#309 - 18 giugno 2022
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di mercoledi 30 aprile quando lascerà il posto al n° 363 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi un po' di SATIRA - Nasciamo nudi, umidicci ed affamati. Poi le cose peggiorano - Chi non s ridere non è una persona seria (P. Caruso) - l'amore è la risposta ma mentre aspettate la risposta, il sesso può suggerire delle ottime domande (W. Allen) - Ci sono persone che si sposano per un colpo di fulmine ed altre che rimangono single per un colpo di genio - Un giorno senza una risata è un giorno sprecato C. Chaplin) - "Il tempo aggiusta ogni cosa" Si sbrigasse non sono mica immortale! (F. Collettini) - Non muoverti, voglio dimenticarti proprio come sei (H. Youngman) - La differenza tra genialità  e stupidità è che la genialità  ha i suoi limiti (A. Einstein). -
Testimonianze

Continua la narrazione di una nuova avventura antica e attuale

In Viaggio lungo lo Jonio alla scoperta della...

Magna Grecia

Sui passi di George Gissing - Quinta puntata

di Giuseppe Cocco

Siamo ancora a Cotrone e la mattina al risveglio la speranza per un nuovo giorno migliore del precedente è subito vanificata; è ventosissimo e il mare continua ad essere spumeggiante e rende impossibile la tanto sperata visita a Capo Colonna, né in barca né via terra.
Quindi le 6 pagine del viaggio oggi si svolgeranno a spasso per la Città.
Poca gente, visto il freddo, e prima tappa alla Cattedrale che all'amico Gissing non piace, trovandola un brutto edificio privo d'interesse artistico dentro e fuori.
Mentre siamo dentro, il primo incontro con un uomo che prega con fervore per avere la grazia per la sua malaria.
Come in tutti i luoghi che visitiamo, sia io che lui, amiamo andare al Cimitero, quindi seconda tappa obbligata è a vedere come il popolo Crotonese ricorda i suoi morti, perché le tombe hanno un gran significato.
L'occasione si dimostra propiziatoria per un bell'incontro con il custode che si dimostra una bella persona, simpatico e cortese.

Magna Grecia

Tornando indietro, verso la Città, ci fermiamo a vedere più da vicino una chiesetta in rovina e nel mentre ci imbattiamo in 2 ragazzi che conducono un gregge di capre.
Il più piccolo si avvicina a Gissing e ancora una meraviglia: non chiede soldi come al solito, ma una delle rose del mazzolino che gli era stato regalato dal giardiniere del Camposanto.
Questo fatto fa ripetere a Gissing che i Calabresi sono diversi dai Napoletani, perché si distinguono per la loro dignità ed io non posso che confermarlo per la mia esperienza. Ma dopo il piccolo ci si avvicina anche il più grande e stavolta per una curiosità inattesa: vuole sapere con insistenza se e quando restaureranno la Chiesetta.
Tornati in città ci fermiamo davanti alla vetrina del fotografo dove c'è una galleria di cittadini, contadini per lo più sfigurati dalla malaria, e individui di quella classe media cordiale, che incontrati per la strada anche per poche parole, saluta sempre con una stretta di mano.

Come da sempre in Italia, lo sport preferito è lamentarsi del luogo natìo e qui, in particolare, tutti si lamentano della mancanza d'acqua che in effetti manca, noi stessi nelle camere abbiamo l'otre con l'acqua potabile e le donne, poverette, non potendo usare il Fiume sono costrette ad andare con qualsiasi tempo a lavare i panni a mare.
Arrivati all'ora di pranzo si torna all'Albergo, unico ristorante nel quale quindi non c'è scelta si deve sottostare al misero menù cucinato in maniera infame [incredibile in una Calabria in cui oggi si mangia divinamente ma anche Dumas nel suo viaggio lungo la Calabria Tirrenica ebbe a lamentarsi del cibo, ricorrendo spesso ad uno stratagemma: l'uso di castagne per sfamarsi].
Infine, essendo l'unico ristorante presente in Città, come detto, si dimostra un palcoscenico sul quale si esibiscono svariate tipologie di persone e personaggi che Gissing osserva con attenzione e racconta con dovizia di particolari.

Magna Grecia

Ancora 7 pagine per le quali Gissing va famoso, nelle quali racconta del suo inaspettato, o forse no, attacco di malaria, che rischiò di mandarlo al Creatore se non avesse incontrato un buon dottore.
10 giorni di malattia alla quale inizia cercando di opporsi, minimizzando e pensando che sia una dispepsia, risultato del regime alimentare dell'albergo; fa comunque colazione nonostante la nausea data dalla malattia e dalla colazione stesse, uscendo perfino, per una passeggiata.
Poi, purtroppo si deve piegare e far chiamare il medico del paese, che gli vien detto sia un luminare.
Il giovane dottorino gli risulta subito simpatico con la sua maniera amabile con la quale gli diagnostica, inizialmente, una passata di reumatismo che però si trasforma subito in malaria dal momento che gli prescrive il chinino, indiscutibilmente farmaco contro la malaria.
Lui si sente molto stanco e il medico gli ordina di stare a letto, ma con una incredibile lucidità nonostante il delirio, riesce a raccontare con precisione sinestetica la sintomatologia e gli effetti della febbre malarica delle notti da incubo, tanto che ci sembra di viverli noi stessi.
Poi la mattina successiva ancora con la venuta del medico, la ramanzina alla padrona dell'albergo per non aver seguito alla lettera i suoi ordini e la prescrizione di un pasto ricostituente a base di bistecca e bicchier di buon vino.

Magna Grecia

Un giovane entrato per errore nella sua camera, per tirarlo su di morale, con un sorriso incoraggiante gli dice che a Cotrone tutti hanno la febbre (malarica) e che anche lui non si sente tanto bene, tanto da prevedere, entro un paio di giorni, di doversi mettere a letto.
Nonostante una giornata passata discretamente, visitato a mane e a sera dal dottore, un tormento lo divora: la malattia gli ha stravolto il programma, il fermo obbligato ha rallentato il viaggio e lo aspettava a Catanzaro della posta importante la tappa successiva.
Poi, dopo aver spento la candela, il pensiero va a Capo Colonna che purtroppo non vedrà mai, rimanendo un sogno che lo seguirà tutta la vita.
Durante la notte, nel dormiveglia continuo è un delirio che è pari ad un trip da assunzione di droga, nel quale si rincorrono incubi nei quali in barca cerca di raggiungere il Capo vedendolo da lontano senza poterlo raggiungere e ancora, via terra, arranca per una strada pericolosa che improvvisamente frana in un abisso.

Poi, lui che già spesso vive di déjà vu, vede immagini di vasi ornati di figure, scene di vita antica, perfino Annibale gli fu di conforto.
Fantasmi e visioni che lo seguono per 10 giorni di malattia.
Ma la neanche la malattia è più forte della curiosità del viaggiatore quando sente di lontano le grida provenienti dalla piazza del Municipio dove il popolo sta manifestando l'ennesima tassa assurda.

Magna Grecia

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