Associazione Città delle Grotte
Lazio - Pescorocchiano (Rieti)
Grotte Val de Varri
Le Grotte di Val de’ Varri sono un’importante emergenza turistica, ambientale e culturale della Regione Lazio.
Questo luogo è vincolato dal Ministero dei Beni Culturali per via del rinvenimento di manufatti conservati presso il Museo Archeologico del Cicolano a Corvaro, ed è anche un SIC, Sito d’Interesse Comunitario, di Natura 2000, rete creata dall’Unione Europea per la conservazione degli habitat e delle specie animali e vegetali identificati come prioritari in virtù di eccezionali esemplari di fauna e flora ospitati. Il motto è "Natura 2000 - Europe's nature for you”.
Nel ramo sinistro vive infatti una colonia di pipistrelli molto rari. Nel ramo destro invece vi sono stalattiti, stalagmiti e altre bellissime concrezioni calcaree, come le macchie di leopardo, che formano uno spettacolo unico.
Attraverso un suggestivo itinerario ambientale e didattico è possibile visitare le grotte di Val de' Varri: dopo aver percorso il sentiero d' ingresso, ci si trova improvvisamente di fronte il maestoso e selvaggio dirupo del "grottone", ai piedi del quale, nel periodo invernale, il Rio Varri riversa tumultuosamente nelle viscere della terra la sua cascata d'acqua. Da qui si accede al ramo sinistro della grotta (la zona archeologica) che testimonia la presenza dell'uomo Appenninico della media età del bronzo, e il ramo destro (fossile), formato dal lento e millenario lavoro dell' acqua con numerose concrezioni che hanno dato luogo al gioco fantastico si stalattiti e stalagmiti: un lavoro certosino realizzato ad arte della natura.
Lo spettacolo è arricchito dalla scenografia di corsi d'acqua che si aprono come a formare piccoli specchi. I due rami s'incontrano infine nello spettacolare Salone della confluenza, una visione mozzafiato.
La zona di Val de' Varri come quella del Cicolano offre paesaggi variegati e mutevoli in colore e forme. E' caratterizzata dalla larga presenza di aree in quota, con terreni in parte calcarei ed in parte arenarei coperti in prevalenza da un fitto manto boschivo. La foresta caducifoglia è costituita da specie quercine a foglia larga come roverella e cerro oltre a sempreverdi come il leccio, specie betullacee, carpino nero e bianco, ornielli, noci, noccioli e diverse varietà di aceri, i castagneti da frutto presentano esemplari di eccezionali dimensioni. Tra le essenze arbustive del sottobosco citiamo l'agrifoglio, il corniolo, il sorbo il ginepro comune, rovi di more, ribes, la rosa di macchia o rosa selvatica. Ravvivano il paesaggio i colori dei tipici fiori: primule, ciclamini, viole e numerose e varietà di orchidee. In prossimità della forra si nota la diversità della composizione della vegetazione: passiamo dalle formazioni caducifoglie a piccoli arbusti selvatici inerpicati sulla roccia calcarea per arrivare ad essenze vegetali sempre più piccole come muschi e licheni.
L'aspetto faunistico è rappresentato da varie specie di animali quali: anfibi, piccoli rettili, diversi uccelli come la cutrettola, il merlo, il pettirosso, l'usignolo, il merlo acquaiolo; nell'ambiente acquatico troviamo il gambero di acqua dolce dalla colorazione variabile.
Rilevante importanza assume la presenza del pipistrello all'interno della grotta. Studi di esperti hanno rilevato la presenza di almeno cinque specie di pipistrelli tra queste due specie, nella parte più interna, in via d'estinzione.