#265 - 13 giugno 2020
AAAAAATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà in rete fino alla mezzanotte di martedi 31 dicembre quando lascerà il posto al n° 359 - mercoledi 1° dicembre 2025 - CORDIALI AUGURI DI BUON ANNO e BUONA LETTURA - ORA PER TUTTI un po' di HUMOUR - E' da ubriachi che si affrontano le migliori conversazioni - Una mente come la tua à affascinante per il mio lavoro - sei psicologo? - No architetto, mi affascinano gli spazi vuoti. - Il mio carrozziere ha detto che fate bene ad usare WathsApp mentre guidate - Recenti studi hanno dimostrato che le donne che ingrassano vivono più a lungo degli uomini che glielo fanno notare - al principio era il nulla...poi qualcosa è andato storto - una volta ero gentile con tutti, poi sono guarito.
Piccoli Grandi Musei Italiani

Riscoprire i paesaggi architettonici che offrono le nostre città deserte

Un patrimonio del più grande museo
distrattamente osservato

Piccoli grandi musei

di Alessandro Gentili

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Abbiamo assistito di recente ad un curioso e impressionante esempio contemporaneo di leggere la storia dell’arte in un paese, il nostro, che di impressionante possiede praticamente tutto.
Nella premura di sigillare le persone dentro casa come in una tomba, ciascuno di noi avrà potuto spesso e forse volentieri, seppure in maniera alquanto inquieta, gettare il suo famelico sguardo sulle nostre città rese deserte.

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Per una generazione come le nostre che non hanno assistito allo sciagurato dopoguerra, questa esperienza potrebbe (dico potrebbe) avere arricchito di molti sapori l’idea di un paese completamente ricoperto di opere d’arte: non solo musei, ma vie, piazze, giardini, abitazioni, crocicchi, vicoli, mura, distese sull’intero paese, come un prezioso manto di perle preziose.

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Lasciamo per un attimo da parte la pandemia e concentriamoci per il breve spazio di questa lettura: arte è celebrazione del divino mistero dell’uomo, è glorificare l’umanità e la sua divinità, ricomponendo qui sulla terra, le meraviglie delle memorie e delle attese: la nascita, il mistero del Tempo, il cielo stellato, le stagioni, l’itinerario della mente verso il nulla o verso Dio.

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Assistere da casa a questi voli dei droni sulle nostre città, rese perfettamente eterne, si è avuta l’impressione di far parte di un grande progetto celato dall’incalzare della storia e della tecnologia: l’impressione di una illuminazione, fin nelle ultime strade asettiche e apparentemente senza storia, eppure anche lì….quali storie quegli assurdi condomini ultra-moderni ! In un tempo nel quale l’uomo, preda di forze oscure e minacciose, si ingegna a far esplodere la vita, stravolgendone tutte le leggi naturali (e divine) e rinunciando alla sua ultima e definitiva destinazione (l’esaltazione della sua umanità), è stato particolarmente struggente per lo spirito, ma anche meraviglioso, osservare il grande santuario della storia italiana attraverso questi voli non pindarici delle telecamere su un paese assurdamente straordinario e forse poco conosciuto.

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La complessità dell’evento, dunque, ha avuto anche questo sapore, quasi sacramentale: la riverenza verso i grandi artisti che hanno illustrato e riempito il vuoto, quasi Magi, o Sacerdoti, o Re o, semplicemente, uomini.

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