Giochi Pericolosi
La mossa
di Dante Fasciolo
In principio fu Andrea Camilleri
che romanzando un fatto di cronaca nera
riferì di una Mossa del Cavallo:
un azzardo di un testimone di omicidio
che gli costò una solenne condanna.
La vicenda si svolge nel 1877, e cento anni dopo,1970,
ecco una seconda mossa famosa:
la sconosciuta cantante Nini Tirabusciò
improvvisa l’ondeggiar del bacino
a suon di musica…e, con successo,
appaga i desideri pruriginosi degli spettatori.
Il termine “la mossa” è così sdoganato ovunque.
Sono mosse quelle della dama e degli scacchi,
e le movenze dei boxer sul ring,
e mosse sono le false partenze al Palio di Siena.
La mossa diventa abile, accorta, intelligente,
sbagliata o da maestro, trattenuta…
in attesa di chi farà la prima.
L’elenco è lungo ed intrigante, tant’è che
la stessa Enciclopedia Italiana ha deciso
di dedicargli una forbita definizione:
“…fare una mossa, accennare a voler fare qualcosa,
iniziarne il movimento, senza portarla a termine.
Qualcosa che annunci una strategia,
un piano d’azione per conseguire uno scopo,
un gesto per stabilire un contatto, un’intesa,
avviare una trattativa…”
Siamo al presente: ogni giorno, qualcuno
inventa una mossa, forte di un potere di delega,
per nascondere qualcos’altro che va di traverso
nel travagliato cammino di una difficile
digestione tra pancia, fegato, cuore e cervello.
“La mossa, fai una mossa…” si grida,
ma il risultato è una pantomima, una danza
più o meno sfrenata a carattere farsesco.