Renzo Giacopini è già noto ai lettori come autore di libri dedicati al capolavoro di Dante, e con questo suo
ultimo libro, La mitologia della Commedia (Casa editrice Mazziana, 2020), fresco di stampa, si inserisce
a buon diritto nella variegata offerta editoriale che da alcuni mesi è presente nelle librerie sulla vita e le opere
del nostro Sommo Poeta per le celebrazioni a settecento anni dalla sua morte.
La mitologia nella Commedia
Renzo Giacopini - Casa Editrice Mazziana
Com’è noto la Commedia non è solo l’intramontabile capolavoro poetico che narra i tre regni ultraterreni, ma è anche specchio dell’anima di ogni uomo, dei suoi vizi e delle sue virtù, una narrazione lirica del suo percorso terreno, filtrata da Dante attraverso la sua personale vicenda umana che, com’è noto, egli condusse in gran parte in esilio, peregrinando in molte parti d’Italia e finendo i suoi giorni lontano dalla sua amata e odiata Firenze. Per raggiungere il suo mirabile fine poetico Dante, uomo del Medioevo, fa ricorso a tutto il suo sapere letterario, scientifico e politico per cui la Commedia è anche il dispiegarsi della sua immensa cultura in cui la mitologia occupa un posto rilevante, che gli permette di creare alcune delle più belle metafore della Commedia.
Renzo Giacopini in questo bel libro si sofferma proprio su tutti i personaggi mitologici descritti da Dante: dei, dee, semidei, eroi, mostri, uomini e donne mortali, le cui vite si intrecciano con quelle divine; ma non si limita soltanto a ricordare le storie dei vari personaggi, bensì riesce con fine arguzia a trasferire gran parte di esse a personaggi e vicende dei nostri tempi come a suoi ricordi personali. Così la storia di Ippolito d’Atene rimanda a quella di Dreyfus e di Enzo Tortora; quella di Ercole alla parabola umana di Primo Carnera, “il gigante dai piedi d’argilla”; quella di Giasone alla trasvolata di Lindberg, e così via, sempre in modo pertinente, quasi a volere rimarcare il paradosso di come anche la nostra epoca, benché sia caratterizzata da grandi progressi scientifici, vive ancora di moderni miti ed eroi. Così, a proposito della vicenda di Ulisse e dei suoi compagni il cui entusiasmo si tramutò in tragedia:
"Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto; ché della nova terra un turbo nacque, e percosse del legno il primo canto."
Giacopini la paragona a quella di Robert Falcon Scott e dei suoi quattro compagni dopo il loro avvistamento del Polo Sud perché:
"Altrettanto rapidamente l’euforia degli esploratori si tramutò nella più profonda costernazione quando scoprirono che, sul ghiaccio, svettava una bandiera norvegese legata ad un pattino da slitta, lasciata da Amundsen che aveva raggiunto per primo il Polo Sud quattro settimane prima."
Belle immagini a colori che spaziano su tutta la storia dell’Arte affiancano la narrazione dei miti, con lo stile elegante e ironico di Giacopini che con questa sua ultima fatica si conferma non solo come uno degli studiosi più autorevoli della Commedia dantesca, ma anche e soprattutto come uno dei suoi migliori “narratori”, nel senso più nobile della parola.