#288 - 19 giugno 2021
AAAAA ATTENZIONE - Amici lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di venerdi 05 aprile, quando lascerà  il posto al numero 349. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti (Papa Francesco) Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo (Alberto degli Entusiasti) Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Religione

Preghiera e quotidianita'

una sorta di rigo musicale

di Amanzio Possenti

Molto spesso siamo talmente assorbiti dal lavoro da dimenticarci di Dio, di un momento di preghiera, non solo per chiedere ed invocare, anche e soprattutto per comunicare, ringraziare e lodare.
Eppure tra lavoro e preghiera, ricorda Francesco, c’è complementarietà, dunque non può esserci il primo senza la seconda.

E’ una osservazione che aggiunge qualità alla vita di un cristiano al quale si rammenta, con una poetica visione, che «la preghiera è una sorta di rigo musicale», dove bellezza e amore donano armonia facendone stile di quotidianità.

Siccome Francesco si propone di entusiasmarci nella fede e di non lasciarci errabondi nel possibile smarrimento, altre precisazioni accompagnano il suo invito (prezioso) a riflessioni più ardite: «Non è sana una preghiera che si aliena dalla vita’, a sottolineare che se essa si distacca dalla concretezza, può diventare ‘spiritualismo o ritualismo’. Non vero atto di ricerca e di accoglienza d’Amore».

Si tratta in definitiva di agire con l’ardore tipico del ’fuoco sacro’ usato nei templi antichi, ardore di convinta partecipazione non di distratta adesione, ardore che sollecita e interroga, inebria e coinvolge sicché la preghiera si fa risposta e proposta, di cuore che si affida.
In breve, se pregare è fonte di amore e la lode è segno di comunione, l’uomo contemporaneo, schiacciato dal peso (necessario ed essenziale) del lavoro, finisce tuttavia per sottrarsi, orgogliosamente, dalla preghiera considerandola estranea alle esigenze quotidiane.
Se cristiano, rischia di smarrire il percorso di speranza nella Storia.

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