#328 - 15 aprile 2023
AAAAA ATTENZIONE questo numero resterà in rete fino alla mezzanotte del 3 maggio quando lascerà il posto al numero 351. - BUONA LETTURA - ORA ANTICA SAGGEZZA - Gli angeli lo chiamano piacere divino, i demoni sofferenza infernale, gli uomini amore. (H.Heine) - Pazzia d'amore? Pleonasmo! L'amore è già  in se una pazzia (H.Haine) - Nel bacio d'amore risiede il paradiso terrestre (Lord Byron) - Quando si comincia ad amare si inizia a vivere (M. de Scudery) - L'amore è la poesia dei sensi ( H. De Balzac) - Quando il potere dell'amore supererà  l'amore per il potere, sia avrà  la pace (J. Hendrix)
curiosità

Il dirigibile

di Roberto Bonsi

“Once upon a time” scriverebbero quelli della “Perfida Albione” (n.d.a.: gli Inglesi). “C’era una volta”, possiamo invece ora scrivere tutti noi, qui stanziali sul suolo italico. Quello che ora ci stiamo avviando a narrare, non è affatto una fiaba, e quindi non ha nulla di fantastico o meglio di fantasioso, è solo una pura e sacrosanta realtà. Terminata di fatto l’epoca ma anche l’epopea delle mongolfiere; dall’arguta mente di un ingegnere francese che rispondeva al nome di Henri Giffard, in un’annata che oggi si perde nella notte dei tempi e più precisamente nel lontano 1852, costui ebbe la coraggiosa e brillante idea che lo portò ad ideare e di seguito a costruire il primo dirigibile con conduzione a vapore.

Il dirigibile

Che cosa è il dirigibile? E’ un oggetto volante che per l’appunto, si dirigeva versò una meta in precedenza programmata. Lo stesso fu denominato anche aeronave ed anche aerostato, la cui direzione era controllata per il tramite di alcuni comandi aerodinamici o propulsivi. Stando alle ricerche effettuate, esistevano tre tipi di dirigibile, quello rigido, quello semirigido e quello floscio. Il 17 giugno 1905 nacque anche il primo dirigibile con bandiera italiana, il quale fu progettato e poi costruito dal conte Almerico da Schio.
La carriera per così dire strettamente commerciale dei singoli dirigibili fu davvero breve, in quanto gli stessi operarono o ancor meglio navigarono nei cieli italiani, in quelli del nostro continente, negli Stati Uniti d’America ed in molti altri Paesi, dal 1929 al 1937. Malgrado le loro caratteristiche tecniche perlopiù di tipo rigido, i dirigibili erano molto esposti nel mai inconsueto caso di difficili condizioni atmosferiche, ed a causa di ciò vi furono anche diversi gravi incidenti, la cronaca del tempo ha riportato ai giorni nostri, il … “fattaccio” di tre grossi dirigibili. Erano al servizio di Sua Maestà britannica, e ve ne era uno molto possente in forza alla Marina militare americana, ed inerente a quest’ultimo vi fu l’immane tragedia della caduta del dirigibile “Hindenburg”, che nel suo ventunesimo volo mentre era in fase di atterraggio, piombò improvvisamente al suolo, questo nello Stato del New Jersey, non lontano da New York.

Il dirigibile

Vi erano dei dirigibili in versione cosiddetta: cargo, ed altri ancora nella versione con passeggeri a bordo. il “mezzo volante” inventato da Henri Giffard, fu una sorta di “pallone”, un aerostato a forma di sigaro e quindi non totalmente sferico, e lo stesso come pure gli altri che seguirono, furono debitamente attrezzati per imbarcare i passeggeri o le merci od ambedue in versione “combo” (n.d.a.:passeggeri e merci imbarcati insieme sullo stesso mezzo aereo. Giffard ed i suoi emuli, fecero inizialmente, ma anche in seguito, inserire una sorta di navicella poi chiamata con il nomignolo di “gondola”, e con il fattivo supporto di un motore a vapore, nacque così il dirigibile, come nuovo mezzo di trasporto e di una seppur temporanea inclusione sociale, mezzo oltremodo avveniristico per quei tempi, che stavano fortemente progredendo grazie all’avvento della cosiddetta: “Rivoluzione industriale”. A netta differenza dei palloni aerostatici e delle mongolfiere, che venivano attivati grazie all’aria calda, i dirigibili, specie quelli supportati dai loro specifici involucri rigidi e semirigidi, venivano avviati con il gas che risulta essere più leggero dell’aria stessa. Ma allora come oggi, tutto questo comportava numerosi rischi, in quanto il gas in questione era l’idrogeno che era ed è altamente infiammabile. Di dirigibili che vagano qua è là e con precisi scopi, sulle nostre teste, ve ne sono in circolazione ancora molti. Vi spiegheremo più avanti il tutto e sopratutto il perchè.

Il dirigibile

Ora “zoomiamo” in breve su questo inventore, il primo della serie di illustri personaggi che poi apportarono migliorie nel campo dell’aerodinamica. Monsieur Giffard nasce a Parigi l’8 gennaio del 1825 e muore tristemente suicida nella primavera del 1882. Lasciando i suoi averi alla Nazione che gli ha dato i natali, questo per scopi umanitari ma anche scientifici. Giffard avvertiva una gran passione per le strade ferrate, cioè per le ferrovie , e divenne così macchinista di locomotive a vapore, e quasi maggiorenne riuscì (n.d.a.: fatto temerario per allora) a salire anche su di un pallone aerostatico. Era appena ventiquattrenne, quando si specializzò nella costruzione di motori a vapore, e nel 1851 brevettò una sua applicazione per avviare la navigazione aerea con l’aiuto, come si è scritto, del vapore.

Il dirigibile

Nel corso dell’ “Expo” universale di Parigi, si realizzò un pallone aerostatico per la capienza totale di almeno 40 passeggeri. Una curiosità per coloro che si apprestano per turismo od altro, a raggiungere la capitale d’Oltralpe, ed una volta giunti al … “cospetto” della Torre Eiffel, ben sappiano che in una delle balconate del primo piano della torre stessa, l’insigne costruttore di questa mirabilissima “icona” di Parigi (n.d.a.: l’ingegner Gustave Eiffel), fece coniare il nome di settantadue cittadini di Francia, perlopiù suoi colleghi e scienziati in genere, e fra i tanti fece mettere anche quello dell’ingegner Giffard.
Nel corso del tempo e all’avvento della “Grande Guerra” ma in alcuni casi anche nella “Seconda Guerra Mondiale”, il dirigibile fu costruito per scopi bellici. Il dirigibile decolla ed atterra come un elicottero ed è anche anfibio. I lettori più attempati dovrebbero rammentare di due dirigibili italiani. Il primo fu battezzato: “Italia”, il quale era di di tipo semirigido e fu costruito seguendo le tecniche proposte dall’avellinese Comandante Umberto Nobile, che fu ingegnere e generale del “Genio Pionieri” con sede a Roma. Egli fu sulla bocca di tutti e divenne ed è rimasto un personaggio molto popolare in quanto fece due trasvolate sul Polo Nord con il dirigibile. “Norge” e di seguito con il dirigibile sopra menzionato. Quest’ultima missione ed esplorazione si concluse tragicamente. Salvatosi per puro miracolo, tornò in Italia dove poi iscritto come indipendente al Partito Comunista, ebbe modo con altri due colleghi, questo durante l’Assemblea Costituente, di determinare nella nascente Carta Costituzionale l’articolo 9 ove è scritto che la Repubblica promuove la ricerca scientifica e tecnica Questo grande “eroe” dell’Aeronautica militare italiana meriterebbe più di un capitolo a parte. Zeppelin???. che cosa riecheggia in voi tutti, questo nome?. E’ un dirigibile di tipo rigido costruito in Germania, che fu tecnicamente ideato dal conte Ferdinand Von Zeppelin, il quale completò la costruzione di ben 119 dirigibili, tutto questo fino all’anno 1938. Durante la “Grande guerra” su citata, questi dirigibili di marca teutonica furono anch’essi usati a scopo militare e perlopiù come bombardieri. Per scopi principalmente commerciali fu anche messo in servizio un dirigibile che ancora oggi solca i nostri cieli, e vi scriviamo di quelli della “Good Year” (n.d.a.: Azienda americana che produce pneumatici e affini).

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