#274 - 14 novembre 2020
AAAAA ATTENZIONE - Amici lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di martedi 30 settembre quando lascerà  il posto al numero 368. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti (Papa Francesco) Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo (Alberto degli Entusiasti) Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Poesia

Il fuoco e la cerva

Il paradiso dell'infanzia

di Anna Manna

Le tue mani sul mio volto
somigliano alle fiamme
dei camini accesi dell’infanzia
quando, monella, sputavo sul fuoco
pezzetti di albicocche scure
indurite dall’inverno.
Lo zucchero s’inebriava alla fiamma
e sparava come baionette d’allegria
nella serata composta degli adulti
seduti attorno alla tavola grande.
“Una signorina non sputa nel camino !
Sei una maleducata”
Io ridevo con gli occhi con il cuore e con la mente
Mi sentivo come un cacciatore alla caccia
di una nuova bianchissima cerva
in campagna
Mentre sputavo mi sembrava di correre libera
per i prati
di agguantare la preda e portarla in trionfo
per le vie.
Guardavo tutti da sotto la frangetta
per vedere se si accorgevano,
ora che il fuoco s’era assopito
senza le albicocche,
della mia spavalderia che continuava
nel silenzio.
Dopo, all’ora di andare a letto
mi alzavo con le guance rosse e turgide
come le albicocche della passata estate.
Nelle stanze il freddo era tagliente
Io non sentivo niente
dentro continuava ad ardere il camino
e nei sogni correvo a cercare quella cerva!

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