In cordiale collaborazione con l'Associazione dei Borghi del Respiro
Premio per l'Ambiente 'Gianfranco Merli' del Movimento Azzurro 2021
Rieti (Lazio)
Paganico Sabino
Il piccolo borgo di Paganico Sabino si presenta così, visto da lontano, poco prima di raggiungere il centro storico. Un panorama che, giunti tra le case del borgo, si impreziosisce grazie alla sua posizione dominante sul Lago del Turano. Una vista mozzafiato, e un’atmosfera surreale avvolge poi il visitatore: nel borgo medioevale, popolato da pochi più di 150 abitanti, si respira l’aria pura di montagna e da qui possono partire varie escursioni naturalistiche.
Il borgo, che sorge a 720 metri di altezza, confina con le profonde Gole dell’Ovito. Una natura rigogliosa, caratterizzata da una ricca macchia mediterranea con ampi boschi, attraversata da corsi d’acqua e che presenta anche grotte, annunciate da sontuosi lecci. Sopra le cime dei monti è possibile ammirare il volo dei falchi pellegrini.
Questo borgo medioevale, tra i più antichi della Valle Turanense, ha mantenuto inalterato il suo aspetto di castrum. Qui, è possibile passeggiare tra le strette vie del borgo avvolti da un’atmosfera senza tempo. E' pulita. Il borgo di Paganico Sabino inoltre rientra, da giugno del 2021, nella Rete dei Borghi del Respiro, un riconoscimento ottenuto per la sua qualità dell’aria e del turismo.
Le origini del borgo sono forse riconducibili al III secolo avanti Cristo, quindi ad epoca pre-romana.
A testimoniarlo sarebbe un rinvenimento, in prossimità del Monte Cervia, che fa ipotizzare la presenza sul territorio di un’area sacra. La presenza di una comunità è confermata in epoca romana dal ritrovamento della Pietra Scritta, un grande monolite che si trova sulla Via Turanense monumento sepolcrale dedicato alla famiglia romana dei Muttini.
Il paese è poi documentato nell’852 nel Regesto Farfense. In questo documento, nell’anno 873, viene nominato un “casale de Paganeco” e nell’anno 876 si parla di “habitatores in Massa Torana, villa quae Vocatur Paganecum”, termini che hanno fatto ipotizzare che sul territorio ci fossero agglomerati rurali e non ancora un centro abitativo articolato. Altri documenti e manoscritti risalgono alla fine del XVIII secolo, dove si parla dell’insediamento della chiesa parrocchiale di San Nicola e dove si parla di castello riferendosi al centro abitato.
Sul nome del borgo ci sono diverse ipotesi: Paganico può infatti riflettere sia l’aggettivo latino paganus cioè appartenente al “pagus”, al territorio rurale, sia paganicus aggettivo che significa “del villaggio, della campagna”; in base ad un’altra interpretazione, col termine “paganicum” venivano chiamate le località ricche di rovine romane.
Arrivando in questo borgo della Sabina, immerso nel particolare paesaggio circostante, merita una sosta il Lago del Turano, uno dei laghi balneabili del Lazio. Questo specchio d’acqua dalla forma sinuosa invita ad una sosta, in cui esplorare l’ambiente naturale delle sponde da cui partono i verdi boschi dei monti circostanti.
Meritano una tappa escursionistica anche le Gole dell’Obito, o Ovito, un profondo canion tra il Monte Cervia e il Monte Filone. Un tour che può includere la visita dell’antica Mola, un rudere che custodisce i resti di un’antica macina, e alla sorgente Fonte della Signora e alle altri sorgenti della zona da cui sgorga acqua nota per le proprietà curative.
Da visitare anche, nel borgo medioevale, la Chiesa di San Nicola della fine del Trecento, che sorge dove un tempo si trovava l’antica Rocca, nel punto più alto del borgo. Qui è possibile ammirare le tele ottocentesche che raffigurano la Madonne del Rosario e la Fuga dall’Egitto, e la grande tela di San Nicola da Bari dell’artista Carlo Cavallari, datata 1935. Da vedere anche la Chiesa di Santa Maria dell’Annunciazione, salvata dalla decadenza con un recente restauro, dove si possono ammirare affreschi sui tetti e sulle pareti pitture del XVI secolo attribuite al Maestro di Paganico. A Carnevale si svolge una rappresentazione storica in costume, La Moresca.
Tra le ricette tipiche della tradizione i Vertuti, una zuppa mista di legumi e cereali ottenuta unendo ciò che rimaneva dopo il lungo inverno in vari contenitori di legno svuotati completamente, e rivoltandoli (vertuti, dal latino “vertere”, rivoltare). Ma anche le Sagne Strasciate, una ricetta povera di pasta celebrata nel mese di luglio durante l’omonima sagra. Non mancano in zona i ristoranti dove mangiare bene anche piatti tipici: “Locanda Belvedere”, “Il Vigneto”, “Ristorante l’Angoletto”, “Trattoria Lontero”, “Ristorante dell’Agriturismo La Posta”.
Nel borgo e nelle vicinanze ci sono diverse possibilità di pernottamento. “La Casa sul Fiordo Lago del Turano” è una struttura adatta a chi vuole fare escursioni e praticare sport nella zona, con una stupenda vista lago. A pochi chilometri dal centro del borgo la struttura “Casa Vacanze in montagna” e il “B&B Nonna Assunta”, in località Collegiove. Per chi vuole non allontanarsi dal Lago Turano un’altra struttura con vista è l’ “Hotel Turano” e “La terrazza sul lago” a pochi minuti dal borgo.
Paganico Sabino permette di usufruire di molteplici servizi che vanno dal trekking nella zona montuosa, alla canoa e barca a vela nella zona lacustre.