#304 - 2 aprile 2022
AAAAA ATTENZIONE questo numero resterà in rete fino alla mezzanotte del 3 maggio quando lascerà il posto al numero 351. - BUONA LETTURA - ORA ANTICA SAGGEZZA - Gli angeli lo chiamano piacere divino, i demoni sofferenza infernale, gli uomini amore. (H.Heine) - Pazzia d'amore? Pleonasmo! L'amore è già  in se una pazzia (H.Haine) - Nel bacio d'amore risiede il paradiso terrestre (Lord Byron) - Quando si comincia ad amare si inizia a vivere (M. de Scudery) - L'amore è la poesia dei sensi ( H. De Balzac) - Quando il potere dell'amore supererà  l'amore per il potere, sia avrà  la pace (J. Hendrix)
Personaggi

Riccardo Bacchelli

Un“grande” autore della Letteratura italiana

di Roberto Bonsi

Riccardo Bacchelli è senza dubbio uno dei “grandi” della Letteratura italiana, ed i suoi scritti nonché la sua fama, sono giunti sino a noi, grazie alle antologie scolastiche, agli archivi dei vari giornali con i quali egli ha collaborato e non solo, ed ai preminenti studi universitari sulle sue corpose opere e sulla sua persona. Nacque a Bologna, (n.d.a.: “La perfetta città”. Cit.: Thomas E. Hulme) che ancor oggi viene definita la “Dotta”, per la presenza in loco dell’importante Università degli Studi “Alma Studiorum”, e l’evento avvenne in una domenica di primavera, e più esattamente il 19 aprile 1891. La sua famiglia che era particolarmente agiata, apparteneva così alla buona borghesia cittadina, ed il piccolo Riccardo fu il primo di cinque fratelli, i quali erano Mario, che fu un pittore di una certa fama, e che fu un grande amico del noto pittore bolognese, Giorgio Morandi, poi Beatrice, che divenne suora carmelitana scalza, e si trasferì a Baltimora negli U.S.A., ed infine gli altri fratelli, Giorgio e Guido. Il nonno materno Ermanno ,che lì giunse dalla Confederazione elvetica, era il responsabile a Bologna di un’azienda nazionale per la fornitura di gas e di acqua.. Il padre Giuseppe era un avvocato, e perseguiva idee di stampo liberale. Fu presidente della “Deputazione Provinciale” bolognese, e fu anche presente in quel di Roma, nelle vesti di onorevole -deputato del Parlamento dell’allora Regno d’Italia., e tra le altre cose, contribuì con altri, alla realizzazione dell’ “Istituto Ortopedico Rizzoli” (n.d.a.: un noto centro ospedaliero della città appena citata)-
La madre si chiamava Anna Bumiller, nata a Costantinopoli, l’odierna Istanbul in Turchia, e che in epoche molto più remote si chiamava: Bisanzio, già Capitale dell’ “Impero Romano d’Oriente”. La Bumiller amava i classici della Letteratura germanica, ed insegnò la lingua tedesca, ed aiutò anche a tradurre le opere letterarie di quel Paese, al docente, scrittore, poeta e parlamentare toscano Giosuè Carducci, che era un amico di famiglia..

Riccardo Bacchelli

Il giovane Bacchelli compì gli studi medi al Liceo Classico: “Luigi Galvani” sempre di Bologna, poi si iscrisse alla Facoltà di Lettere della su citata Università, ma l’abbandonò al terzo anno. Fu proprio in quel periodo che iniziarono i suoi contatti ,con l’ambiente letterario della città felsinea e non solo. Nel breve periodo che va dal 1912 al 1916 collabora con la rivista: “La Voce”, mentre nel 1911 debutta come scrittore con il romanzo. “Il filo meraviglioso di Lodovico Clò”, e tre anni più tardi dà alle stampe i: “Poemi Lirici”. Allo scoppiare della “Prima Guerra Mondiale” si arruola come volontario in qualità di ufficiale di artiglieria. Sul finire degli anni dieci prende a collaborare con la rivista letteraria: “Raccolta”, e sempre in quel periodo contribuisce a fondare: “La Ronda”, una rivista divenuta poi di notevole importanza, come del resto anche la stessa “Voce”. Inizia a scrivere dei testi per il teatro, e viene così per un po’ ribattezzato: “Il Goethe bolognese”. Dal 1922 al 1928 scrive regolarmente per il quotidiano di informazione del mattino, della sua città natale, un autorevole giornale, che come allora, si chiama ancor oggi. “Il Resto del Carlino”, (Il carlino era la moneta dell'epoca) Con il tempo, si forma cosi un Riccardo Bacchelli, scrittore, giornalista, drammaturgo, saggista, critico musicale, ed anche poeta. Ha diverse collaborazioni con altre riviste di stampo letterario, e nel corso dell’anno 1926 si trasferisce a Milano per entrare nel già allora ambito “antro” de: “Il Corriere della sera”. Nel capoluogo lombardo insieme ad altri colleghi, in data dell’11 novembre 1926 inventa, poi diventa presidente a vita, di quella che sarà un’importante manifestazione che abbinava ed abbina a tutt’oggi, la letteratura con il buon mangiare, ovvero la convivialità davanti ad un desco, più toscano che meneghino, per via della provenienza della famiglia Pepoli, i signori che gestivano tal rinomato posto di ristoro, mi riferisco al “Premio Bagutta”, la cui cerimonia di premiazione si svolgeva annualmente nell’omonimo ristorante dell’omonima via, e che da qualche anno pur restando a Milano, ha cambiato sede.

l capolavoro assoluto di Riccardo Bacchelli, consiste in tre poderosi tomi, ed il titolo principale della raccolta, è: “Il Mulino del Po”, mentre i tomi su menzionati, sono così suddivisi: “Dio ti salvi”, “La miseria viene in barca” e “Mondo vecchio sempre nuovo”. Questo suo, che si può definire un autentico “affresco” storico, che si estende attraverso la quotidianità della vita di ben tre generazione di una famiglia di mugnai della Bassa ferrarese, il cui cognome era Scacerni.. I tre tomi furono dati alle stampe in maniera autonoma, tra il 1938 ed il 1940, e solo nel corso dell’anno 1957, il Bacchelli ebbe modo di pubblicare il tutto, insieme e definitivamente. Il secolo di storia del nostro Paese ed anche europea, è visto secondo l’ottica dei contadini che affollavano gli argini del Fiume Po ed il suo delta, il tutto, attraversando il periodo del Risorgimento, il brigantaggio e le prime lotte sociali con le loro annesse rivendicazioni, fino allo scoppiare della “Prima Guerra Mondiale”. Sono tanti, ed alcuni anche di una certa levatura, i personaggi che contornano questa monumentale opera bacchelliana. Uno su tutti, e ad esempio, il “Raguseo”, un ricettatore ferrarese di origine ebrea, e chi scrive anch’egli nato nella bella Ferrara (n.d.a.: -“Ferrara, Ferrara, la bella città: si mangia, si beve, e allegri si sta”- Cit.: R. Bacchelli), sa benissimo, che apostrofare uno stanziale con il termine: “raguseo”, quest’ultimo diventa un epiteto ai danni di chi lo riceve, e sta ad indicare una persona un po’ “Sparagnina” quindi non di …” manica larga”. Il mulino, così tanto decantato, e passato alla storia, si chiamava: “San Michele. gli scritti di Riccardo Bacchelli pur nella sua ormai arcaica elaborazione, sono comunque rimasti come parole saldamente ancorate in momenti storici di grande rilievo.

Abbiamo deciso di raccontare di Bacchelli, per tentare di dare un ulteriore contributo, una sorta di nuova “linfa” vitale, con il preciso intento di rinverdire il suo operato, e farlo conoscere a chi lo ha dimenticato e a chi non sa nulla di lui e del suo “bello scrivere”. Altri libri scritti da questo significativo autore, sono: “Il diavolo a Pontelungo”, “Le notti di Via Bigli (…)”, “Il figlio di Stalin”, “Lo sa il tonno”, “La congiura di don Giulio d’Este”, “Gioacchino Rossini”,”Italia per terra e per mare”, “Viaggi all’estero e vagabondaggi di fantasia”,”Questa nostra Italia”, “Lo sguardo di Gesù”, “Nel fiume della storia”, “L’incendio di Milano”, “La vita anteriore (…)”, ed altri ancora.
Molti di questi sono stati tradotti nelle lingue inglese e tedesca. Un “Centro Studi” dedicato a Riccardo Bacchelli si trova presso il Comune di Ro ferrarese a pochi chilometri da Ferrara, e tra le tante iniziative che coltiva, c’è anche un importante premio a lui dedicato, e sempre in questo paese in un’area golenale che si trova nelle vicinanze del ponte che lo collega con il vicino centro di Polesella nel rodigino, vi è una riproduzione su scala reale del tanto “celebrato” mulino . Di questo romanzo sono stati realizzati due sceneggiati televisivi ed un film.

L’8 agosto 1985 l’allora Governo Craxi varò una Legge a favore dei personaggi della cultura italiana in reali condizioni di fabbisogno e di povertà (Legge n.:440), ed il primo ad usufruirne fu Riccardo Bacchelli, e da lui, la stessa prese il nome. Presso la prestigiosa “Biblioteca dell’Archiginnasio”, che si trova nel pieno centro della città di Bologna, esiste un fondo di manoscritti a lui dedicato, e a chi scrive preme segnalare, al di là della sua persona, che egli, ha intervistato nella sua casa milanese, lo scrittore in questione, questo in un soleggiato mercoledi, ed era il 28 maggio1980, e per chi scrive, fu la prima intervista della sua attività di giornalista, questo per conto di un seguito periodico nazionale della Vigilanza urbana. Con Bacchelli , che fu molto cordiale, c’era anche la compagna della sua vita,. che rispondeva al nome di Ada Fochessati. Riccardo Bacchelli mori presso la “Clinica Zucchi” di Monza l’8 ottobre 1985. (N.d.a.: Su “You tube”: “Intervista a Riccardo Bacchelli di Roberto Bonsi”). L’incontro-intervista in questione oltre che sul web, una volta giunti in Bologna, lo si può riascoltare e vedere nel suo contesto cartaceo, sempre a riferendosi al “Fondo” sopra segnalato, della Biblioteca in questione, dove ora è archiviato in modo perenne. Un grazie rinnovato, e di cuore, alla Direzione ed alle funzionarie della Biblioteca su indicata. Foto Lelli-Masotti Milano

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