Tornano le ideologie
e rendono complesse e inesplorabili le posizioni
Lo strascico negativo
di Amanzio Possenti
Anche se non ci facciamo caso, si segnala il ritorno delle ideologie, meno contrapposte di un tempo – quello della Prima Repubblica, soprattutto fra Dc e Pci, avversari naturali fino al compromesso storico – ma di certo tornate protagoniste. Gli osservatori e la stampa ne sottolineano la ri-presenza con una serie di interrogativi sulla loro nuova funzione.
Eppure sembrava che quel modo di agire partendo da pre-posizioni, frutto di pseudo-filosofiche impostazioni inizialmente ideali ma presto trasformate in accese e pregiudiziali ideologie, fosse tramontato - o almeno lo si sperava - insieme ad un mondo di retrocessione culturale, a scapito di una visione e di una scelta idonee ad affermare princìpi fondamentali da promuovere e da difendere. Invece ci ritroviamo via via succubi,magari involontari, di una... rinascita al negativo.
Se sostenere le proprie tesi e portarle avanti in un dialettico e pur aspro confronto è valore fortemente democratico, non lo è se le tesi si manifestano aprioristiche, assolute, non contrattabili, prive di dibattito responsabile fra le parti: e questo a causa del sopravvenire (prepotente) delle ideologie che si presentano intoccabili.
Si guastano in tal modo i rapporti già difficili e si ricreano gli schemi ( talvolta oltranzisti), difesi come scelte senza ritorno: si ripiomba nel clima che rende complesse e inesplorabili le posizioni che erano parse praticabili per un confronto con finalità di bene. Il (malaugurato) spazio alle ideologie e la loro ‘pressione anti’ complica le scelte, inserendo dei ’no’ nocivi, preliminari ad un esame degli interessi sul tappeto, soprattutto quelli del bene comune. Del quale si rischia di perdere il senso alto di servizio.
Le ideologie – sommandosi nel contrasto e divenendo imperative - non aiutano, non costruiscono, anzi possono contribuire alla demolizione del buono o del positivo in essere: la loro azione, fondata su percorsi preconcetti, si rivela limite pesante all’avvio di un futuro da coltivare insieme su temi importati al di là delle legittime differenze di idee. Ovviamente idee, non pregiudizi.
E’sufficiente uno sforzo di volontà comune per accordarsi su progetti fattibili malgrado le ideologie frenanti? Forse no, ma potrebbe rivelarsi l’ inizio di un metodo vantaggioso, applicabile nel rispetto delle reciproche e diverse strade cultural-partitiche. Senza predominio di autoreferenzialità. Anzi con il gusto di sperimentare vie nuove.