All'interno del mitico Corriere dei Piccoli
Valentina Mela Verde
Le avventure dei ragazzi negli anni 70
di Giada Gentili
Chi era ragazzino/a allora (1969-1971) - e smentiamo una volta per tutte la leggenda che vuole Valentina un fumetto esclusivamente a target "femminile" - non poteva non identificarsi profondamente con le sue avventure, che avevano tutte la caratteristica di contenere oltre a una massiccia dose di realismo, anche quel pizzico di fantastico che oltre a piacere moltissimo a lettori e lettrici, stuzzicava fortemente la fantasia e il desiderio creativo.
Non si trattava di un banale "fumetto educativo", anche se una componente "edificante" era spesso presente (erano pur sempre i primi Anni 70 e il contenitore era pur sempre quel Corriere dei Piccoli moralista e un po' bacchettone), ma di un fumetto che aveva davvero la Vita dentro di se': i problemi venivano rappresentati in modo ovviamente edulcorato, ma venivano comunque rappresentati, anche problemi delicati. E le soluzioni proposte, quando venivano proposte, non erano necessariamente quelle della morale comune dominante, ma talvolta mostravano anzi la necessità di andare (almeno un po') "controcorrente".
Inoltre Valentina seminava benefici dubbi. Proprio così: spesso i problemi non avevano soluzione! Non arrivava il deus-ex-machina a risolvere tutto, tanto è solo un fumetto. E questo, per l'epoca, era discretamente rivoluzionario.
Una breve descrizione di Valentina e del suo mondo per chi - ahilui/lei - non avesse mai letto le sue storie: Valentina Morandini è una undicenne milanese del 1969; frequenta le scuole medie quando era ancora obbligatorio il grembiule e le classi erano solo femminili o solo maschili. Fa parte di una tipica famiglia della piccola borghesia: ha un fratello più grande di lei, il Cesare detto "Miura" appassionato di motori, al quale è legata da un rapporto di odio-amore; ha una sorellina - la Stefi (che è possibile vedere, in versione più grandicella, nei cartoni animati trasmessi quotidianamente sul canale digitale Rai Gulp o nelle vignette del CorSer), una mamma severa ma affettuosa, un papà tipicamente... papà , un cane parecchio strano di nome Popof e amiche e amici, vicini di casa, insegnanti, zii, nonna... e una magnifica zia Dina, la mente creativa della famiglia e alter ego dell'autrice Grazia Nidasio, la cui lunga carriera, iniziata nei primi Anni 50, non si limita ovviamente a Valentina "Mela Verde" - è una donna di grande cultura, "feroce lettrice", come lei stessa si è qualche volta definita e, per quello che riguarda l'argomento di cui parliamo, finissima fumettista, vincitrice di numerosi premi e riconoscimenti, sceneggiatrice, disegnatrice e illustratrice in possesso di una tecnica sopraffina e di una classe infinita.
L'autrice milanese ha contribuito in modo determinante a svecchiare il concetto stesso di "illustrazione" e di "fumetto" in Italia, rendendo Valentina un Classico del Fumetto Italiano e i classici sono tali perché hanno sempre qualcosa da dire, non "invecchiano" nell'accezione ordinaria del termine, mantengono una loro eterna freschezza perché sono scritti usando un linguaggio universale.