Alla ricerca della pace
Guerra in Ucraina
Tra bombe distruttive il martirio di un popolo
di Amanzio Possenti
La guerra in Ucraina – tra orrori, missili e gran freddo nelle abitazioni a causa dell’ energia resa inefficiente dalle bombe russe – non trova una via d’uscita pacifica: il mondo osserva sgomento lo svilupparsi senza fine di una tragedia europea, voluta con deliberata e scellerata scelta aggressiva dalla Russia di Putin.
E’ possibile la pace? La riposta è fermamente sì. Come realizzarla? Con quali trattative? Con quanta speranza di durata? Quale Paese potrebbe garantirla? Il Vaticano, la Cina, l’Onu, l’Europa? Le domande si affollano, risposte non ne arrivano, pur se si parla di trattative sotterranee.
Il clima di bombe distruttive scoraggia ma non può disimpegnare.
Vittime in continuazione e devastazioni senza freno sotto il peso terribile di armi mortalmente ‘raffinate’ condannano l’orrore di una spietata ’operazione militare speciale’(?).
La sola voce rasserenante e speranzosa nell’oceano cristallizzato di comunicati, parole, ammiccamenti e disumanità, è quella che Francesco alza ogni giorno, dal 24 febbraio, avvio della sciagurata e irresponsabile invasione: pace, pace, pace.
Chi ascolta e passa ad azione concreta e concordata superando le velleità pregiudiziali dei ‘sì, però’ o ’dei ’no, però’ e scegliendo la via del tavolo di accordo?
Il popolo ucraino soffre, eroicamente, oltre il sopportabile, l’Europa e la Nato lo difendono e sostengono, molti Stati (anche l’Italia) accolgono generosamente i profughi, da noi si ascoltano (troppe) contrapposizioni verbali, lo scenario bellico si perpetua. Per quanto ancora? Perchè non si fa propria l’accorata preghiera-supplica di Francesco per la ’martoriata Ucraina’?