Responsabilità di tecnici, imprese, amministrazioni pubbliche
I paesaggi del futuro
Una malintesa modernità non mortifichi e non distrugga
l'irripetibile bellezza urbana e paesaggistica
che connota secoli di vita di lavoro e di armonia
Aspetti rilevanti nel disegno del paesaggio, nel passato sapientemente complementari: il Partenone, che 2500 anni fa i Greci eressero in cima ad un colle coperto di rigogliosi olivi; il Castel dell’ovo, costruito sopra un pittoresco scoglio in mezzo al mare di Napoli; i Conventi Medievali, enormi articolate, ma eteree fabbriche inserite nel verde dei nostri colli appenninici. Ma anche nei dettagli del paesaggio urbano, là dove più determinante è stata la mano dell’uomo, utili oggetti di arredo si sono fusi mirabilmente con la qualità architettonica di luoghi, piazze e vie cittadine: le fontane, le lampade in ghisa dell’illuminazione pubblica, le cancellate dei parchi, le panchine in pietra, il disegno delle pavimentazioni...
Ai giorni nostri - scrive Lello Ruggiero - la ricerca di nuove fonti energetiche per mutamenti climatici, la necessità di ridurre le emissioni inquinanti nelle città, hanno spinto la tecnologia a ideare oggetti completamente nuovi, che stanno turbando vecchie, consolidate, caratteristiche realtà paesaggistiche: enormi pale eoliche sparpagliate sulle colline e in mare, rifrangenti dei pannelli solari sparsi sui tetti, condizionatori d’aria sospesi sulle facciate degli edifici, rumorosi e sgocciolanti sulla testa dei passanti o sulla biancheria stesa ad asciugare, catene di boe galleggianti ... Il tutto con burocrazia ed una legislazione contorta punitiva e sempre in ritardo sui tempi, e una produzione industriale, giustamente indirizzata verso tematiche nuove ed essenziali, ma poco sollecita alla tutela dell’ambiente, sia esso naturale che sapientemente modellato dall’uomo.
Conclusione: Imprese e tecnici devono saper progettare e produrre nuovi manufatti artistici e nuovi paesaggi, le Pubbliche Amministrazioni devono sburocratizzare e velocizzare le procedure.