Vecchiaia e religiosità
Preghiera Arrabbiata
di Amanzio Possenti
Nella catechesi dell’ultima udienza generale sul tema e il valore della vecchiaia emerge la pienezza di una fede ferma, aperta, sincera, attiva e arricchente.
Coinvolge l’intervento di Francesco quando – traducendo e sintetizzando - dice che Dio preferisce una ‘preghiera arrabbiata’ al moralismo ipocrita. Frase forte quanto profondamente legata al mistero della tenerezza e misericordia divina.
Il Papa accende i fari sulla via dell’attenzione cristiana autentica e, partendo dalla storia drammatica di Giobbe, sottolinea che la bellezza dell’accettare Dio, pur nel cumulo di sofferenze, intrighi e contrasti, consiste nel verificare che Egli è tenerezza non persecutore. A questo risultato Giobbe arriva grazie alla fermezza del credere, testimone di una gioia sofferta e amorosa che Dio contraccambia chiedendogli di pregare ‘per i suoi cattivi amici’ che lo perseguitavano.
Tutti, non solo gli anziani, sono chiamati a sperimentare ’la preghiera arrabbiata’ purchè rivolta con convinzione d’amore al superamento della ipocrisia: passaggi che danno spazio a religiosità genuina e attestano come l’anziana età in particolare, pur nelle difficoltà, possegga i requisiti per camminare nel chiarore di una fede illuminante.
Preservarsi da precettismi e fariseismi distruttori del dono dell’amore misericordioso - parte integrante del cammino esperenziale - significa saper transitare, come Giobbe, da burrasche - la guerra in Ucraina – e da eventi drammatici - la pandemia - per procedere oltre la ‘arrabbiatura’ del momento, consegnandosi all’amore tenero e insostituibile di Dio.