Anno Nuovo - Nuova rubrica di fotografia.
Guido Alberto Rossi - del quale abbiamo presentato alcuni filmati
realizzati con i suoi scatti fotografici realizzati in tutto il mondo -
presenterà i suoi racconti incentrati sulle sue esperienze di viaggi
a partire dal secondo numero di gennaio 2021 del nostro giornale.
Pr questo primo numero ci offre il suo punto di vista - luci ed ombre - sul mestiere di fotografo
Campare di fotografia
di Guido Alberto Rossi
Non esistono brutte fotografie! Come si fa a giudicare se una foto è bella o brutta? Non è misurabile in secondi come i 100 metri piani o un giro di pista della Ferrari, non subisce o refila un knockdown e quindi va a gusto e nel peggiore dei casi piace solo a chi l’ha scattata.
Ma la fotografia professionale è una materia molto estesa, se vogliamo portarla all’estremo possiamo includere anche le radiografie ai raggi X, è un mondo infinito dove puoi fotografare tutto quello vuoi e dove ti porta il cuore, non ho mai conosciuto un professionista che non ami profondamente quello che fotografa.
Purtroppo, oggi è una professione sottopagata, cosi come tanti altri lavori creativi. L’offerta di immagini è di gran lunga superiore alla richiesta, Google stima (non so come faccia) che ogni giorno vengono scattate oltre 200 milioni di foto, il fabbisogno editoriale, pre Covid, in Italia era tra le 130/150.000 al mese, secondo gli avvenimenti ed i periodi dell’anno.
È sottopagato perché il costo di realizzazione e fatica è di gran lunga superiore al prezzo medio di vendita, allo sfruttamento della foto in base all’utilizzo ed al costo generale che gira intorno alla foto usata. Pensate che una bella immagine di still life utilizzata in una campagna stampa dove è investito circa un miliardo di euro (in Italia) generalmente arriva a costare intorno 10 mila Euro, euro più euro meno. Siamo arrivati al colmo di spendere di più per la postproduzione (aggiustamento della foto con Photoshop) che per la foto stessa.
Molti sostengono che tutto ciò sia colpa del digitale, io dico sì ma in parte, perché ovviamente il digitale e le macchine fotografiche super intelligenti (telefonini compresi) hanno aiutato anche i più asini a fare delle foto almeno tecnicamente decenti. Il digitale è stato sicuramente la causa che ha mandato in rovina la Kodak, ma secondo me chi ha spennato e cucinato la gallina dalle uova d’oro che era l’industria della fotografia sono state alcune agenzie fotografiche.
Verso la fine degli anni Novanta alcuni “golden boys” hanno messo gli occhi sul mercato dell’immagine, investendo un mare di soldi hanno incominciato ad acquistare archivi ed agenzie fotografiche grandi e piccole in giro per il mondo con lo scopo di creare delle maxi-agenzie globali. Fin qui niente di male è così come vanno le cose ed è così che va il mondo. Purtroppo, i “golden boys” in questione (ne ho conosciuti personalmente alcuni ed il mio primo istinto è stato quello di versargli l’olio bollente nelle mutande) hanno stravolto le regole con cui si giocava fino al giorno prima. Si sono inventati gli “abbonamenti” chiamate “Subscription” in English che fa più chic, tradotto in pratica: mi paghi un tot e scarichi un tot di foto …. Al giorno, al mese all’anno, più paghi l’abbonamento meno costano le foto singolarmente, tanto i fotografi danno le foto in gestione alle agenzie e vengono pagati in percentuale solo quando l’agenzia viene pagata, quindi inizialmente la materia prima ha un costo zero.
Ma vediamo qualche numero per farci bene l’idea, se sommiamo tutte le foto presenti oggi sui siti delle tre maggiori agenzie fotografiche internazionali superiamo il miliardo d’immagini di tutti i generi e tipi, se cerchiamo foto di New York City troviamo complessivamente oltre sette milioni d’immagini. Una di queste agenzie si vanta d’avere oltre 100,000 fotografi, (personalmente credo che la maggior parte siano: dentisti, idraulici ed impiegati con l’hobby della fotografia) comunque sono tanti, praticamente come 3 stadi di calcio pieni al tappo. Ora vediamo cosa tutto questo significa in denaro, nel 2014 una foto per l’altra (scoop esclusi) venduta ad un quotidiano nazionale veniva pagata circa 50,00 euro, oggi siamo intorno ai 10,00 euro per il cartaceo e 1/2,00 euro per l’edizione on line. Siamo arrivati a questi prezzi ridicoli grazie alla sciagurata concorrenza tra le grosse agenzie che comunque in tre fanno un fatturato complessivo dichiarato di circa due miliardi di dollari USA.
In tutto questo mondo il fotografo autore che si assume tutte le spese ed i rischi sia fisici che così detti “d’impresa” guadagna circa così: Il prezzo medio calcolato di una foto è di $ 3,79 e all’autore va il 26% netto, quindi intasca $ 0,98 circa a foto venduta e pagata. In genere deve comunque aspettare di arrivare ad un minimo $ 150,00 per poter fatturare ed in seguito incassare.
Ovviamente qui mi riferisco alle immagini così dette di repertorio o “stock” all’inglese che fa sempre più chic, ci sono ovviamente tantissime eccezioni ma direi di parlarne un’altra volta.
Se qualcuno oggi pensa d’intraprendere la carriera di fotografo, si accerti “che la mamma sia sciaguratamente ricca”.