Tempi...moderni?
Storie d'Italia
di Giuseppe Sanchioni
C’è un pezzo fondamentale della storia d’Italia che non sembra adeguatamente celebrato.
È nato nel secolo delle grandi dittature totalitarie e delle guerre mondiali, ma ha cambiato il paese.
Non è finito con la DC storica.
Ha superato la caduta del Muro di Berlino, la fine dell’URSS, lo scioglimento del Patto di Varsavia.
Ha resistito al ventennio berlusconiano.
Ha ignorato il terrorismo nero e le Brigate Rosse.
Se n’è fregato dell’inflazione degli anni ’80 e delle svalutazioni degli anni ’90.
È sopravvissuto alla lira ed alla Troika.
Ha occupato i siti Internet, le richieste di amicizia su Facebook, i cinguettii di Twitter.
Ha vinto alla grande contro le isole dei famosi, i grandi fratelli e le partite di coppa.
Ha bypassato la riforma pensionistica e l’articolo 18.
Non ha fatto una piega al cambio di millennio ed all’introduzione dell’euro.
È il FESTIVAL DI SANREMO. L’unico, vero, inimitabile festival d.o.c. della canzone italiana.
L’unica cosa che durerà più secoli di un rifiuto radioattivo.
L’unico prodotto italiano più esportato della pizza e della mafia.
Qualcosa da proteggere in Costituzione, magari al posto del pareggio di bilancio.
Per la nostra e l’altrui sicurezza, da conservare in un deposito blindato sotterraneo.
Stupisce che nessuno ci abbia mai pensato!
Ora però, scusate ma si è fatta una certa ora e devo accendere la TV che sta per cominciare un’altra serata: non vorrei fare tardi ed essere accusato di abbassare lo share…