In collaborazione con l'Associazione Italiana Amici dei Mulini
Basilicata. Comune di Pignola (PZ)
Mulini storici
Storia dei mulini e mulino Cornaleto
di Vittorio Galliazzo
L'arte della molitura si configura come uno dei momenti più importanti e significativi della civiltà occidentale, anche per i molteplici interessi d'ordine sociale, politico, economico e tecnologico che ha saputo suscitare.
In realtà il mulino storico (sia ad acqua che a vento), nelle sue espressioni più complete, costituisce una tra le massime invenzioni tecnologiche non solo dell'antichità, ma anche e soprattutto dell'età medievale e moderna, periodo in cui si presenta come una meravigliosa macchina tuttofare se considerata nei suoi vari e differenziati impieghi in cui viene a operare. Innumerevoli sono le testimonianze diffuse per ogni dove da questa macchina produttiva, mostrando chiaramente come il mulino sia stato non solo una rilevante manifestazione architettonica inserita nella scena urbana o rurale, ma anche un vero e proprio operatore di trasformazioni economiche, civili, sociali e territoriali, segnando in qualche modo e per sempre alcuni aspetti della civiltà europea.
In un paese che consumava (e consuma) grandi quantità di cereali e di granaglie di vario genere come l'Italia, "acqua, macine e farina" dovevano integrarsi a vicenda e trovare nel mulino la loro sede privilegiata. Nessuna meraviglia quindi che la prevalente alimentazione cerealicola degli italiani abbia portato nei secoli passati a un'ampia e capillare diffusione del mulino, nelle sue più diverse tipologie, su tutto il territorio nazionale, almeno fino alla fine dell'Ottocento, quando la modernizzazione dei meccanismi di macinazione operata soprattutto dall'introduzione dei laminatoi, ha avuto come immediata conseguenza una più rapida produzione di farina e una veloce trasformazione del mulino artigianale in mulino-fabbrica a più piani, capace di alimentare interi centri abitati.
Da quel periodo i vecchi mugnai furono progressivamente indotti ad abbandonare l'antico lavoro, ormai non più competitivo, dando luogo a un progressivo abbandono dei mulini del passato, decretandone spesso in tal modo anche la fine strutturale per il conseguente degrado.
Ora ecco un mulino tra storia e poesia.
Mulino “Cornaleto” contrada Ponte Mallardo Comune di Pignola (PZ) – Basilicata.
Un tempo i mulini ad acqua erano diffusi in tutta la valle del Basento e contribuivano a sostenere intere comunità.
Attraverso i mulini, artigiani pastori e contadini, tutti protagonisti dello sviluppo rurale degli ultimi secoli, beneficiavano delle risorse idriche per andare avanti.
Oggi non resta molto della civiltà contadina di allora ma fortunatamente esistono ancora delle preziose testimonianze di quel tempo.
Una di queste è senza dubbio il mulino ad acqua “Cornaleto” dei fratelli Cammarota, situato in località Ponte Mallardo nel comune di Pignola.
La struttura, è stata recuperata alla perfezione a partire dal 2007, in collaborazione con la Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici della Basilicata.
Un po’ di storia ci spiega l’effettiva importanza del mulino ad acqua di ponte Mallardo la cui origine risale all’Ottocento. Il mulino ha funzionato fino al 1960.
Tecnicamente il mulino è composto dal locale con relativa torre in muratura a pietra, il locale sottostante “carcerario” con i due “ritrecini” (totalmente ricostruiti) che fanno girare altrettante macine (prodotte in Francia a “La Fertè Sous Jouarrè”), una usata per il grano e l’altra per il mais; oltre alla casa del mugnaio e il forno.
Nella vista guidata è possibile ammirare da vicino le caratteristiche del mulino, che prende il nome di “Cornaleto” dalla presenza in zona di cornioli, alberi dal legno molto duro utilizzato proprio per la costruzione di parti di macchine idrauliche.
E’ possibile conoscere la storia del suo recupero attraverso una ricca galleria di immagini che documentano le fasi della ricostruzione.
I lavori sono stati eseguiti con grande accuratezza grazie alla sapiente opera di valenti artigiani della pietra e del ferro.
Per riportare il mulino al suo antico splendore sono state fatte delle ricerche storiche approfondite e nulla è stato lasciato al caso, nemmeno il più piccolo particolare”.