Mulino del Cantaro
Di Laura e Loredana Fasciolo
Dal 2015, dopo più di 50 anni di inattività, ha ripreso a funzionare lo storico “Molino del Càntaro”.
In passato - almeno dal XV secolo - l’acqua del rio Càntaro è stata la principale risorsa idrica della città di Rieti, un’importante riserva di acqua potabile che, insieme ad altri corsi d’acqua, tra cui il fiume Velino, alimentava mulini e frantoi in tutto il territorio reatino.
La documentazione dell’Archivio di Stato del capoluogo sabino testimonia che la struttura originaria del Molino risale al secolo XI, e che fu successivamente inglobata in una villa settecentesca “Villa Mari”, dal nome della famiglia che nel 1915 ne rilevò l’intero complesso.
Nell’attuale Molino, situato in corrispondenza della sorgente del rio Càntaro - tenuto in funzione da Domenico Mari e da Maria Borriello - anche il prezioso grano “Rieti 1” viene macinato a pietra come una volta, secondo i princìpi dell’agricoltura biologica. Princìpi e metodi che vengono illustrati durante i laboratori dedicati alle scuole e ai cittadini interessati.
I processi di macinatura e i macchinari presenti nella struttura, alcuni dei quali risalenti agli anni Trenta, sono parte importante della storia industriale italiana.
Il Mulino, il Rio e il territorio circostante di “Villa Mari” - al cui destino siamo particolarmente legate, noi che lì, negli anni ’50 siamo nate e vi abbiamo trascorso l’infanzia - stanno rischiando di essere sopraffatti dalle scellerate politiche urbanistiche locali degli ultimi decenni che già hanno in gran parte interrato il rio Càntaro per rendere edificabile il territorio dove ora scorre.
Una scritta sovrasta l’ingresso principale della settecentesca “Villa Mari” che sembra voler ricordarci che è rimasto poco tempo per salvare, dal piano urbanistico del Comune, questo prezioso patrimonio storico e naturalistico della Sabina:
Pensa che questo dì mai non raggiorna. (La Divina Commedia, canto XII Purgatorio (vv. 82-84).
molinodelcantaro@tiscali.it