#298 - 1 gennaio 2022
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di mercoledi 30 aprile quando lascerà il posto al n° 363 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi un po' di SATIRA - Nasciamo nudi, umidicci ed affamati. Poi le cose peggiorano - Chi non s ridere non è una persona seria (P. Caruso) - l'amore è la risposta ma mentre aspettate la risposta, il sesso può suggerire delle ottime domande (W. Allen) - Ci sono persone che si sposano per un colpo di fulmine ed altre che rimangono single per un colpo di genio - Un giorno senza una risata è un giorno sprecato C. Chaplin) - "Il tempo aggiusta ogni cosa" Si sbrigasse non sono mica immortale! (F. Collettini) - Non muoverti, voglio dimenticarti proprio come sei (H. Youngman) - La differenza tra genialità  e stupidità è che la genialità  ha i suoi limiti (A. Einstein). -
letteratura

Un nuovo spazio in omaggio al Sommo Poeta

Dante ne la lingua de l’Urbe

Endecasillabi sciolti e ritmati

La Commedia

Inferno 1° Canto . parte terza

di Angelo Zito

La Commedia

“Devi cambià la strada c’hai seguito”
cosí me consijò mentre piagnevo
“si te vôi liberà de ‘sti peccati;

quell’animale che te fa paura
nun da er passo a nissuno e si t’azzanna
nun molla mai la presa finché mori;

tarmente ingordo, avido e marvaggio,
che nun j’abbasta mai er male fatto,
e doppo magnato cià più fame ancora.

Un cancro ch’avvelena tante bestie
ma sconterà le pene de l’inferno
pe’ l’arivo d’un salvatore: er Vèrtro

che nun baderà a ricchezza o povertà,
ma l’amore er pensiero la saggezza
avranno patria assieme a la raggione.

E ridarà onore a quela Itaja
che amarono insino ar sacrificio
Camilla Eurialo e Niso e puro Turno.

La fine che se merita la bestia
sarà de ritornà da ‘ndo’ è partita:
l’avidità abbruciata ar foco eterno.

Per bene che te meriti te dico
devi vení co’ mme, te farò strada
nel regno de li spiriti dannati;

sentirai come piagneno in eterno,
e sconsolati nun se danno pace
d’avé perso anche l’anima cor corpo;

quarcuno sta contento dentro ar foco
co’ la speranza de salí più in arto
assieme a tutte l’anime beate.

Si ciavrai voja de arivà da quelle
t’affiderò a ‘no spirito gentile
più degno de me p’accompagnatte,

ché er sovrano assoluto de quer regno
nun concede er visto de soggiorno
a chi era nato prima ch’esistesse.

Governa come un saggio governante
su la città seduto sopra ar trono:
beati quelli c’hanno avuto er visto!”

J’arisposi così : “Vate te chiedo,
pe’ sfuggí a li peccati de ‘sto monno
p’amore de quer Dio che nun sapevi,

porteme in quer regno che dicesti
che possa véde la porta de san Pietro
e l’anime che aspetteno l’ingresso.”

Così principiò a annà e io co’ lui.

La CommediaLa Commedia

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