Elena L. Cornaro
La prima donna laureata
di Roberto Bonsi
Elena Lucrezia Cornaro Piscopia nacque a Venezia dall’unione del nobiluomo Giovanbattista Cornaro, in quel tempo Procuratore in San Marco, e dalla popolana valsabbina Zanetta Boni, e fu la quinta di sette figli. La giovane venne alla luce il 5 giugno dell’anno 1646.
Lucrezia, così fu di seguito sempre chiamata, gode ben presto di una fama, che di fatto, la stessa rimane conosciuta anche ai giorni nostri, fu, stando ai libri di storia, ed ai vari “carteggi” ritrovati, la prima donna laureata al mondo, avendo presa il 25 giugno 1678 la Laurea in Filosofia presso l’Università di Padova.
Il padre sborsò oltre 100.000 Ducati, considerata una cifra enorme per quell’epoca, questo per far sì di poter elevare al rango di nobile pari al suo, la figliola, e questo accadde anche per gli altri suoi figli.
Lucrezia si appassionò fortemente ai suoi studi, e parimenti si sentì anche attratta dalla religione cattolica, e grazie a ciò, prendendo i voti, divenne così un’ oblata benedettina, questo senza alcun obbligo di risiedere in convento, e quando prese il velo aveva appena diciannove anni. Lei avrebbe voluto fregiarsi di una Laurea in Teologia, ma le gerarchie cattoliche di quel tempo e di quel luogo, non glielo permisero, essendo lei una donna, così Lucrezia optò per gli studi filosofici.
Di gracile costituzione fisica, la Cornaro, già provata dalle lunghe ore quotidiane dedicate allo studio e dal suo essere anche asceta per l’appunto in campo religioso, si ammalò più volte, e morì il 26 luglio dell’anno 1684. Venne sepolta all’interno della Basilica di Santa Giustina, a Padova, posta in prossimità del Piazzale del Prato della Valle.
Lucrerzia studiò anche greco antico, latino ed ebraico, geografia, matematica, scienze naturali ed astronomia, e la sua fama si allargò sino a diventare una sorta di “opinion-leader” di quel tempo. Fu anche invitata a sostenere delle “Lectio-Magistralis, in molte accademie di cultura e scienze nonché università in diverse località della penisola che poi si sarebbe chiamata Italia, ed in molte località dell’Europa, allora ancorata in un sistema geopolitico ben diverso da quello odierno. Avrebbe tanto desiderato poter svolgere la … “missione” di docente universitaria, ma allora era davvero disdicevole se non scandaloso, che una donna potesse ambire ad ad ottenere un posto di prestigio che di solito era riservato esclusivamente agli uomini. Per giungere a tale scopo si è dovuto aspettare fino all’anno 1732, In quel di Bologna la “Dotta” e precisamente nella sua Università “Alma Mater”, per far sì che una donna potesse conseguire una laurea, ed in questo caso si parla di tal Laura Bassi, che ottenne il “dottorato” in Fisica.
Tornando alla Cornaro, pensate …, è stato dedicato persino un cratere largo 26 km. sul pianeta Venere. Le è stato intitolato un passaggio pedestre nel centro di Padova, e nella sua sopra citata università, la ricorda una statua, e un busto nella Basilica di Sant’Antonio. Piazze a lei dedicate sono in diverse località del Veneto, nel Friuli, a Torre del Greco nel napoletano. A Roma le hanno dedicato un giardinetto lungo la via della Magliana vecchia. Nei pressi di Limassol sull’isola di Cipro le hanno intitolata una biblioteca, e così via elencando. Della sua vita e delle sue opere letterarie, considerate però di natura secondaria, scrisse anche il filosofo Benedetto Croce.
Come potete ben comprendere, il trascorrere del tempo pone in oblio molte cose, e sulla Cornaro, si è sempre vociferato, specie in assenza di documentazioni all’uopo, che ben prima di lei altre donne conseguirono l’ ambito “alloro” universitario, ed infatti le cronache del tempo riportano di tale Bettisia Gozzadini , che fu promossa al rango di dottore in Diritto Canonico, questo nel 1236 sempre nell'università di Bologna, Costanza Calenda, dottore in medicina all’Università di Napoli, Juliana Morell, suora domenicana, laureatosi in quel di Avignone in Francia, e Isabella Losa, dottore in Teologia in quel di Cordoba in Spagna.