Guerra e ricerca della pace
Non e' un videogame
di Amanzio Possenti
Le informazioni sulla guerra in Ucraina riempiono 24 ore su 24 le cronache di giornali, social, radio e Tv, un rincorrersi di notizie in tempo reale come mai era accaduto in nessuna delle molte (troppe) guerre precedenti.
Non c’è missile o bombardamento che sfugga alla nostra conoscenza, accompagnata da puntuali immagini.
Una congerie comunicativa che per taluni sembra essersi trasformata in un ininterrotto videogame, una sequenza di ripugnanti violenze e di sterminate distruzioni seguite talvolta non con la logica di chi desidera sapere bensì con la frenesia di vivere (incautamente) un film senza fine.
Dove finisce il fondamentale diritto alla informazione e inizia il corrispettivo dovere morale alla partecipazione di un dolore universale vissuto con umana ( e cristiana) sensibilità, oltre il ritmo incandescente degli orrori? Si ha l’impressione che alcuni seguano l’impianto narrativo come fosse un’ irreale figurazione nella quale immergersi senza criterio critico, con banale abbandono: da videogame appunto. Eppure le atrocità e le morti sono dati e circostanze reali, terribili, suscitatrici di emozioni che irrompono, pesantissime, nel cuore e nella mente di ciascuno.
Sono immagini che devastano, colpiscono e interrogano sulla limiti della fraternità e sui valori della vita distrutta senza compassione: non possono diventare dei vuoti umani, assenti, fuorvianti, neppure per assuefazione, abitudine quest’ultima negativa che conduce ad accettare come ’normale’ ciò che è anormale, inaccettabile.
Qualora simili comportamenti di anomalo coinvolgimento fossero soltanto di alcune persone - e si spera poche - questo non esime dall’importanza di ripristinare attenzione responsabile e forte sugli eventi tremendi che le immagini propongono.
Siamo davanti a crimini umanamente insopportabili e che richiedono una rivolta morale severa, affinchè i cumuli di orrori sfidino le coscienze dei responsabili e provochino preghiera di pace e di amore fra quanti li sentono come pesi intollerabili, intrisi di ferocia e di inciviltà.
Papa Francesco rinnova ogni giorno l’appello al cessate il fuoco, consapevole che la guerra è portatrice insensata di lutti e di ingiustizie e che solo la pace, frutto primario dell’amore di Dio e manifestazione di convivenza, assicura all’umanità - non solo ai contendenti in guerra - il cammino della serenità e della prosperità comune.