Il saluto commosso di Papa Francesco
Scalfari, Francesco - l’Ateo e l’Amico
Eugenio Scalfari
di Amanzio Possenti
Mentre papa Francesco sorprende con la nomina di tre donne al dicastero vaticano dei Vescovi - inserendo delicatezza e sensibilità femminili in un territorio di ricerca illuminata dei valori ecclesiali e pastorali e ribadendo il ruolo propositivo, ideativo e interpretativo della donna nella vita cristiana e in una società bisognosa di scelte spirituali sicure – è significativo annotare con quale spirito di affetto cristiano autentico abbia partecipato alla morte di Eugenio Scalfari, che gli fu Amico dopo una prima intervista anni addietro (2013).
Si sa quanto Scalfari – storico fondatore di ’Repubblica’, grande e moderno giornalista di sapienti intuizioni politiche quanto di connotazioni fortemente critiche nei confronti di insipienze e incertezze culturali, animatore di mordente sapore laicista – fosse rigorosamente ateo e non avesse mai rinunciato alle sue idee non collimanti con la visione cattolica: di questa, grazie agli incontri con Francesco, aveva cercato di reperire equilibri intellettuali ed umani consoni.
Francesco non solo ha pregato per lui ’per la sua anima’ e perché ’il Signore lo accolga’ ma ha ricordato un’amicizia arricchita da ‘dense conversazioni’ sulle domande ultime dell’uomo, donando alla sua memoria una attenzione amicale significativa e confermando lo stile di un pontefice intensamente collegato con la composita realtà culturale del tempo.
Scalfari ha raccontato l’Italia e il mondo con sguardo radicale di uomo immerso fra limiti e grandezze, esponendosi anche ad ‘errori’ ( gravi sul piano dottrinale in attribuzioni al papa) ed operando con fiduciosa attesa verso un mondo più umano e partecipe, con autorevole presenza civile. Francesco lo ha accolto come un fratello sulla scia di una dottrina che è segno irreversibile e gioioso di Amore e di Misericordia sconfinati, nella luce di Cristo, Verità che salva.