#297 - 8 dicembre 2021
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno sabato 30 novembre quando lascerà  il posto al numero 358 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
letteratura

Un nuovo spazio in omaggio al Sommo Poeta

Dante ne la lingua de l’Urbe

Endecasillabi sciolti e ritmati

La Commedia

Inferno 1° Canto . parte seconda

di Angelo Zito

La CommediaLa Commedia

Veniva proprio da la parte mia
affamato, co’ la criniera ar vento,
tutt’attorno tremava la natura.

Nun è finita qui: ecco una lupa
incarognita pe’ quant’era secca
che aveva fatto piagne tanta gente.

A vedella me persi de coraggio
pensai de non poté arivà più in arto
tanto le gambe ereno pesanti.

E come quello che accumula tesori,
ma poi viene er momento de la crisi,
e nun sa dove sbatte più la testa;

così me fece sentí quell’animale,
più me s’avvicinava e più aretravo
tanto da sprofonnà sempre più in basso.

E mentre stavo a finí co’ l’ossa a tera
me comparí davanti in piena vista
uno che fino a mó sembrava un’ombra.

“Abbi pietà de me, prestame aiuto”
dissi a lui che vagava lí all’aperto
“nun so si sei un’ombra o carne e ossa”

“Oggi non più” rispose “ma fui omo,
e omini lombardi tutti li parenti,
Mantua me genuit.

Nacqui sub Iulio, ancor che fosse tardi,
e vissi a Roma sotto ’l buon Augusto
nel tempo de li dèi falsi e bugiardi.

Sò stato poveta de l’eroe de Troia:
arma virumque cano Troiae qui primus ab oris
Italiam fato profugus Laviniaque venit.

E tu perché t’affliggi pe’ li mali?
sali sopra quer colle illuminato
dove potrai trovà la vera gioia”.

“Sei tu, sei proprio vero, sei Virgilio
quela sorgente de parole sagge”
j’arisposi sorpreso e timoroso.

“fai rime in latino e in vorgare
primo conosci quelo che t’ho scritto
e io so l’amore che t’ho dedicato.

Tu sei er mio maestro, la mia guida,
hai dato luce a tutti li miei canti
e a lo stile che me fa orgojoso.

Pe’ quela bestia là t’ho chiesto aiuto
dimmi tu c’ho da fà, grande maestro,
tremo come ‘na foja che sta ar vento.”

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