#270 - 19 settembre 2020
AAAAA ATTENZIONE - Amici lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di venerdi 05 aprile, quando lascerà  il posto al numero 349. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti (Papa Francesco) Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo (Alberto degli Entusiasti) Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Di borgo in borgo

A Finalborgo la storia si fa viva

Da capitale del Marchesato a un presente di cultura e ambiente

Di
Leo Lombardi per Borghi

A Finalborgo la storia si fa vivaA Finalborgo la storia si fa viva

La signoria dei marchesi Del Carretto è stata una delle più significative dell’Italia settentrionale, a cavallo tra basso Piemonte e Liguria. Qui, sulla Riviera di Ponente, ha avuto un punto di riferimento in Finalborgo, considerata la “capitale” del marchesato fin dalla sua nascita, avvenuta nel XII secolo. Era luogo di potere e dimora delle principali famiglie patrizie di Finale. Per questo, quando passeggiamo per le sue vie, non possiamo che rimanere incantati di fronte alla bellezza di tanti edifici. Case private, come sono palazzo Ricci in via del Municipio oppure palazzo Cavassola in via Gallesio. E, insieme, simboli dello splendore di chi ha comandato su questi territori, come il Regno di Spagna, succeduto ai Del Carretto, poi seguito dalla Repubblica di Genova e, infine, da Casa Savoia.

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IL punto di riferimento è tornato oggi a essere il complesso monumentale di Santa Caterina di Alessandria, la chiesa fondata nel 1359 dai Del Carretto e trasformata in Auditorium dove sono ospitate le iniziative culturali del borgo. Dell’edificio medievale è arrivato fino a noi il campanile, la cui sagoma rende inconfondibile il profilo di Finalborgo. All’interno della chiesa merita una visita attenta il ciclo di affreschi del Trecento dedicati alla “Vita della Vergine e di Gesù”, mentre i chiostri rinascimentali ospitano la Biblioteca-mediateca comunale e il Museo Archeologico, riferimento per tutta l’archeologia europea: narra ben 350.000 anni di presenza nel territorio delle differenti specie umane prima della comparsa dell’uomo attuale. La basilica di San Biagio, realizzata nel XVII secolo, è invece una delle più affascinanti chiese del Ponente ligure con i suoi altari in marmo e i suoi preziosi dipinti. Da ammirare il pulpito e la balaustra dell’altare maggiore, dove gli angeli reggono una raffinata tovaglia ricamata nel marmo bianco, esempio della scuola genovese di fine Settecento.

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IL cuore di Finalborgo racchiude poi un gioiello inaspettato, nascosto dietro una facciata anonima. Parliamo del teatro Aycardi, costruito nel 1806, il più antico a palchi della regione, disposti su due file sovrapposte e sormontati dal loggione. Può ospitare 250 spettatori ed è stato recentemente aperto al pubblico dopo un restauro. Ben più significative sono le altre facciate del paese, secondo la tradizione ligure. Una bellezza che aveva portato alla definizione di Finalborgo come “borgo dipinto” e di cui una testimonianza di notevole livello è il Palazzo del Tribunale, con la lunetta quattrocentesca che rappresenta la Quattro virtù cardinali. Qui un tempo si amministrava la giustizia e risiedevano i governatori, ai giorni nostri è ospitato un attivo polo culturale. Altri edifici raccontano l’importante passato di Finalborgo, come la fortezza spagnola di San Giovanni e poi Castel Gavone, con la straordinaria Torre dei diamanti così chiamata per il paramento a bugnato piramidale dei suoi fianchi, lavorato a “punta di diamante”.

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Oggi come ieri il borgo è ancora un punto di riferimento. I turisti arrivano da tutta Europa per ammirare il paese e, insieme a esso, le bellezze naturali che lo circondano, divenute meta di chi si dedica all’attività all’aria aperta e in tutta sicurezza, anche in epoca di post-Covid: si radunano i climber, che attaccano con coraggio le pareti verticali dell’entroterra, o si presentano i biker, che percorrono sentieri (e la Finale Outdoor Base è il punto di riferimento per ogni tipo di attività all’aperto: tutte le richieste sono esaudite). A loro Finalborgo offre una serie di opportunità legate alla tradizione artigianale, senza dimenticare quei sapori che hanno reso unica la Liguria e racchiusi in specialità come i ravioli di borragine, la tipica farinata (proposta nella classica versione gialla ma anche in una variante bianca) e le eccellenti torte verdi. E senza dimenticare il chinotto, presidio Slow Food coltivato a Finale Ligure e con cui si realizzano marmellate, canditi e un olio franto insieme all’agrume.

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        turismo@comunefinaleligure.it           iat.finalborgo@visitfinaligure.it
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