L’invenzione della scrittura è civiltà, ma quando fu inventato il lettore?
scrittura e linguaggio
di Giuseppe Cocco
La storia della scrittura è lo sviluppo del linguaggio tramite tecnologie espresso con le lettere o altri segni, lo studio e la descrizione di questi sistemi.
Nella storia di come si sono evoluti i sistemi di rappresentazione del linguaggio attraverso mezzi grafici nelle diverse civiltà umane, appare che i sistemi di scrittura più completi sono stati preceduti da proto-scrittura, sistemi ideografici e/o all’inizio rappresentazione di simboli mnemonici.
La vera scrittura, in cui l’intero contenuto di linguistica è codificato in modo che un altro lettore possa ricostruire, con un buon grado di precisione, l’esatta espressione scritta, è uno sviluppo successivo, e si distingue dalla proto-scrittura che evita in genere la codifica grammaticale delle parole, rendendo difficile o impossibile ricostruire con sicurezza l’esatto significato inteso dallo scrittore, a meno che una grande parte del contesto sia già nota in anticipo.
Una delle prime forme di espressione scritta è quella cuneiforme.
È generalmente accettato che la vera scrittura della lingua sia stata inventata indipendentemente in almeno due luoghi: Mesopotamia (in particolare, dagli antichi Sumeri) intorno al 3000 a.C. e in Mesoamerica intorno al 600 a.C.
Questa è la risposta di Wichipedia alla domanda “quando nacque la scrittura”, ma non troverete risposta alla domanda “quando è nato il lettore”.
Quando è nato il lettore, questa è la domanda chiave, perché noi oggi diamo per scontata la lettura, ci lamentiamo che oggi si legga poco, dimenticando che la scuola ci offre uno strumento impagabile: la capacità di leggere.
Ma ci siamo mai chiesti per chi scrivevano Orazio, Ovidio, Platone, Socrate, Virgilio, gli storici Strabone o Diodoro Siculo, Marziale, solo per fare alcuni esempi; per chi scrivevano gli scribi egizi, in un epoca nella quale nessuno sapeva scrivere e leggere se non loro?
Per chi scrisse il Corano, Maometto, e per chi fu scritto il Vecchio Testamento e il Vangelo?
Gli evangelisti scrissero vangeli che 1200 anni dopo, per essere letti dal popolo analfabeta vennero tradotti in immagini negli affreschi delle chiese.
Per chi scrivevano Sant’Agostino, San Tommaso, San Benedetto e San Francesco?
Lo stesso Dante Alighieri, di cui oggi andiamo tanto fieri, quando scrisse nella nuova lingua italiana, la scrisse in un’Italia di uomini e donne che non lo sapevano leggere.
Poi ci furono gli amanuensi e Gutemberg che inventa la stampa nel 1455, anno di pubblicazione della cosiddetta Bibbia di Gutenberg.
E in italia?
L’analfabetismo, inteso come incapacità di leggere e scrivere, molto diffuso, è stato combattuto con ogni mezzo fino dall’unità d’italia; ai primi del 1900 e con il fascismo, con le scuole rurali si cercò di portare ”sapere” anche nelle campagne.
Ma ancora nel dopoguerra e negli anni 50/60 anche la radio e la televisione fornirono un grande contributo, per esempio con l’invenzione della trasmissione “Non è mai troppo tardi” del maestro Manzi.
Gli scrittori, visionari, sempre pochi per pochi lettori, spesso posteri; ma oggi abbiamo tanti strumenti: oltre ai libri abbiamo internet, podcast, radio, audiolibri.