#296 - 22 novembre 2021
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Arte

Nella Chiesa di Ognissanti al Cimitero Monumentale di Bergamo

Piero Brolis scultore

Cinquant'anni dalla Via Crucis

di Amanzio Possenti

A cinquant’anni dalla inaugurazione e benedizione, il 27 e 28 novembre 1971, Bergamo mostra, con giusto orgoglio, alla comunità orobica e al mondo intero l’intatta bellezza-poesia-arte della Via Crucis, realizzata dallo scultore bergamasco Piero Brolis (1920-1978) nella Chiesa di Ognissanti al cimitero: opera non solo monumentale, soprattutto originale e inedita rispetto alla tradizione iconografica.

Piero Brolis scultorePiero Brolis scultore

Propone in effetti una modalità narrativa fondata sulla Passione di Cristo ma percorsa attraverso l’inserimento di Barabba – il ladrone condannato sulla croce accanto a quella di Gesù - e dei sette vizi capitali sui quali opera la misericordia del Redentore. Quando fu esposta al pubblico - al termine di otto anni di ideazione, progettazione e soluzione definitiva per la collocazione delle quattordici Stazioni in varie e complesse fasi di lavoro – il committente fra Giovanni Crisostomo da Cavriana, allora cappellano del cimitero, ne indicò con questa frase le caratteristiche: ’un’opera, questa di Brolis, che vuole coinvolgere il cristiano che, entrando in chiesa e osservandola, si renda e si senta partecipe della Passione di Cristo’.
Quindi non un’opera narrativa, bensì stimolatrice di riflessione e di persuasione personale e comunitaria, di grande attrazione sacra oltre che di potente immersione artistica.

Piero Brolis scultore

Ed ora - molto più dopo i recenti lavori che hanno ripulito la Via Crucis e gli splendidi mosaici del pittore trevigliese Trento Longaretti restituendo la chiesa al primitivo splendore, nella totalità della bellezza di luogo sacro e di preghiera nonché di manifestazione d’arte - permane nei frequentatori il senso di partecipazione coinvolgente e di testimonianza orante. La riapertura del Tempio - rimesso a nuovo, sottoposto con le due opere d’arte interne e altri interventi di manutenzione e pulizia ad un restauro importante a cura del Comune, che ne è il proprietario: nuovo sagrato in pietra e rifacimento della facciata in calcestruzzo - mentre riporta ai fedeli una struttura ecclesiale cara alla città, riapre l’interesse sulla via Crucis nel suo cinquantennale.

Piero Brolis scultore

Tre furono le fasi di suo avvio, ognuna secondo propria scelta : nel novembre 1960 ci fu la commissione dell’opera proposta da fra Giovanni all’artista Brolis, allora quarantenne e già autore di opere scultoree di eccellenza sia sul piano sacro e laico; l’accettazione da parte della Commissione avvenne nel 1961; seguì l’approvazione, il 30 dicembre 1963, del bozzetto definitivo da parte della Commissione di Arte Sacra della Curia Vescovile di Bergamo.
Il progetto appariva ambizioso ma, affidato alle mani esperte, capaci e ‘inventive’ di Brolis, si rivelava fattibile, ben organizzato e finalizzato. Lo si notava già nel passaggio dalla fase bozzettistico-disegnativa -elaborata con certosina pazienza e inevitabili e propositive modifiche - a quella della dimensione scultorea, prima nel lavoro programmatico-manuale di laboratorio(in via Legionari in Polonia) poi presso la Fonderia Artistica De Andreis di Rozzano(Milano), sempre con la presenza dell’autore.

Piero Brolis scultore

E’ opportuno segnalare sul piano documentativo che la collocazione dell’opera è avvenuta non solo in parecchi anni - dal 1963 al 1971 - anche mediante appostazioni mirate e organizzate delle Stazioni: la 1 e la XIV fra l’ottobre 1963 e lo stesso mese del 1964, poi a seguire, nell’ordine, la II e la III (1965-66),la XIII,XII e XI(1966-67),la IV e la V (1967-68),la X e la XI (1969) e le ultime tre, VIII,VII e VI tra il settembre 1970 e il giugno 1971.Poi,dopo qualche mese, il 27 e il 28 novembre, la due giorni inaugurale con la benedizione impartita di mons. Marco Farina, allora prevosto in Santa Maria delle Grazie e il taglio del nastro di Padre Martirio Bertolini, provinciale dei Frati Cappuccini lombardi.

Piero Brolis scultore

Molti ignorano le tipicità di questa Via Crucis che invero presenta aspetti cronachisticamente invitanti, che qui sottolineo : la tecnica scelta dall’artista, e che la rende visivamente attraente, è quella dell’altorilievo schiacciato, il materiale usato è il bronzo di lega, Il procedimento è della fusione a cera persa; il peso totale è di 98 quintali. Lo sviluppo - che dona una speciale e un po’ unica prospettiva - contempla 14 Stazioni suddivise in due fasce di sette Stazioni contigue ciascuna, collocate lungo le pareti laterali del Tempio, per una lunghezza totale di m.45,62 e un’altezza delle figure di due metri; qualcosa di grandioso e di coabitante con l’atmosfera profondamente sacra e l’adesione del visitatore immerso in uno scenario di catturante empatia.
Da rimarcare il numero importante delle figure che Brolis ha rappresentato in questa sorta di immagine filmica continua e vigorosamente narrante. Complessivamente sono 82, delle quali 71 di persone adulte, 8 di infanti e di adolescenti e infine tre di altrettanti animali. E’ un racconto drammatico che riporta lo sguardo a corpi devastati o offesi o inchiodati da forme anatomiche, facciali e corporali, volutamente accentuate dal senso di peccato e di dolore gridato tramite i rilievi assegnati agli ’attori’ nei rispettivi ruoli di peccatori capitali. Su tutto domina la figura di Cristo sofferente la cui Passione è dono d’amore e di divina e umana partecipazione.

Piero Brolis scultore

E’ un’opera complessa sia teologicamente - grazie alla fermezza e al credo convinto dell’Artista, cristiano di profonda sensibilità interiore e di prossimità religiosa abituata al confronto delle idee – sia dal punto di vista espositivo. Se l’azione di Cristo è volta al perdono - si veda Barabba – e alla misericordia verso l’esperienza perdente del peccato, e il tutto si rileva nella visione di una macerazione umana che si manifesta nella pesantezza delle situazioni, nondimeno la forza creativa e intuitiva di Brolis-scultore scolpisce spirito e sentimenti sì da farne Arte coinvolgente. Ne deriva la gemma preziosa di uno stile sobrio, scabro ma intenso, unitario, forte e teso, tra provocazione e partecipazione, che si sviluppa come una storia di valori da recuperare dal peccato e da riproporre nella valenza salvifica.

Piero Brolis scultore

L’imponenza dell’insieme - in un crogiuolo fra forza della tragedia e attesa della liberazione che stempera e cancellerà la gravità del male, essendone Cristo protagonista Redentore e Salvatore - induce a soffermarsi sul valore estetico dell’opera: in essa brulica ed emerge la capacità di un Artista in grado di dominare la materia e di donarle spirito, vita ed espressione. Brolis ricrea, nell’ardore compositivo. il meglio del suo ritrovarsi, con talento genuino e poetico, dentro una scultura non episodica né contingente bensì caratterizzata da classicità rinascimentale rivisitata e riappropriata nelle movenze e nelle volumetrie moderne e una contemporaneità figurale che penetra nel recondito per mostrare e capire: è un linguaggio di ricchezza espressiva pura e autonoma, mai contaminata da ismi di maniera.

Piero Brolis scultore

In definitiva, un’opera maiuscola nella quale la scultura di Brolis - accogliente nella osservazione quanto austera nella realizzazione - rivela la grandezza di un Autore, apprezzato fra i maggiori del Novecento non solo bergamasco, che riconcilia con un’Arte non contingente, anzi atemporale, che emana bellezza dal proprio racconto e suscita armonia di gusto e di emozione nei fruitori. Oggi cinquant’anni dopo, quanto più l’arte proclama bellezza e stile, tanto più chi la fa sua, seguendone le tracce nel tempo, ne trae godimento: è quanto accade oggi, 50 anni dopo quella Via Crucis in altezza d’uomo, davanti all’opera capolavoro di Piero Brolis. Se ne sente il calore vivificante, e rasserenante a contatto con un racconto che regala, nel segno del Sacrificio della Croce, Pace e Amore tra lacerazioni e speranza.

Piero Brolis scultore

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