In attesa delle Giornate Nazionali dei Castelli 2022 previste in settembre
Un utile sguardo retrospettivo alle GN 2021
Vivere i Castelli
Un rapido excursus lungo lo stivale ci offre l’occasione per scoprire alcune particolari iniziative svoltasi in occasione delle Giornate Nazionali dell’Istituto Italiano dei Castelli.
La Lombardia, ad esempio, ha scelto come tema portante della Giornata Nazionale una riflessione sulle trasformazioni subite dai castelli lombardi negli ultimi cento anni, dall’epoca di Bodo Ebhardt, architetto tedesco che scrisse una serie di volumi sui castelli italiani, fino ai giorni nostri.
La struttura presa in considerazione, il Castello di Pavia e le sue torri, già analizzati e illustrati con particolare attenzione da Ebhardt, autore che ha fatto conoscere i castelli italiani in tutta Europa.
Il Castello di Pavia fu edificato da Galeazzo II Visconti tra il 1360 e il 1365, dopo la definitiva conquista della città, su progetto di Bernardo da Venezia. Il Castello fu concepito come sontuosa residenza dei signori di Milano e della loro corte.
L'imponente costruzione è a pianta quadrata, con cortile porticato interno e quattro torri sugli angoli (due delle quali scomparse nel 1527), circondato da un largo e profondo fossato e protetto da rivellini e ponti levatoi. Le facciate sono ingentilite e impreziosite dalle caratteristiche bifore viscontee, le cortine presentano uno dei primi apparati a sporgere dell’area. Il fortilizio è posto al limite nord della città ed era collegato all'attiguo enorme parco, esteso su ben 25 miglia di terreno, destinato a riserva di caccia dei Visconti, prima, poi degli Sforza.
Anche dopo che la Signoria milanese si riunì in un’unica entità sotto Gian Galeazzo Visconti, il Castello di Pavia venne sempre utilizzato come sede principale della corte viscontea. Vi soggiornarono una folla di artisti, pittori, scultori, poeti, fra cui Michelino da Besozzo, il Bembo, Foppa, Pisanello ed altri ancora. Anche il Petrarca fu presente qui per molto tempo per organizzare la famosa biblioteca, ricca di oltre mille codici.
Ai Visconti subentrarono gli Sforza che diedero al complesso un nuovo sfarzo, specialmente nell’ala nord, che ospitava gli appartamenti ducali affrescati dal Pisanello, andata purtroppo distrutta nel 1527 dall'artiglieria francese.
Dopo la morte di Francesco Sforza iniziò la decadenza del grande complesso. Trasformato in caserma dagli spagnoli, ebbe a soffrire la rovinosa impronta di tutte le dominazioni straniere. Soltanto nel 1921, l'edificio fu liberato dalla destinazione a caserma per ritornare gradualmente all'antico splendore, anche se privo dell’intera ala a nord distrutta, appunto, nel 1527, grazie a radicali restauri che hanno valorizzato quanto era rimasto di originale.
Il Castello è ora proprietà del Comune di Pavia e sede delle Civiche Collezioni di Arte e Storia.
In Sicilia, la GN si è svolta al Forte SS. Salvatore a cura dei professori: Franz Riccobono, componente comitato UNESCO Sicilia; Nicola Aricò, docente di Storia dell'Architettura; e Gino Ricciardi, entrambi docenti dell'Università di Messina.
Il Forte del Santissimo Salvatore è una fortezza posta all'ingresso del porto di
Messina e sorge sulla stretta penisola di San Raineri che con la sua
caratteristica forma a falce caratterizza il grande porto naturale.
Fu fatto costruire intorno al 1540, dal condottiero Don Ferrante Gonzaga, Viceré
di Sicilia nell'ambito della realizzazione di un imponente sistema difensivo
esteso all'intera città, ordinata dall'Imperatore Carlo V d'Asburgo quando
aveva visitato la città nel 1535, con grandi festeggiamenti, durante il suo
viaggio in Italia.
La progettazione della fortezza è attribuita all'architetto
militare Antonio Ferramolino che portò nell'isola le nuove forme della
fortificazione allo stile moderno.
Tra le caratteristiche architettoniche la struttura difensiva, costruita per difendere l'ingresso al porto, presenta una sagoma bassa ed una forma allungata essendo posta sulla punta della penisola di cui ne asseconda la conformazione. Sul culmine della fortezza si trova un bastione semicilindrico detto forte "Campana" sul quale si trova la stele dedicata alla Madonna della Lettera, alta 35 metri , costruita in cemento armato e rivestita in pietra di Trapani, sormontata dalla statua bronzea alta 7 metri raffigurante la Madonna benedicente, che è diventata uno dei simboli della città.
Tra le numerosissime iniziative che si sono svolte nelle Giornate Nazionali dei Castelli Italiani nel 2021, ne segnaliamo alcune particolari:
-Quattro volontarie dell’Istituto Italiano Castelli, guide alla scoperta delle loro regioni (Sicilia, Sardegna, Trentino, Umbria) in occasione delle GN dei Castelli, hanno tracciato Itinerari all’insegna della storia, del patrimonio castellano, della cultura e del come passione culturale o professionale si sposa con l’impegno sociale.
In questo senso Michaela Stagno D’Alcontres, in Sicilia, mira il suo impegno verso i giovani, attraverso un Coordinamento giovanile - diviso nella sezione studenti e giovani professionisti - al quale affidare il futuro del sodalizio.
Valentina Pintus, in Sardegna, si dedica agli aspetti archeologici delle barbagie: al Giardino storico di Aymerich e al Museo della statuaria Archeologica.
Le prime tracce umane qui conservate risalgono al 6000 a.C. Tra fine Neolitico e inizio dell’età dei metalli (3700-2400 a.C.) si sviluppò un fenomeno scultoreo unico: i menhir.
Il civico museo archeologico ospita 40 monoliti scolpiti, datati tra IV e III millennio a.C., alcuni giganteschi.
Giorgia Gentilini, si dedica intensamente alle attività di promozione dei Castelli dell’Alto Adige, forte della sua passione ( e della sua tesi di laurea) per la tutela e il recupero del patrimonio storico-architettonico incentrata sul castello di Königsberg all’interno del sistema fortificato del Piano Rotaliano e del Trentino, senza trascurare pari interesse per le connesse problematiche paesaggistiche.
Chiara Orsi Bin, lunga consuetudine con le iniziative dell’Istituto Italiano dei Castelli in Umbria, ha indirizzato la sua iniziativa alla promozione di Montecolognola - di cui abbiamo parlato in precedenza - e le circostanti presenze di borghi e castelli.
Da segnalare, inoltre, l’esperienza “I castelli raccontano…” concorso di fotografia tra alunni delle scuole.
I ragazzi dell’Istituto Comprensivo di Grosio Grosotto Sondalo Plesso Grosio si sono aggiudicato il primo premio: Le classi II A e II B guidate dalle prof.sse E. Besseghini e M. Trinca Colonel hanno presentato due elaborati di ottima qualità e perfettamente rispondenti alla richiesta del bando.
I ragazzi hanno scelto con accuratezza i soggetti e le inquadrature dimostrando di saper applicare correttamente le tecniche della fotografia e, nel contempo, di sapere leggere e reinterpretare in modo personale e poetico le immagini dei castelli con una forte attenzione al rapporto fra gli edifici e il contesto naturale. Qui, alcune delle foto vincitrici.
La premiazione ha avuto luogo nella sede del “Parco incisioni rupestri e castelli di Grosio” con interventi sulla storia e la funzione delle fortificazioni di Giusi Villari, presidente della sezione Lombardia, e di Guido Scaramellini, proboviro nazionale e delegato per la provincia di Sondrio. Nel pomeriggio, aperte a tutti, visite alle incisioni rupestri e ai castelli con le guide del Parco.