Alle donne l'onere della fatica
Donne di Myanmar
Ricostruzione delle strade
una storia selezionata al TTA – www.traveltalesaward.com
di
Maurizio Trifilidis
In una recente mostra fotografica a Roma: Travel Tales II - storie di viaggi e di viaggiatori, tante e interessanti foto esposte hanno offerto ad un pubblico attento e appassionato la visione di variegati mondi lontani.
Storie di territori, storie di uomini... ve ne presentiamo una: Ricostruzione strade a Myanmar di Maurizio Trifilidis, fotografie opportunamente punteggiate da note dello stesso autore.
Due cose colpiscono viaggiando in Myanmar: l’intensa attività di costruzione, mantenimento e allargamento della rete stradale e il fatto che gli aspetti più faticosi di questa attività vengano svolti per la maggior parte da manodopera di genere femminile.
Le donne in Myanmar hanno un grado di indipendenza e autonomia relativamente maggiore rispetto a altri paesi asiatici ma il sistema educativo le penalizza, le posizioni di responsabilità sono precluse e conseguentemente a esse sono affidati i lavori più faticosi e di minor valore.
La costruzione delle strade è un esempio immediato di tutto ciò; l’attività è piuttosto semplice, sulla terra viene disposto un letto di sassi e successivamente passato il catrame.
Il lavoro di raccolta e trasporto di grandi pietre, la loro successiva rottura in sassi più piccoli, il trasporto e il posizionamento finale di quest’ultimi sono tutti demandati al genere femminile.
Gli uomini si occupano solo della guida degli automezzi, del fuoco che scioglie il catrame e del versamento del catrame stesso sui sassi, tutte attività che comportano molto più pause di quelle svolte dalle donne.
Questo tipo di cantieri si trova spesso su qualsiasi strada si faccia; già poche foto testimoniano quanto descritto e spiegano più di molte parole.
E se è vero che viaggio e fotografia formano un binomio inscindibile, è altrettanto vero - come dimostra questo itinerario di Trifilidis - che dove cìè fotografie c'è racconto.
Come bene scrive Attilio Lauria nella prefazione al ricco catalogo: Fortunatamente la diversità narrata da questi racconti è fatta anche di altro, spesso è un viaggio la cui meta è l'incontro con l'espressione di culture e tradizioni lontane, e la fotografia diventa strumento di un'antropologia virtuale contemporanea, rispettosa dell'altro e in questo decisamente lontana da certo colonialismo fotografico predatorio.