Dalla serie di articoli dedicati a personaggi del Cinema e del teatro
I dimenticati - Una iniziativa di "Diari di Cineclub"
Carole Landis
Diari di Cineclub n°57, I 2018
Di
Virgilio Zanolla
Quando si dice che bellezza, soldi, fama e successo non danno la felicità non è mai così vero come per certi attori, le cui storie sono lì a dimostrarcelo.
Quella di Carole Landis è solo una delle tante, ma merita d’essere ricordata.
Ultima di cinque figli, due dei quali morti in giovane età, Frances Lillian Mary Ridste, questo il suo vero nome, era nata il 1° gennaio del 1919 nel Wisconsin, a Fairchild (paesino di poche centinaia d’abitanti quasi duecento chilometri ad est di Minneapolis), da genitori di origine europea: il padre Alfred, meccanico, era norvegese, e la madre, Clara Stentek, polacca. Poco dopo la sua nascita il padre lasciò la famiglia: alla base di questa decisione, secondo E. J. Fleming, autore d’una fortunata biografia dell’attrice (Carole Landis: A Tragic Life In Hollywood, 2005), ci sarebbe la sua consapevolezza del fatto che Frances era frutto della relazione adulterina della moglie con Charles Fenner, che divenne poi il suo secondo marito e nell’aprile del ’21 la lasciò per sposarsi con un’altra donna.
Quando Frances contava quattro anni la madre si trasferì coi figli in California, a S. Bernardino, dove per mantenere la famiglia svolse diversi lavori; anche l’ex marito Alfred viveva nei paraggi.
Bella, intelligente, volitiva e precocissima in tutto, Francis aspirava al mondo dello spettacolo: perciò, dopo aver partecipato ad alcuni concorsi di bellezza, presto abbandonò la scuola e trovò lavoro come ballerina di hula in un night-club di San Francisco, poi, grazie alla bella voce, come cantante in una piccola compagnia di ballo. Volendo rendersi più indipendente, l’8 gennaio ’34, a soli quindici anni, sposò tale Irving Wheeler: valendosi del fatto che ella era ancora minorenne, la madre fece annullare il matrimonio dopo diciotto giorni, ma Frances si rivolse al padre e riuscì a convincerlo a dare il suo assenso, sicché il 25 agosto di quello stesso anno i due si risposarono. Dopo appena tre settimane, però, ella litigò col marito, lo lasciò, e con 100 dollari che aveva da parte si trasferì ad Hollywood, decisa a far carriera nel cinema; qui schiarì i capelli fino a farli biondi e adottò il nome d’arte di Carole Landis, ispirandosi alla sua attrice preferita, Carole Lombard.
Nonostante la sua determinazione, esordì davanti alla macchina da presa solo nel ’36, come semplice comparsa, nel film di Lloyd Bacon Amore in otto lezioni.
Da allora e per altri tre anni, in svariati film, fu confinata nell’àmbito delle piccole parti, ma si mantenne lavorando anche come modella, specializzandosi nel ruolo di ‘ragazza della torta al formaggio’. Benché non fosse ancora nota, la sua assidua presenza sulle pubblicità dei rotocalchi attirò le disoneste mire di Wheeler, dal quale non si era divorziata: questi nel ’38 le intentò causa e pretese un corrispettivo di ben 250.000 dollari, accusandola d’averlo tradito col regista e coreografo Busby Berkeley; tra loro c’era in effetti una liaison, nondimeno Wheeler perse la causa e l’anno successivo fu costretto a concedere il divorzio a Carole, che il 4 luglio del ’40 si risposò a Las Vegas con Willis Hunt Jr.**, un venditore d’imbarcazioni dal quale divorziò due mesi dopo.
Quell’anno Carole aveva finalmente ottenuto la prima parte da protagonista, in Sul sentiero dei mostri di Hal Roach, accanto al quasi esordiente Victor Mature: ambientata nella preistoria, la commediola costituì un ottimo trampolino di lancio per i due attori; Carole venne pubblicizzata come ‘la ragazza che fa le fusa’ e intrecciò una relazione col produttore Darryl Zanuck, il quale la volle nella Twentieth Century-Fox, come antagonista di Betty Grable in due film, il musical Appuntamento a Miami di Walter Lang e il bel noir Situazione pericolosa di Bruce Humberstone, dove ella ritrovò Mature: ambedue del ’41; quell’anno però la sua relazione con Zanuck finì, e dopo Follìe di New York di Irving Cummings (’42), un altro musical con la Grable e Mature, Carole si trovò relegata in film di seconda serie.
Giacché l’America era in guerra, intraprese un tour con le attrici Martha Raye e Kay Francis e la ballerina Mitzy Mayfair, per intrattenere i soldati alleati in Inghilterra e Nord Africa; con lo stesso scopo si recò quindi nel Sud Pacifico con l’attore Jack Benny. È stato calcolato che percorse in tutto oltre 100.000 miglia, ammalandosi più volte e rischiando anche la vita per aver contratto la malaria, ma distinguendosi come la pin-up più popolare tra le truppe.
Frutto di queste esperienze, oltre a molti articoli scritti per giornali, il libro Four jills in a jeep (1944), che quell’anno stesso il regista William Seiter portò sullo schermo con le stesse protagoniste, ovvero la Raye, la Francis, la Mayfair e naturalmente Carole, assieme ad altri celebri attori come Betty Grable e Carmen Miranda e all’orchestra di Jimmy Dorsey.
Intanto, nel ’42 a Londra Carole aveva conosciuto il capitano Thomas Fallace delle forze aeronavali statunitensi: nel gennaio ’43 lo sposò, nel maggio ’45 si separò da lui e due mesi dopo ottenne il divorzio. Appena in tempo per convolare a nuove nozze, l’8 dicembre di quell’anno, con l’attore e produttore di Broadway Horace Schmidlapp, grazie al quale si era appena cimentata anche in teatro, nel musical A Lady Says Yes: dove in un piccolo ruolo recitava la futura scrittrice Jacqueline Susann, che più tardi, nel suo famoso romanzo Valle delle bambole (1966), straordinario successo editoriale, pare si sia ispirata a lei per il personaggio di Jennifer North.
Nel ’46 l’attrice ottenne la parte di protagonista in Uno scandalo a Parigi, film d’avventura diretto da Douglas Sirk, accanto a George Sanders e Signe Hasso, nella quale fu Loretta De Richet, una ballerina moglie d’un poliziotto che finisce per ucciderla: una delle sue migliori interpretazioni. Quel film, il suo quint’ultimo, fu il suo canto del cigno: le successive parti che le furono offerte infatti non ne accrebbero certo la fama, anzi segnarono l’inizio del declino artistico, che coincise con problemi di salute e qualche preoccupazione economica. Si aggiunga che nel ’47 Carole divorziò anche dal suo quarto marito, per avviare una relazione con l’attore Rex Harrison, sposato con la collega Lilli Palmer: e la stampa fece a gara nello spettegolare sul tormentatissimo legame.
La sera del 4 luglio ’48, nella sua casa californiana al 1465 di Capri Drive, in Pacific Palisades, Carole cenò con Harrison: è probabile che la questione del divorzio di lui sia tornata nei loro discorsi, e che l’attore britannico le abbia comunicato la sua intenzione di restare con la moglie; ella, impossibilitata ad aver figli a causa di un’endometriosi, tutto d’un tratto si sentì fragile e sola. L’indomani mattina ingerì quaranta pastiglie di un tranquillante, il Seconal: e quel pomeriggio fu trovata morta sul pavimento del suo bagno dallo stesso Harrison e dalla cameriera; all’età di ventinove anni, sei mesi e tre giorni. Aveva lasciato due biglietti, uno per la madre e uno per Harrison: il quale fece sparire il suo e indugiò colpevolmente prima d’avvisare la polizia; poi, interrogato, fornì sulla faccenda spiegazioni alquanto generiche, e asserì perfino che la Landis non era la sua amante, bensì un’amica sua e della moglie.
I familiari dell’attrice hanno sempre contestato la tesi del suicidio, come si legge nel sito web ufficiale a lei dedicato.
Al funerale dell’attrice presero parte tanti suoi colleghi di lavoro come Cesar Romero, Pat O’Brien e Van Johnson, e naturalmente Harrison e consorte; Carole Landis fu sepolta al Forest Lawn Memorial Park di Glendale, in California; Hollywood la ricorda al 1765 di Vine Street, con una stella nella Walk of Fame.