tempo alla diva hollywoodiana Ingrid Bergman, che diresse tra gli altri in "Europa '51", nel 1957 ottenne il Leone d'Oro al "miglior film" al Festival di Venezia, per il Il generale Della Rovere (con uno straordinario Vittorio De Sica). Convinto della funzione didattica della TV, si dedicò a film di carattere culturale, divisi in "Ritratti di personaggi" e "Ritratti d'epoca".

Papa Giovanni XXIII: Per le cronache storiche è il Papa buono che, rivolgendosi ai fedeli in Piazza San Pietro, disse: «Date una carezza ai vostri bambini e dite: "Questa è la carezza del Papa!"»
Nato a Sotto il Monte, piccolo borgo del bergamasco, e morto nella Città del Vaticano a giugno nel 1963, Angelo Giuseppe Roncalli venne eletto al soglio pontificio nel 1958, portando una ventata di evangelizzazione nella Chiesa Cattolica.
Primo pontefice ad abbattere le distanze con i fedeli, manifestò la sua rivoluzionaria umiltà nel celebre discorso della luna. Rimasero indelebili nella memoria collettiva le visite ai bambini malati dell'ospedale romano Bambin Gesù e ai carcerati di Regina Coeli.
Medesima apertura fu rivolta verso gli evangelizzatori di altre confessioni, stabilendo la figura del “Papa pellegrino”. Tra gli eventi storici vissuti sotto il suo pontificato, il più drammatico fu la crisi dei missili a Cuba, quando si sfiorò un conflitto nucleare tra le due superpotenze, alle quali rivolse un accorato appello alla pace.
Beatificato nel 2000 da Giovanni Paolo II, insieme a quest'ultimo è stato proclamato "santo" il 27 aprile 2014.

Protesta di piazza di Tienanmen: Uno studente che con il suo corpo cerca di arrestare l'avanzata dei carri armati. È un'immagine storica del grande movimento di protesta che portò migliaia di studenti universitari a manifestare, in piazza Tienanmen, contro il regime comunista cinese, che dal canto suo rispose con una sanguinosa repressione militare.
La protesta maturò nella fase di dissoluzione dell'ex Unione Sovietica, che gradualmente portò alla caduta dei vari regimi comunisti nei rispettivi stati dell'URSS. In Cina le cose sembravano andare diversamente fino a quando, in seguito alla morte del Segretario generale del Partito Comunista, Hu Yaobang, si scatenò la protesta di centinaia di studenti universitari che chiedevano riforme democratiche.
Le prime manifestazioni pacifiche si ebbero ad aprile del 1989 ma il regime mostrò totale chiusura alle loro richieste, accusandoli di perseguire progetti rivoluzionari e mettendo in atto una dura strategia di censura. Ad essa il movimento rispose con un manifesto pubblicato a maggio, in cui si annunciava lo sciopero della fame come forma di protesta in nome della democrazia.
Il regime reagì con la forza militare, inviando i carri armati verso piazza Tienanmen nella notte del 3 giugno. Di fronte alla pacifica resistenza degli studenti, non esitarono ad aprire il fuoco facendo centinaia di vittime; un numero tutt'oggi non quantificabile per la censura imposta dal governo cinese, contro cui ancora si battono le principali organizzazioni umanitarie, come Amnesty International.
Il massacro continuò nei due giorni successivi. La mattina del 5 giugno uno studente (per altri si tratterebbe di un contadino) si parò davanti a una colonna di carri armati per ostacolarne il passaggio, consegnando al mondo l'immagine più rappresentativa di quegli eventi.
A quasi trent’anni di distanza, nonostante si continui a ignorare l’identità e il destino del rivoltoso sconosciuto, quella foto continua a rappresentare un simbolo della lotta contro tutti i regimi dittatoriali.

Nasce lo Stato della Città del Vaticano: La nazione più piccola del mondo, custode da oltre due millenni della cristianità, nacque nell'Italia mussoliniana, creando un'eccezione unica al mondo sulla natura giuridica degli Stati.
Il riconoscimento del nuovo soggetto da parte del governo italiano era avvenuto l'11 febbraio del 1929 con la firma dei Patti Lateranensi, così chiamati perché sottoscritti da Benito Mussolini e papa Pio XI nella Sala dei Papi del palazzo di San Giovanni in Laterano. Quattro mesi dopo lo stesso Pontefice emanò la legge fondamentale della Città del Vaticano, che disegnava la forma di governo del nuovo Stato, insieme ad altre cinque leggi su aspetti legati alla cittadinanza, alla pubblica sicurezza e all'ordinamento amministrativo ed economico.

Come si evinceva dal primo dei 21 articoli del testo, che recita «Il Sommo Pontefice, Sovrano dello Stato della Città del Vaticano, ha la pienezza dei poteri legislativo, esecutivo e giudiziario.», si delineava una "monarchia assoluta elettiva", di natura teocratica, i cui principali compiti di governo erano attribuiti al cardinale Segretario di Stato. Ad eleggere il Papa era il collegio cardinalizio, riunito in conclave.
Definiti anche i simboli nazionali: la bandiera, costituita da un «drappo partito di giallo e bianco, col bianco caricato al centro delle Chiavi incrociate (decussate) sormontate del Triregno.»; l'inno nazionale, indicato come "Inno e Marcia Pontificale", composto da Charles Gounod. Tra gli aspetti cruciali affrontati nelle altre leggi quello della cittadinanza, spettante «ai cardinali residenti in Vaticano e a Roma, ai residenti stabili in Vaticano per ragioni di carica, dignità o impiego e a coloro cui sia concesso dal Pontefice, coniugi e figli di cittadini», e della proprietà, non riconosciuta in quanto tutti gli immobili appartengono alla Santa Sede.
Nel 2001 la legge fondamentale venne modificata da Giovanni Paolo II che, tra le altre cose, cancellò definitivamente la pena di morte (prevista in caso di tentato omicidio del Papa), mai applicata dopo il 1929 e abolita da Paolo VI nel 1967.
Alla luce della superficie che occupa, pari a 0,44 km², e del numero dei cittadini residenti (605 nel 2017), il Vaticano detiene due primati mondiali: è lo stato più piccolo (seguito dal principato di Monaco e da Nauru, in Oceania) e il meno popoloso del pianeta.

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