Siamo a pochi chilometri dalla città de L'Aquila, inerpicandosi
sulle pendici del Monte Circolo che domina su Fossa,
la strada ci rivela ben presto la vista di uno dei più
suggestivi complessi architettonici dell'Abruzzo:
il convento
S.Angelo d'Ocre
di Dante Fasciolo
Costruito sulla spianata di uno sperone di roccia che si apre sul vuoto, spaziando a volo d'uccello sull'intera valle dell'Aterno; caratteristica comune a molti conventi, anche qui la presenza del verde circonda la struttura qualificandola come una vera e propria oasi dello spirito, ove il silenzio invita alla contemplazione e alla preghiera.
Tuttora tenuto da frati Francescani, in origine dovette essere un monastero di monache benedettine, come riferisce nella sua cronaca il Beato Bernardino da Fossa, sebbene non sia attendibile l'origine duecentesca (tra il 1236 e 1243).
Fondato per le Benedettine dalla contessa Sibilla d'Ocre (1242) su una rupe a picco sporgente dalla montagna, il convento passò nel 1480 ai Francescani e fu da questi ampliato, intervenendo nei lavori anche il beato Bernardino da Fossa (1420-1503), che qui ebbe più tardi sepoltura (1515).
La chiesa, trasformata nel '600 e nel 1761, è preceduta da un modesto portico, sotto cui c'è il portale quattrocentesco recante dipinto nell'architrave il simbolo raggiante di S. Bernardino da Siena tra due angeli in volo; nell'interno, a una navata, sotto l'altar maggiore, il corpo del beato Bernardino.
Adiacente c'è il piccolo e pittoresco *chiostro duecentesco a due ordini di arcate, le inferiori su pilastrini ottagonali e le altre in parte ancora su pilastrini, in parte sulle originali colonnine; alle pareti, storie di S. Antonio da Padova, lunette affrescate (1660). Nel refettorio, interessante affresco con l'Ultima Cena e Angeli con gli strumenti della Passione, di pittore locale del tardo '500.
Caduto in abbandono all'inizio dell'Ottocento, ridotto poi a lazzaretto e soppresso nel 1860, Il convento ebbe una breve ripresa nei primi decenni del XX secolo, prima che l'occupazione tedesca vi facesse scempio bruciando gli arredi e soprattutto l'intera biblioteca dotata di circa 1500 volumi. Il complesso è stato infine oggetto di controversi lavori di restauro protrattisi dal 1958 al 1972.
Vicinissima al convento c'è la Fossa Raganesca, caratteristica dolina ellittica.