#325 - 4 marzo 2023
AAAAAATTENZIONE - Cari lettori, questo numero del giornale - ultimo per il 2025 - ci accomapgnerà fino a NATALE e le Festività del VECCHIO ANNO. Allo scoccare della mezzanotte del 31 DICEMBRE con il Brindisi del NUOVO ANNO, andrà in rete il nuovo numero 370: GIOVEDI 1° GENNAIO 2026 - CORDIALI AUGURI DI BUON NATALE BUON ANNO e BUONA LETTURA - ORA PER TUTTI un po' di HUMOUR - E' da ubriachi che si affrontano le migliori conversazioni - Una mente come la tua à affascinante per il mio lavoro - sei psicologo? - No architetto, mi affascinano gli spazi vuoti. - Il mio carrozziere ha detto che fate bene ad usare WathsApp mentre guidate - Recenti studi hanno dimostrato che le donne che ingrassano vivono più a lungo degli uomini che glielo fanno notare - al principio era il nulla...poi qualcosa è andato storto - una volta ero gentile con tutti, poi sono guarito.
Ambiente

Aspettando la pioggia

e la Conferenza Mondiale dell'ONU

Agonia del Po

Agonia del Po

Il Po sta morendo. Così come il Tevere, il Sarno e tantissimi altri. I fiumi della Terra, essenziali per la sopravvivenza dell'umanità, sono soffocati da dighe, acque di scarico, agenti chimici tossici e plastica a non finire. Ma tra poche settimane, i governi potrebbero avviare il più grande piano di recupero e protezione delle acque dolci della storia!

Agonia del Po

Il 60% delle acque di fiumi e laghi in Italia è in stato di sofferenza. E non è un problema solo italiano, i fiumi del mondo stanno morendo. Gli studiosi delle risorse idriche avvertono che, se non agiamo subito, tra soli 2 anni, due terzi della popolazione mondiale potrebbero trovarsi in gravi condizioni di scarsità d'acqua potabile e sicura. Miliardi di persone! Ma sta arrivando l'occasione giusta per cambiare le cose.

Agonia del Po

Sta per iniziare la prima conferenza delle Nazioni Unite sull'acqua degli ultimi 50 anni. I delegati dovranno valutare piani ambiziosi per il recupero dei fiumi morenti e garantire accesso all’acqua potabile, che è un diritto umano inalienabile e non legato al profitto. Secondo gli addetti ai lavori con una forte pressione pubblica si può ottenere una tutela senza precedenti per i fiumi e l'acqua che trasportano. Ma interessi politici e grandi multinazionali rischiano di far saltare tutto!

Agonia del Po

Non si può più aspettare. Fiumi, laghi e zone umide, essenziali nel ciclo dell'acqua che ci tiene tutti in vita, sono asfissiati da dighe, rifiuti, sostanze chimiche e inquinamento. Le aziende che usano OGM, l'industria estrattiva, l'agricoltura intensiva e i produttori di plastica monouso sono tra i principali colpevoli. È il momento di ribellarsi agli interessi senza controllo dell'industria che stanno devastando le nostre risorse idriche.

Agonia del Po

A dicembre, i leader mondiali si sono impegnati a tutelare almeno il 30% del Pianeta entro il 2030. Un passo avanti importante, anche se la più recente ricerca scientifica dimostra che bisognerebbe proteggere almeno la metà della Terra e dare ai nostri fiumi, laghi e zone umide la possibilità di sopravvivere.

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