Presenti ovunque Occupano interi quartieri di grandi città del mondo
Hipster: Fricchettone
di Roberto Bonsi
Il secondo del titolo sovrastante è un termine di natura gergale, e che da tempo è un neologismo composto da cinque sillabe, e secondo i dettami della grammatica italiana è un sostantivo maschile. In questo caso, e di per sé, è anche una parola di tipo scherzoso rivolta ad una persona sia essa uomo che donna, e che si calza in particolar modo alle giovani generazioni, quelle che si sono succedute nel corso degli anni indietro fino ad oggi.
L’esser fricchettone oppure fricchettona è una chiara e singolare forma di protesta “in primis” sublimale ma di fatto è assai tangibile tutto ciò, grazie ad un certo modo di indossare uno o più capi di abbigliamento, poi vi sono alcuni modi stravaganti di comunicazione verbale e soprattutto non verbale che ne denotano la personalità così decisamente fuori dalle righe”, questo al di là del solito perbenismo conservatorista.
Il fricchettone sa esser stabilmente fuori dalla massa, dalla gente comune, dal cosiddetto: “Gregge”. Egli risulta porsi come un anticonformista per eccellenza.
Nel mondo di oggi, uno scenario di vita collettiva che va sempre più a rotoli, tra guerre locali, minacce nucleari, clima ormai cambiato in peggio, e persone, ma anche personalità pervase di cattiveria ed oltremodo furibonde, così a torto o a ragione, che vivono in ogni dove; i fricchettoni hanno un loro posto, a prima vista per nulla marginale, e spesso, specie al giorno d’oggi, questa sorta di movimento nato spontaneo, come quasi tutti i vari raggruppamenti di persone, e da tempo ormai consolidatesi, si esprime al di là del mero atteggiamento e del vestiario inusuale, anche solo come semplice formulazione di pensiero che può rimanere insito, racchiuso dentro gli a volte tormentati “brainstorms” di ognuno di noi, oppure espresso in chiave filosofica o pseudo tale, come azione sociale nel campo del volontariato od anche del lavoro, nel “bello scrivere”, nell’arte e nello spettacolo, ma anche nella cultura quella cosiddetta: “spicciola”, quella di base, e quella veramente tale … . Di fatto par essere la medesima cosa, in quanto non è altri che la sua traduzione in lingua inglese, espressa sulle basi di un suo preciso significato, e che qui vi mostriamo, gli “Hipsters” , i quali sono perlopiù dei giovani, come già abbiamo scritto, e che come si indicava poche righe sopra, nulla hanno a che fare con il solito conformismo imperante e quindi sono di fatto alternativi al sistema. Tale movimento è nato negli anni ’40 come una forma di “sottocultura” non proletaria, ma composta bensì da persone abbienti od anche appartenenti al ceto medio. Esiste pure un tipo di musica odierna che spesso si accompagna e si accomuna ai giovani “immersi” in questa realtà, e vi scriviamo della musica “Indie”.
Gli “hipsters” o fricchettoni che siano, ma per l’appunto, vi stiamo scrivendo o meglio elaborando la ricetta della “stessa minestra”, gli stessi sono degli ecologisti ma ancor prima dei pacifisti, apprezzano l’agricoltura biologica , il cibo vegano e buon ultimo quello dello “slow food-“ perlopiù a chilometro zero.
Per quanto riguarda noi italiani, malfidati “posteri” del “Sommo Poeta”, sappiamo bene che ogni moda o similare, proviene comunemente dagli U.S.A., come ad esempio la festa di Halloween, la Coca-Cola, il chewing-gum, ed altro ancora, ed anche Gli Hipsters, provengono dagli “States”, e furono ed ancora sono dei giovani della “Middle-class”. Sono dei bianchi fortemente appassionati della musica Jazz ed il particolare del Bebop, ragazzi che hanno intrapreso uno stile di vita emulando i musicisti, cultori del jazz afroamericano. Come ben comprendete, da cosa nasce cosa. Hip, significa in “slang”, aprire gli occhi, mentre “hop” è un termine gergale risalente alla parola oppio. Insomma, “ballando …, ballando” … si arrivò ad un “modus-vivendi” ed “operandi” vero e proprio. Come sopra detto, anche la scena letteraria si impadronì di questa maniera di vedere e di vivere la vita in tanti suoi contorni, e qui vi scriviamo del grande scrittore americano Jack Kerouac, il quale descrisse gli “Hipsters” degli anni quaranta come delle –“anime erranti portatrici di una speciale spiritualità”-..
Lo scrittore Norman Mailer, anch’egli americano-statunitense, in un suo saggio datato anno 1967 ebbe a scrivere che gli “Hipsters” sono come degli “esistenzialisti” statunitensi, e che avevano atteggiamenti e soprattutto dei modi di fare, che dimostravano quanto gli stessi fossero attanagliati dalla paura di una minaccia atomica (n.d.a: come scritto sopra), e per l’appunto di fatto, erano come “strangolati” dal conformismo sociale e dall’effettivo progresso/regresso ormai da tempo in atto. Per Mailer gli stessi “divorziarono” dalla società di allora, e nel corso del tempo, posero le basi di allontanamento da quella di sempre, -“completamente sradicati nell’avviarsi ad iniziare un viaggio abbastanza misterioso nel proprio “Io”-.
In Europa, e più precisamente in quel di Zurigo, nella neutrale Confederazione elvetica, tra il 1916 ed il 1920 prosperò un movimento che fu denominato: “Dadaismo”, un tipo di azione socioculturale che ha interessato la grafica, le arti visive, la letteratura, la poesia, ed i manifesti artistici. Julius Evola, Guillaume Apollinaire, Marx Ernst e Man Ray, furono tra i principali artefici di questo movimento, abbreviato anche in “Dada”. I seguaci del “Dadaismo”, si esprimevano anche artisticamente, tra gli altri anche con la tecnica del “decoupage”, in quanto consideravano che l’azione si estraniava dalla fantasia di quanto creato, ed un qualsiasi oggetto tolto dal suo specifico ambito e successivamente esposto, diventava di fatto un’opera d’arte., e di conseguenza si giungeva alla conclusione di affermare che -“tutto è arte e che nulla è arte”-,
Torniamo ora ai “nostri” Fricchettoni, quelli particolari ed a volte disadorni dell’Italica specie, e qui non lo abbiamo ancora fatto sapere, ed è che la lingua inglese ancora predomina, perché il termine su espresso, deriva dalla parola inglese: “Freak” , che sta a significare l’esser “strambo” oppure “spostato”. Terminato il periodo degli “hippies”, ecco dunque che nascono i fricchettoni, amanti della musica “rock” Il fricchettone in giro per l’Italia ma anche nel resto del mondo, lo si riconosce subito, in quanto egli stesso risulta essere vittima dello stesso stereotipo che ha contribuito a creare e che a volte tenta inutilmente di abbattere. Spesso professa il “Rasta” (Una sorta di religione monoteista nata negli anni trenta del Novecento, e che si è presentata come erede diretta del cristianesimo), ed il rasta è anche una sorta di loro capigliatura, ed indossano pure degli orecchini anticonvenzionali come quelli forgiati con il legno. Come abbiamo già scritto i fricchettoni non sono carnivori, praticano la meditazione e talvolta lo yoga, si circondano di incensi di varia profumazione, e credono nell’evoluzione del karma e nell’attesa della vita ultraterrena, da non confondersi però con i praticanti cattolici ed i cristiani in genere.
Se riscriviamo del Vecchio Continente, cioè dell’Europa, “piombiamo” ad esempio su Londra, la capitale del Regno Unito, nelle lunghe epoche della sua storia spesso travagliata, e durante le sue Epopee, come ad esempio, quella vittoriana e quella elisabettiana, specie quest’ultima, che l’8 settembre 2022 ha visto la dipartita di Elisabetta II°, iconica ed immarcescibile Sovrana di più generazioni, e che ha regnato per ben sette decadi, sul suo Paese e su quelli del Commonwealth. (n.d.a.: Scusate il lungo prologo ma era necessario per omaggiare questa “grande” Regina che abbiamo avuto l’opportunità di conoscere e della quale ci fregiamo di una lettera di Sua risposta ad un nostro scritto relativo ad una foto da noi scattata a Lei, durante una delle fasi di una sua temporanea permanenza in Italia in visita di Stato, questo nell’anno 2000). Ritorniamo or ora nella “megalopoli” londinese, e precisamente nell’animato, caratteristico ma anche folkloristico quartiere di Camden Town, ed è qui in questa zona posta a nord di questa capitale che si trovano dei mercatini davvero economici, che mostrano bancarelle sulle quali sono esposti diversi capi di abbigliamento, specie quelli usati ed alternativi alla moda ed al costume, poi vi sono sempre delle bancarelle e dei negozi di “tattoo” (n.d.a.: i tatuaggi). Questo quartiere è come si suol dire in mano agli “hipsters” e sono presenti anche dei punk e dei dark, e così via … , e qui l’elenco sarebbe lungo e complesso nella sua descrizione. Insomma, coesiste un bel “melting-pot”!. Ogni bel luogo di questo nostro vecchio e “pazzo” mondo ha una sua ben delineata area popolata dai “fricchettoni” o giù di lì. Loro possono essere a Roma, oppure ad Amsterdam, a Parigi, a Bangkok, nella “Grande Mela”, cioè New York, a Capetown, a Brisbane...