Il fuoco e la cerva
Il paradiso dell'infanzia
di Anna Manna
Le tue mani sul mio volto
somigliano alle fiamme
dei camini accesi dell’infanzia
quando, monella, sputavo sul fuoco
pezzetti di albicocche scure
indurite dall’inverno.
Lo zucchero s’inebriava alla fiamma
e sparava come baionette d’allegria
nella serata composta degli adulti
seduti attorno alla tavola grande.
“Una signorina non sputa nel camino !
Sei una maleducata”
Io ridevo con gli occhi con il cuore e con la mente
Mi sentivo come un cacciatore alla caccia
di una nuova bianchissima cerva
in campagna
Mentre sputavo mi sembrava di correre libera
per i prati
di agguantare la preda e portarla in trionfo
per le vie.
Guardavo tutti da sotto la frangetta
per vedere se si accorgevano,
ora che il fuoco s’era assopito
senza le albicocche,
della mia spavalderia che continuava
nel silenzio.
Dopo, all’ora di andare a letto
mi alzavo con le guance rosse e turgide
come le albicocche della passata estate.
Nelle stanze il freddo era tagliente
Io non sentivo niente
dentro continuava ad ardere il camino
e nei sogni correvo a cercare quella cerva!