Europa
di Amanzio Possenti
Europa sì e no. E’ quanto si nota nei discorsi e nelle sfumature verbali dei politici ed anche della gente comune.
Non sempre se ne parla in modo appropriato, spesso con lacune informative o con pregiudizi.
Che l’Europa rappresenti a livello politico Ue - la Europa dei 27 Stati – una necessità e una scelta prioritaria è fuori dubbio, considerate esigenze comunitarie categoriche di unità democratica e di coordinamento interstatuale; e poi c‘è una identità da promuovere e sostenere.
Il Parlamento europeo eletto in ogni Paese (prossima consultazione nel 2024) è una forma importante di comunitarietà, come lo è la Commissione, governo della Europa cointeressata.
Tutto ok, e non potrebbe essere diversamente vista la centralità dell’Unione: diventano ‘problemi’ taluni atteggiamenti e conseguenti scelte operative. L’Italia ne fa esperienza (negativa) da più tempo.
Mentre all’Europa va un grazie potente e chiaro per i 209 miliardi di euro assegnati all’Italia tramite il Pnrr (Piano nazionale di rilancio e resilienza), si resta dubbiosi circa delibere e verso antiche tradizioni nostrane) che paiono colpire il ‘Bel Paese’. Allora nascono e si sviluppano proteste allarmate, tali da provocare una sorta di reazione a catena.
Si sente il bisogno di un’Europa meno burocratica e più vicina, meno fiscale e più consapevole di realtà opinabili fuori dal territorio nazionale ma intensamente e storicamente proprie della nostra comunità.
Insomma, si confida - diciamocelo apertamente - in un’Europa un po’ più…italiana…