#328 - 15 aprile 2023
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di mercoledi 30 aprile quando lascerà il posto al n° 363 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi un po' di SATIRA - Nasciamo nudi, umidicci ed affamati. Poi le cose peggiorano - Chi non s ridere non è una persona seria (P. Caruso) - l'amore è la risposta ma mentre aspettate la risposta, il sesso può suggerire delle ottime domande (W. Allen) - Ci sono persone che si sposano per un colpo di fulmine ed altre che rimangono single per un colpo di genio - Un giorno senza una risata è un giorno sprecato C. Chaplin) - "Il tempo aggiusta ogni cosa" Si sbrigasse non sono mica immortale! (F. Collettini) - Non muoverti, voglio dimenticarti proprio come sei (H. Youngman) - La differenza tra genialità  e stupidità è che la genialità  ha i suoi limiti (A. Einstein). -
Editoriale

Fratelli

di Dante Fasciolo

Durante la settimana di Pasqua che ci ha preceduto,
ricca di iniziative religiose per lo più di rito cattolico,
le parole che più di altre sono risuonate sono state
fratellanza e cristiani, l’una compenetrata all’altra.
Assioma fin dalla nascita e per predicazione
di Gesù di Nazaret, poi Cristo Redentore.

Perchè non possiamo non dirci “cristiani”,
scriveva Benedetto Croce, accompagnando il suo pensiero
con riflessioni laiche, filosofiche, etiche.
Con dovute, rispettose, diverse carature, mi chiedo:
Perchè non possiamo non dirci “fratelli”,
facendo leva su considerazioni religiose, morali, sociali.

Se è vero che il Cristianesimo ha rivoluzionato la coscienza
imprimendo una nuova spiritualità
nell’animo di ogni singolo essere umano,
spingendo tale “rivoluzione”” al limite di una forma di virtù,
ebbene questa virtù non può non partire da un nuovo sentire
la vicinanza all’altro in forma di maggiore considerazione e rispetto
che proprio il cristianesimo battezza con il sostantivo “fratellanza”.

Dallo scambievole generico “fratello” in uso tra i seguaci di Cristo,
via via si afferma il concetto della predicazione evangelica
per la quale ogni uomo è figlio dello stesso Dio,
dunque “Fratello” per ragione spirituale… uomini tutti fratelli.

La storia dell’uomo sulla terra dissemina amare contraddizioni.
Dal “fratellevole” del Boccaccio nell’introduzione del suo Decamerone,
inteso come opportunità in divenire,
ramo del più serrato, consapevole, assertivo
“ama il prossimo tuo come te stesso”,
il cammino della “fratellanza” ha attraversato
– e attraversa ancora inspiegabilmente -
impervie strade lastricate di ostracismo
al punto che per l’attuale società edonista
il termine “fratellanza” altro non è che un’appendice indistinta e sbiadita
nella scala dei rapporti interpersonali, sociali e perfino religiosi e spirituali.

Talchè, riferendoci all' affermazione crociana iniziale,
non possiamo non ripiegare su una desolata variante:
“Perchè ancora non possiamo dirci fratelli ?!”

AAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo giornale no-profit è realizzato da un gruppo di amici che volontariamente sentono la necessità di rendere noti i fatti, gli avvenimenti, le circostanze, i luoghi... riferiti alla natura e all'ambiente, alle arti, agli animali, alla solidarietà tra singoli e le comunità, a tutte le attualità... in specie quelle trascurate, sottovalutate o ignorate dalla grande stampa. Il giornale non contiene pubblicità e non riceve finanziamenti; nessuno dei collaboratori percepisce compensi per le prestazioni frutto di volontariato. Alcune fotografie e immagini presenti sono tratte da Internet e Face Book , e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori fossero contrari alla loro pubblicazione, possono segnalarlo a dantefasciolo@gmail.com in modo da ottenerne l'immediata rimozione. Buona Lettura a tutti. grazie.