#300 - 29 gennaio 2022
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno sabato 30 novembre quando lascerà  il posto al numero 358 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Cultura e Società

La Costituzione piu' antica

Di Angelo Ferrari per Africa

La storia dell’Africa rivela inaspettate sorprese. Il Regno del Mali, che risale al XIII secolo, produsse la Costituzione più antica del mondo: la Carta di Mandé (o di Kouroukan Fouga), sconosciuta ai più.

Fu redatta da Soundiata Keïta, fondatore dell’impero del Mali, con cui iniziò il medioevo africano.
Fu questo saggio imperatore a istituire un corpo di leggi che, ispirandosi ai valori tradizionali, regolamentavano la vita comunitaria, organizzano la coesistenza tra il potere e i cittadini, tra gli individui e la società, i rapporti tra le generazioni. E istituivano per la prima volta nella storia dell’umanità le libertà inviolabili degli individui.

La Costituzione piu' antica

L’incipit? Straordinario: «Lo spirito dell’uomo vive grazie a tre cose: vedere ciò che ha voglia di vedere, dire ciò che ha voglia di dire, fare ciò che ha voglia di fare, perciò ora ciascuno risponde della sua persona, è libero nei suoi atti, nel rispetto delle leggi del suo paese».
La Carta di Mandé, promulgata nel 1236, fu tramandata oralmente per secoli dai Malinké, gruppo iniziatico di cacciatori, e dai griot, i cantastorie dell’Africa occidentale. Negli anni Sessanta del Novecento lo storico maliano Youssouf Tata Cissé la mise su carta, e nel 2009 l’Unesco la inserì (con parecchi errori) nel patrimonio culturale intangibile dell’umanità.
In Italia è quasi sconosciuta.

Ecco qualche articolo tratto dai quarantaquattro capitoli che compongono la Carta: «Ogni individuo ha diritto alla vita. Una vita non è superiore a un’altra. Il rispetto per gli altri è la regola e la tolleranza deve essere il principio»… «Non umiliare il nemico, perché così facendo saresti considerato codardo»… «L’educazione dei giovani spetta all’intera società. Ognuno deve prendersi cura dei figli e correggerli». Sulla donna: «Nessuno offenda la donna, che sono le nostre madri»… «Il divorzio è legale e viene concesso su richiesta di uno dei coniugi, per alcuni motivi precisi: la follia di uno dei due coniugi, l’incapacità del marito di assumere i propri obblighi (procurare adeguato sostentamento), il mancato adempimento degli obblighi coniugali e il mancato rispetto dei suoceri». Sulla schiavitù: «Nessuno imbavaglierà un suo simile per venderlo. L’esistenza della schiavitù si estingue in questo giorno». E infine: «Chiunque violi queste regole sarà punito»… «Ognuno è responsabile di garantire il rispetto della legge».*
Un corpo di leggi rivoluzionarie per l’epoca, e illuminanti ancora oggi.

AAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo giornale no-profit è realizzato da un gruppo di amici che volontariamente sentono la necessità di rendere noti i fatti, gli avvenimenti, le circostanze, i luoghi... riferiti alla natura e all'ambiente, alle arti, agli animali, alla solidarietà tra singoli e le comunità, a tutte le attualità... in specie quelle trascurate, sottovalutate o ignorate dalla grande stampa. Il giornale non contiene pubblicità e non riceve finanziamenti; nessuno dei collaboratori percepisce compensi per le prestazioni frutto di volontariato. Le opinioni espressi negli articoli appartengono ai singoli autori, dei quali si rispetta la libertà di giudizio (e di pensiero) lasciandoli responsabili dei loro scritti. Le foto utilizzate sono in parte tratte da FB o Internet ritenute libere; se portatrici di diritti saranno rimosse immediatamente su richiesta dell'autore.