In occasione del 20 maggio: Giornata Mondiale delle api
Un fantastico mondo
Le api
In compagnia delle api operaie, dell’ape-regina e del fuco
di Roberto Bonsi
Il giorno 20 di maggio di quest’anno 2022 si celebra la “Giornata mondiale delle Api”, e tale gran festa dedicata a questi laboriosi insetti, si svolge ogni anno, per sensibilizzare l’opinione pubblica di ogni dove, per quanto le stesse offrono grazie al loro impegno, e per quanto i loro prodotti sono per noi utili ed importanti, e l’animale uomo può e deve dire solo grazie a questi prolifici e proficui insetti .
Entriamo così in punta di piedi, e quindi con il massimo rispetto, in un mondo a noi vicino, e che in diversi modi da un senso al nostro vivere, in quanto ci nutre ed anche ci cura, e ci dà anche l’opportunità di creare sempre grazie a loro, un’ampia letteratura oltremodo utile al nostro scibile, una sorta di rapporto a due comprensivo di una fattiva collaborazione.
Quel mondo che è di fatto parallelo al nostro e che in fondo un po’ ci appartiene è il “Fantastico mondo delle api” (Citazione tratta dal titolo del libro di Roger e Bernardette Darchen, illustrato da Catherine Gran).
Come è organizzato un alveare, ma che cosa è quest’ultimo?. Come vive l’ape regina, e come si distribuiscono i compiti le api operaie, ed in che modo riescono a comunicare tra di loro? Domande alle quali nel corso della stesura dell’articolo, cercheremo di dare una distinta risposta.
Ora non ci resta che avviarci ad un primo vero quesito non elencato sopra, e diamo così una esatta definizione di ape, la quale è un insetto, e qui come si suol dire, non ci piove, lo sanno un po’ tutti, ed anche gli sveglissimi bambini di oggigiorno. L’ape appartiene alla famiglia degli Imenotteri, al genere Apis, specie mellifera.
Ad esempio nel Canton Ticino, per sua natura originale, veniva allevata la razza più naturale, quella ligustica, davvero apprezzata in quanto oltremodo prolifica, tranquilla e molto produttiva.
L’ape rientra nel contesto di una complessa organizzazione sociale, la quale è basata su due distinte caste, quella sterile (le api operaie) e quella riproduttiva, organizzate in questa maniera: le api operaie attuano tutte le attività necessarie alla cosiddetta “vita” della famiglia, con la sola esclusione di quella riproduttiva.
Colei che svolge l’azione appena menzionata è l’ape–regina, che svolge tutto questo mediante l’emissione dei ferormoni, mentre il fuco che è Il maschio dell’ape, che svolge l’azione riproduttiva, e di riscaldamento dello stesso alveare. Il ciclo di sviluppo delle api parte dalla deposizione dell’uovo da parte della regina, dal quale dopo appena tre giorni, dall’embrione fuoriesce la larva che è di un colore bianco-perla, e che si dispone sul fondo della cella e viene regolarmente nutrita dalle api stesse. Quando le larve sono pronte ad attuare la loro metamorfosi, le operaie chiudono così la cella con un opercolo cerato, Da un uovo nascono delle femmine, e secondo il tipo della loro alimentazione, attuata nei primi momenti di vita, le stesse diventano sterili (operaie) oppure ape-regina, che per l’appunto è quella che feconda.
Come la maggior parte degli insetti anche l’ape dispone di ben sei zampette e di quattro aperture alari, e possiede un pungiglione posto nella parte posteriore del suo piccolo corpo, ed è proprio grazie a questo, che l’ape si difende e si pone a difesa della sua intera “famiglia”... Il suo apparato boccale e quello di tipo lambente, ed è grazie a questo che succhia poi il nettare dei fiori. Per poter sopravvivere le api operaie procurano il nettare ed il polline per l’intera colonia alla quale esse stesse appartengono. Puliscono poi l’arnia e né eliminano la sporcizia ed i rifiuti vari. Accudiscono l’ape-regina, l’intera covata, ed anche i fuchi. Producono la cera, la quale forma i favi, e generano il calore, come sopra già descritto.
In autunno e in inverno, possono vivere quattro o cinque mesi, e prima lavorano in modo alacre all’interno dell’alveare, dopodiché si dedicano perlopiù ad attività esterne, esplorando i dintorni ed attuando il bottinamento. (n.d.a.: volare per ottenere nettare e polline), In primavera quando c’è del nettare ad iosa, e così durante la sciamatura (n.d.a: è il modo in cui si riproduce la “famiglia” delle api).
E' questa una rapida e sommaria descrizione del mondo delle api. Vi sono dei termini che un po’ sfuggono al nostro sapere quotidiano e per comprenderli bisogna entrare in un certo contesto, e soprattutto amare le api e tutte le… “dolcezze” che esse ci offrono per un miglior rendimento della nostra vita così scandita dai minuti, dalle ore, e dal tempo che passa.
Sapete perché è stata fissata questa data per celebrare le api? Semplice, ma non troppo!!!. E' stata opportunamente scelta in quanto corrisponde alla data di nascita di Anton Jansa (1734-1773) che nel XVIII° secolo fu un gran pioniere delle varie tecniche di una più moderna apicoltura, in Slovenia, il suo Paese natale.
Arnia …? Che cosa è mai? E’ un ricovero artificiale, dove vivono in colonia le api cosiddette domestiche, e si costruisce il favo. L’alveare è composto dai favi, ed ognuno di questi è a sua volta composta da tante celle esagonali costruite con la cera che è prodotta da delle ghiandole che le api hanno sul loro addome.
Come avete ben compreso la loro è una chiara, precisa e ben organizzata società matriarcale, dove nulla è lasciato al caso.
La puntura dell’ape, che tutti noi, più o meno abbiamo subito in modo di certo non gradito, è causata da un agente venefico (n.d.a.: tossine, ecc.) che si trasmette per l’appunto dall’insetto al nostro corpo e provoca sull’immediato bruciore, dolore e rigonfiamento, ed in certi soggetti può provocare anche una reazione allergica non da poco. Come tante mamme e nonne ben sanno, per poter rimuovere il pungiglione dell’ape, si fa ricorso alla sua immediata asportazione, questo grazie anche ad una piccola lama leggermente smussata, facendo di seguito una forte pressione con le dita, si deterge la zona interessata e si fanno dei leggeri impacchi con l’acqua fredda od anche con il supporto del ghiaccio, dopodiché si possono applicare eventuali impacchi farmacoterapici od anche fitoterapici.
Come si sa, le api si rendono maggiormente aggressive nel caso di un’instabilità del tempo meteorologico, oppure durante il periodo estivo, specie quando il caldo e l’afa sono al loro apice, o diversamente in caso di un conflitto aereo con altri insetti, che possono essere dei calabroni o delle vespe. Sono attratte dai colori nettamente scuri, e da altre cose che le infastidiscono, come l’alitosi nell’uomo, ed anche i movimenti bruschi posti in essere dall’uomo stesso.
Ma quale è la sostanziale differenza tra le api, e le loro “cugine” vespe?
Le vespe a differenza delle api possono avere più di una regina. Le prime hanno un addome affusolato e peduncolato, ed il loro corpicino non presenta alcuna peluria, e si denotano con delle strisce gialle e nere, mentre le api presentano una peluria sul loro torace.
Di per sé le vespe hanno un temperamento più aggressivo rispetto a quello delle api.
Cosa ebbe modo di dire il “grande” Filosofo e fisico Albert Einstein sulle api? –“ Se le api scomparissero dalla Terra, per l’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”. Purtroppo non aveva tutti i torti: l’inquinamento della natura, l’avanzare dell'industria e dei consumi ed il non rispetto verso la natura, la moria nel mondo faunistico ed in quello della flora - componenti naturali che abbelliscono e soprattutto danno un’ulteriore stimolo di vita al nostro pur sempre piccolo mondo - concorrono al deterioramento dell'intero globo terracqueo, e alla sua lente morte. Quindi, un’eventuale ed indebita loro scomparsa delle api provocherebbe di fatto una serie drammatica di criticità sulla biodiversità che come una sorta di “Eden” terrestre ci circonda, e sulla nostra alimentazione di base, nonché sull’assetto idrobiologico di alcune zone della nostra Madre Terra.