Tra idee, opinioni, propaganda, disinformazione
Futuro di pace
di Amanzio Possenti
La guerra in Ucraina sta seminando polemiche aspre che, oltre la ferocia mortale delle armi, rendono difficili il dibattito tra idee e opinioni.
Si sono ascoltate dichiarazioni verbalmente violente (il Numero 2 del Cremlino: ‘odio’ verso gli occidentali), affermazioni inaccettabili rese da conduttori di programmi televisivi russi su nostre emittenti, si subisce (contrastandola fortunatamente) la ‘disinformacia’ che diventa propaganda, scarseggia un equilibrio corretto nel frasario, si bega giornalisticamente sui cosiddetti putiniani : un campionario di parole al vento, contestazioni, motivi di rissa ideologica. Il tutto, si dice, nel rispetto della libertà di opinione e di espressione: qualcuno si chiede se sia così semplicistico il discorso.
Si ascoltano, pur nel libero (ma sempre rispettoso?) dibattito internazionale, asserzioni che non aiutano né sostengono il già molto difficile percorso verso la pace o una decisiva tregua, forse ne indeboliscono la forza attrattiva; le parole diventano macigni, ostacoli ad una pur complessa ma indispensabile discussione. Si ha l’impressione - al di là dei meccanismi polemici - che il ragionamento, fondato sull’autocontrollo, sulla diplomazia e sul desiderio di trattative da condurre con paziente ricerca di sostenibile compromesso, venga messo un po’ da parte. La polemica(da noi) si amplia e dallo sguardo sulla gravità e inaccettabilità dell’aggressione si sposta sull’invio delle armi , sullo scontro di tesi politiche, sul governo: tantissime parole.
Intanto la propaganda russa - con frasi (e manipolazioni) ad effetto, ad uso interno e di aggressività verbale verso i Paesi ‘ostili’ - sembra ignorare il terribile spaccato umano che rende agghiacciante la forza distruttiva delle armi, mentre insinua disinformazione pericolosa. Si sa che che la propaganda in guerra - ovunque - non conosce limiti nè confini.
Come comportarsi in un Paese come il nostro dove democrazia e rispetto reciproco delle idee sono sale quotidiano e normale della convivenza civile?
Le risposte sono diverse, mirate alla ricerca della verità. Senza infingimenti o ambiguità. Dunque, no alla propaganda e all’asservimento alle chiacchiere, sì al dialogo costruttivo sul domani.
Papa Francesco ne dà l’esempio evangelico quotidiano: ricerca ininterrotta della Pace, affinchè il mondo riscopra la bellezza di intenti comuni, fraternità vissuta, pregata e perseguita, pazientemente: ‘una Pace in cammino’ fondata su Dio che è Pace. Il vero futuro.