Televisore gioia e dolore
Zapping
Frammenti semiseri di cronaca televisiva
di Luigi Capano
Il tedio ci assale in questo anacronistico scorcio d’aprile, inopinatamente sedotto dal clima immite del recente inverno. Ma il freddo e la pioggia giovano alla clausura indotta che ci ingrassa come pernici e rende torpidi e cigolanti i nostri atti quotidiani.
Svogliatamente guatiamo - la prosa è ossimorica come l’atmosfera che ci involge - la diretta dei funerali del principe Filippo, duca di Edimburgo e consorte della Regina Elisabetta commentati con eleganza, arguzia e un pizzico di ”british humor” dal giornalista Antonio Caprarica**.
Ritroviamo l’ottimo Alberto Angela con una nuova serie del programma “Uliss”, inaugurata il 21 aprile, il giorno in cui si celebra il natale di Roma, con una “passeggiata ragionata” proprio tra i ruderi della Roma Imperiale: c’è sempre da imparare dalle sue colte divulgazioni.
Nicola Porro, conduttore di “Quarta Repubblica” ha intrapreso da tempo una battaglia donchisciottesca contro lo strapotere della magistratura che tralignerebbe dai propri limiti insinuandosi nella vita politica come rivelato dal libro-intervista di Alessandro Sallusti all’ex magistrato Luca Palamara che di questo preoccupante e insidioso sottobosco ha fatto parte. Riflettiamo sulle pesanti parole di Guido Crosetto, intervistato nell’ultima puntata, che ci sembra utile riportare: “ Troppo spesso persone che noi abbiamo dotato di un potere straordinario per cercare la giustizia, lo utilizzano per preparare dossier o per fare male a delle persone che danno fastidio. Questo è la cosa che più mi ha inquietato del libro di Palamara, di quello che ho visto succedere in questi anni e di quello che anche in questo momento sta succedendo. E molto spesso le persone occupano certe posizioni non perché sono le più brave ma perché sono ricattabili e, attraverso il ricatto, da quelle posizioni si possono fare cose che abbiamo visto fare in questi anni, come distruggere i nemici politici e anche i nemici non politici, quelli economici”.
Sono lontani i tempi in cui si usava giaculare: “Bisogna aver fiducia nella magistratura!”. Oggi nessuno lo dice più. Ma l’istituzione di una Commissione d’inchiesta sull’uso politico della magistratura trova inspiegabilmente una netta opposizione in Parlamento da parte di Pd e M5s.
Mentre incalza la pressione - e la polemica – sull’approvazione Ddl Zan, anche qui aggiungiamo “inspiegabilmente” dato che la legge italiana già prevede la punizione di ogni forma di crimine. Il problema non è nella carenza di leggi ma, spesso, nella qualità dei magistrati e di legislatori. Finché non saranno ripristinati il valore, la qualità e la nobiltà in questo settore cruciale delle nostre istituzioni, temiamo che non sia il caso di introdurre ulteriori normative che rischierebbero di essere redatte e applicate in modo “pecoreccio”. Il sospetto, da più parti, è che questa legge costituisca il cavallo di Troia della discussa e discutibile ideologia di genere, vessillo della sessualità postmoderna, nomade, fluida, dinamica e chi più ne ha più ne metta. Ma un dubbio sorge spontaneo. Su molteplici questioni della nostra attualità viene data l’ultima parola alla Scienza, e gli scienziati sono spesso interpellati nei numerosi salotti televisivi, nei telegiornali, finanche negli spettacoli di intrattenimento. Bisogna credere nella Scienza, si dice; come se si trattasse di una fede religiosa Ma perché su questo tema la voce degli scienziati non si sente? Cosa afferma la Scienza - la biologia e, segnatamente, le neuroscienze – a proposito del dimorfismo sessuale? Cosa è maschile e cosa è femminile? Non sarebbe utile e proficuo saperlo?