Itinerario di 500 chilometri : 27 tappe attraverso l'Appennino fra l'Emilia-Romagna, la Toscana e le Marche,
che tocca ben 10 province (Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini,
Lucca, Massa Carrara e Pesaro-Urbino); salite e discese che uniscono due Parchi nazionali,
cinque Parchi regionali e uno interregionale.
Di borgo in borgo tra natura e cultura
Alta via dei parchi
Da Barceto all'eremo Madonna del Faggio
Parte prima
Di Dante Fasciolo
L'Alta Via dei Parchi parte da Berceto, nei pressi del Passo della Cisa, in Provincia di Parma, e arriva fino alla rupe della Verna, protesa sul Casentino per poi raggiungere l'eremo sul Monte Carpegna, nel Parco del Sasso Simone e Simoncello. Un itinerario in 27 tappe attraverso l'Appennino fra l'Emilia-Romagna, la Toscana e le Marche, che tocca ben 10 province. 500 chilometri di salite e discese che uniscono due Parchi nazionali, cinque Parchi regionali e uno interregionale. Divideremo l’itinerario in tre parti: 9 tappe che ci accompagneranno fino a fine novembre.
Dunque, si parte da Berceto e in 22 chilometri, duretti un bel po’, si sale dagli 800 metri ai 1500 del Lago Santo Parmense. Siamo nel Parco Nazionale Tosco-Emiliano. Saliti sul crinale, subito si impone un panorama, Passo del Cirone è vicino e si presenta con le dure arenarie emiliane, alle quali fa da specchio il panorama sulla Lunigiana godibile dal monte Orsaro. Da qui, attraverso faggete e rimboschimenti si arriva alla bella conca acquitrinosa del Lago Padre e da lì in pochi minuti alle rive del Lago Santo Parmense e allo storico rifugio Mariotti, al centro di un’area di grande interesse naturalistico.
La seconda tappa di 15 chilometri è capricciosa: saliscendi continui tra piccoli laghi, tratti boscosi e praterie. Superato il vecchio alpeggio di Capanne di Badignana si raggiunge infine il M. Sillara (1859 m), la cima più alta del Parmense. L’occhio spazia sul mar ligure e la Corsica, ma la veduta più impressionante è sulla sottostante valle del Bagnone, un abisso verde con le macchie chiare dei paesi. Al Passo del Giovarello si inizia a scendere fino al Bivacco Cagnin; oltre, si attraversano il bosco, il Lago Verde, la diga del Lago Ballano, fino a raggiungere Prato Spilla.
Terza tappa, 16 chilometri, una lunga giornata per collegare i due valichi più bassi dell’Appennino emiliano, entrambi a 1200 metri di quota e separati dal grande blocco montuoso dell’Alpe di Succiso-M.Alto-Punta Buffanaro. Circondati da antiche faggete si affacciano al percorso tre laghi: Verdarolo, Scuro, Squincio. Oltre la diga del Lagastrello, il lago Paduli dove nasce il fiume Enza e l’antico Malpasso presidiato dall’abbazia benedettina dei Linari.
Anche Monte Acuto ha il suo lago e spazio per il rifugio Città di Sarzana (1580 m). Prati e petraie, si sale a Passo di Pietra Tagliata (1753 m), poco distante Passo dell’Ospedalaccio, segnalato da un cippo che ricorda i confini della Repubblica Cisalpina. La nostra meta, Passo del Cerreto è veramente a … un passo.
Quarta tappa, breve e riposante, 10 chilometri di variegati aspetti naturalistici e ampie vedute verso la Garfagnana e le Alpi Apuane, vicine. Dopo Borra Grande, Passo di Belfiore, Passo Cavorsella, ecco, da ultimo, Passo Pradarena. Da qui si raggiuinge il posto tappa, il Rifugio di Rio Re, in circa 1 ora percorrendo i sentieri CAI 639 e 639b.
Camminare sul percorso della quinta tappa è come camminare sul tetto di queste montagne. Dopo il Passo della Comunella e alle falde del M. Sillano, tra distese di mirtilli, eccoci al pianoro sommitale del M.Castellino (1952 m), punto più alto dell’intero percorso; la vista abbraccia un orizzonte vastissimo, dove si impongono il profilo dentato delle Alpi Apuane e la vicina gigantesca mole del M. Cusna. Ora si scende al Lago Bargetana, ai piedi dell’omonima conca glaciale, e alla strada forestale che risale la Val d’Ozola e che in breve porta all’ampia sella di Lama Lite.
Sesta tappa, tappa facile di 13 chilometri: una dolce salita porta all’ampia sella di Bocca di Massa (1816 m), poi il percorso scende lungo la cresta panoramica che si abbassa nel Passo delle Forbici, dove incrocia la strada forestale che va dal Casone di Profecchia alla Segheria dell’Abetina Reale lungo il tracciato di un’antica via di valico; nei pressi, un cippo ricorda gli otto partigiani caduti in combattimento nell’agosto 1944. Dal Passo del Giovarello si scende lungo una mulattiera lastricata nella conca acquitrinosa delle Maccherie; poco dopo si incontra la strada che sale dai Prati di San Geminiano ricalcando il racciato dell’antica Via Bibulca. Dal passo, in meno di due chilometri ecco San Pellegrino in Alpe, antico ospitale per viandanti e pellegrini, abitato permanente più alto dell’intero Appennino settentrionale e da quassù la vista sulle Apuane e sulla Garfagnana è veramente splendida.
Settima tappa, siamo nel Parco regionale dell’Alto Modenese. Una mulattiera attraversa il bosco e porta al Giro del Diavolo e prosegue fino al valico della Bassa del Saltello. Usciti dal bosco si rimonta il M. Romecchio, seguito dal Colle delle Vacche dove inizia l’aereo percorso lungo la cresta rocciosa delle Cime di Romecchio; affacciandosi sul versante si ammirano le vaste faggete del Rio delle Fontanacce, mentre più lontano si staglia il bizzarro profilo ofiolitico del Sasso Tignoso. La salita alla Cima dell’Omo (1858 m) è faticosa ma è ripagata dall’ampiezza delle vedute; al successivo valico, il Colle Bruciata, si lascia il crinale che si impenna nel M. Giovo raggiungendo in breve il grandioso anfiteatro glaciale delle Fontanacce. Attraverso le pietraie dei Campi di Annibale si giunge al Passo Boccaia, quindi una breve discesa nel bosco porta al Lago Santo, dominato dal largo versante settentrionale del M. Giovo articolato in una serie di cenge.
Ottava Tappa, 12 chilometri molto affascinanti dal punto di vista ambientale e paesistico. Dalle rive del Lago Santo Modenese si segue la comoda mulattiera che sale rapidamente al Lago Baccio, ai piedi di uno splendido vallone glaciale su cui incombono i dirupi della cresta dell’Altaretto. il sentiero costreggia i minuscoli laghi Torbido e Turchino, prima di raggiungere Foce a Giovo, valico attraversato dalla via ottocentesca detta “Strada del Duca”.Dal passo si scende alle rive dello splendido Lago Nero, dove si trova un rifugio con locale sempre aperto. La discesa a mezzacosta nella valle del Sestaione attraversa ambienti forestali di rara e primordiale bellezza, con faggi e abeti giganteschi e rocce incrostate di muschi e licheni. La Consuma è qui, distante circa un chilometro dal centro dell’Abetone.
Nona tappa. La prima parte del cammino attraversa la magnifica foresta di Boscolungo salendo al piccolo rifugio della Verginetta, vicino a M. Maiore. Nel bosco, verso le due cime del Libro Aperto (1936 m). Dopo Colle dell’Acqua Marcia si superano le rocce dei Balzoni, poi più dolci ondulazioni portano al Passo di Croce Arcana dove si incontra la strada sterrata che va da Ospitale a Cutigliano; quindi la cima del M. Spigolino, seguito dall’intaglio del Passo della Calanca. Vari avvallamenti portano al Lago Scaffaiolo Da lì la cresta si sdoppia in una serie di avvallamenti, nell’ultimo dei quali si trova il Lago Scaffaiolo. Il piccolo specchio d’acqua si rova sotto il cocuzzolo erboso del M. Cupolino; alto sulle sue rive sorge il rifugio Duca degli Abruzzi, ultimo discendente della struttura originaria inaugurata nel 1878. (fine prima parte)