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Premio per l'Ambiente 'Gianfranco Merli' del Movimento Azzurro 2021
Rocca di Cambio
Rocca di Cambio è un comune italiano di 477 abitanti della provincia dell’Aquila in Abruzzo, situato nella parte settentrionale dell’altopiano delle Rocche, all’interno del parco naturale regionale Sirente-Velino. Con i suoi 1.434 m s.l.m. è il comune più alto dell’Appennino, affermato centro di turismo per gli sport invernali dovendo la sua notorietà alla presenza nel proprio territorio della stazione sciistica di Campo Felice. Il Paese si trova in posizione moderatamente arroccata rispetto all'altopiano e dominato dal gruppo montuoso di Monte Ocre-Monte Cagno.
Il nome proviene dal monte Cagno, alle cui pendici sorge il centro, poi cambiato in Cambio.
Il borgo viene fondato come roccaforte medievale dai Longobardi nel IX secolo. Nel XII secolo vi si insedia la locale abbazia di Santa Lucia. Alla metà del Duecento, il paese partecipa insieme agli altri villaggi della conca aquilana alla fondazione dell'Aquila, sotto il dominio degli angioini. Il castello di Rocca di Cambio fu costruito nel IX secolo dai Longobardi, ingrandito successivamente dai Normanni e danneggiato profondamente durante l'assedio di L'Aquila da Braccio da Montone (1423), poiché i castellani di Rocca contribuirono con altri borghi vicini, nel 1254 a fondare la città, che seguiva il partito angioino in contrasto col dominio aragonese. Dopo il terremoto del 1703, del castello malmesso rimase in piedi solo una torre, con grande bastione di base a pianta circolare. Il resto fu usato per l'ampliamento della chiesa di San Pietro Apostolo, proprio davanti a essa. La torre nel primo '900, come testimoniano delle foto, era ancora usata come avamposto per controllare la valle, con un tetto piramidale in legno sulla cima. Successivamente negli anni '40 la torretta crollò, mozzando parte della fortificazione. La torre ha base quadrata per il bastione, che si erge sopra la base circolare, di ampiezza maggiore. Sulla sommità è collocata una statua della Vergine invocante.
Nei secoli successivi Rocca di Cambio è rimasto sotto il controllo degli aquilani. Poi all'inizio del XIX secolo conseguentemente alle riforme francesi, Rocca di Cambio perde la sua autonomia amministrativa diventando nel 1814 frazione di Rocca di Mezzo. Il paese torna autonomo nel 1849, allorquando recupera il suo status di comune autonomo. Sul piano economico il piccolo centro rimane legato all'agricoltura e alla pastorizia, per tutto il XIX e parte del XX secolo.
Il piccolo centro inizia a modernizzarsi solo a partire dal secondo dopoguerra e segno di questo nuovo corso è il fatto di venire dotato di luce elettrica e strade percorribili. Ma lo sviluppo vero e proprio lo si deve all'impegno del sindaco Aldo Jacovitti, che nel 1965 riesce a far passare il Giro d'Italia a Rocca di Cambio. Ciò consente al paese di farsi conoscere alla nazione. Nei decenni successivi un grande sviluppo all'economia locale viene dato dalla realizzazione della stazione sciistica di Campo Felice, poco lontana dall'abitato.
Il clima della zona è quello tipico delle zone montane di media altezza. D'inverno è rigido e nevoso, a seconda dell'annata, con il manto nevoso che nelle annate con più precipitazioni permane da novembre ad aprile a seconda anche dell'esposizione dei luoghi rispetto alla radiazione solare. La chiusura montuosa ad ovest dell'altopiano e l'apertura verso est lo rendono particolarmente soggetto alle irruzioni di masse d'aria fredda dai Balcani e dalla Russia, sia pure con nevicate scarse per la schermatura del Gran Sasso ad est. La neve compare più facilmente e in maniera più abbondante con perturbazioni da ovest. L'autunno è la stagione più piovosa seguita dalla primavera; l'estate è la stagione secca, con l'altitudine che mitiga le ondate di calore.
Il terremoto del 6 aprile 2009 che ha colpito la regione Abruzzo con epicentro nelle zone aquilane, ha coinvolto praticamente l'intero centro storico. Moltissime abitazioni sono state lesionate più o meno gravemente, con crollo parziale o totale di alcuni immobili. Il patrimonio immobiliare è stato fortemente segnato dal sisma e solo a ricostruzione completata si potrà disporre di un'esatta stima dei danni. Le tre chiese (la collegiata di San Pietro, la chiesa madre della Santissima Annunziata e l'abbazia di Santa Lucia) sono state danneggiate sia strutturalmente che architettonicamente, all'interno ed all'esterno. La chiesa di Santa Lucia e della Santissima Annunziata sono state riconsegnate alla popolazione, grazie ai lavori post terromoto, Nella collegiata di San Pietro, la torre campanaria ha subito una vera e propria "torsione" sull'asse verticale; internamente poi, il crollo della tamponatura e dell'intonaco dell'altare maggiore, ha fatto emergere un affresco di cui si ignorava l'esistenza. L'abbazia di Santa Lucia, già monumento nazionale ha subito danni seri, con crolli dei paramenti interni ed esterni delle pareti laterali ed è stata inserita dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, nella lista dei 45 monumenti da adottare. La chiesa madre della Santissima Annunziata, dopo aver subito lavori di ristrutturazione e ripristino per i danni subiti, è stata riaperta al culto dei fedeli nel dicembre 2010.
Interessanti le tradizioni e il folclore del borgo. La Sagra ijju Cerijje si rifà ad una precedente manifestazione caratterizzata dalla competizione di più "squadre" che si contendevano tra loro, il premio della giuria quale migliore realizzatrice dell'arrosto di pecora alla brace. La versione attuale, rilanciata nel 2000 dalla locale Associazione Pro-Loco, ha eliminato la competizione tra squadre e la manifestazione si è trasformata in una vera e propria "sagra paesana" che si svolge ogni anno, con data fissa, nei giorni 17, 18 e 19 agosto; Un altro piatto della cucina abruzzese e della tradizione locale, si può degustare durante la Polentata paesana che normalmente è in programma nei giorni 3 e 4 gennaio, al coperto, sotto un grande tendone eretto nei pressi del Palazzo Comunale; Il 3 maggio è usanza locale festeggiare "Santa Croce": con un'escursione lungo le pendici di monte Cagno, si raggiunge una "croce in metallo", sita a quota 1780 m s.l.m.; La Santa Patrona di Rocca di Cambio è santa Lucia che si festeggia, oltre al 13 dicembre in versione ridotta a causa dei rigori invernali, l'ultima domenica di giugno; Il 13 luglio viene celebrata la scoperta miracolosa del dipinto della Madonna del Rosario, avvenuta secondo le cronache del tempo, il 13 luglio 1822. La rievocazione si svolge con solenni festeggiamenti e relativa processione, dalla Chiesa Madre verso la Collegiata di San Pietro, chiesa presso la quale si trova il dipinto; Da alcuni anni infine, la prima domenica di settembre si festeggia la Madonna della Neve in onore della Vergine Immacolata la cui statua, collocata a circa 1900 m su monte Rotondo, per volere del cavaliere del lavoro Aldo Jacovitti, viene raggiunta dai fedeli o con un'agevole passeggiata in mezzo ai boschi o tramite gli impianti di risalita che vengono aperti al pubblico per l'occasione. Economia
Il comune vive principalmente di turismo, estivo ed invernale, grazie anche alla presenza della stazione sciistica di Campo Felice, con presenza di discrete strutture ricettive; una parte degli abitanti lavora nel campo dell'agricoltura (foraggio e legumi) e dell'allevamento (bovini, equini, suini ed ovini) grazie anche alla presenza dell'altopiano limitrofo; la restante parte lavora nel campo industriale e dei servizi grazie alla vicinanza a L'Aquila.
Curikosità, a Rocca di Cambio fu girata la prima parte del film Il ritorno di don Camillo, nel quale il paese si chiama Montenara. In ricordo dell'episodio, nel 2007 è stata posta una targa commemorativa sulla scalinata che conduce alla Collegiata di San Pietro, uno dei luoghi principali delle riprese. La targa è stata inaugurata dal sindaco di Rocca di Cambio e dal vicesindaco di Brescello — set "naturale" di tutti i film di Don Camillo — in segno dell'amicizia tra i due paesi.